Comunicato Stampa
Il protocollo d’intesa contro gli abusi edilizi per accelerare le procedure di demolizione con una sinergia istituzionale è stato Siglato tra il Parco dell’Alta Murgia, Procure, Prefetture di Bari e BAT e Carabinieri Forestali
Il Parco ha istituito un apposito capitolo in bilancio per gli abbattimenti dei manufatti
Diciassette ordinanze di demolizione non ancora eseguite, riguardanti manufatti abusivi nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Le strutture messe in piedi per vie illecite sono dislocate tra le province di Bari e BAT, con 9 ordinanze pendenti tra i territori di Gravina, Altamura, Ruvo e Poggiorsini e 8 tra gli agri di Andria e Minervino, emesse tra il 2001 e il 2019. Si tratta per lo più di opere accessorie e ampliamenti di manufatti già esistenti costruiti in zone agricole, residenziali e masserie. Fabbricati vari tra complessi ricettivi, muri di recinzione, capanni e piazzole.
È quanto emerge da un rilevamento degli immobili abusivi effettuato dal Reparto Carabinieri Parco, che fotografa le mancate demolizioni nel territorio dell’Alta Murgia. Dati che si collocano in una Puglia dove risultano solo 71 le ordinanze di demolizione eseguite su 1.790 emesse, pari a un esiguo 4% (dossier “Abbatti l’Abuso 2021”). E dove solo il 23,7% dei comuni (ultima “Relazione annuale sull’abusivismo edilizio”) ha inviato alla Regione il resoconto annuale sulle violazioni urbanistico-edilizie, impedendo una piena ricognizione del fenomeno che ha compromesso l’integrità del territorio.
Per velocizzare le procedure di abbattimento e rafforzare la deterrenza contro nuovi abusi, il Parco dell’Alta Murgia ha siglato il protocollo d’intesa in materia di acquisizioni e demolizioni di manufatti abusivi, il primo che a livello nazionale ha coinvolto il Ministero dell’Interno con le Prefetture di Bari e BAT per ripristinare la legalità violata favorendo il ripristino dello stato dei luoghi.
«L’accordo siglato vuole contrastare con un’azione preventiva chi costruisce per vie illegali – dichiara il presidente Francesco Tarantini – attraverso una cooperazione che mette insieme per la prima volta in Italia Prefetture e Procure sul tema degli abusi edilizi, per velocizzare il più possibile le procedure di demolizione. Il nostro Ente ha inoltre istituito in bilancio un apposito capitolo per contribuire all’abbattimento dei manufatti. L’obiettivo è scongiurare il sorgere di nuovi abusi, migliorando così la tutela del Parco dell’Alta Murgia.»
L’importante accordo è stato firmato nella sede del Parco da Francesco Tarantini, presidente dell’ente, Antonio Decaro, presidente della Comunità del Parco, Anna Maria Tosto, Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, Antonia Bellomo, Prefetto di Bari, Rosanna Riflesso, Prefetto della BAT, Roberto Rossi, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Renato Nitti, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani e dal Ten. Col. Giuliano Palomba, Comandante del Reparto Carabinieri Forestali Parco.
Alla base vi è un duplice obiettivo: da un lato dare impulso alle procedure di demolizione creando sinergia tra le parti coinvolte, dall’altro prevenire nuove costruzioni illecite grazie al loro coordinamento. Rilevati gli immobili abusivi da parte dei Carabinieri Forestali, priorità di abbattimento sarà data alle opere rientrati in zona A (area di tutela integrale), cui seguiranno quelle in zona B (riserva generale orientata), in zona C (area di protezione) e infine in zona D (area di promozione economica e sociale). Incontri a cadenza semestrale permetteranno di monitorare lo stato operativo dell’accordo, apportandovi integrazioni se necessario. Per agevolare ulteriormente le procedure, il Parco ha istituito un capitolo di spesa per la demolizione dei manufatti, impegnando una iniziale somma di 50mila euro cui andranno a sommarsi ulteriori risorse del Ministero della Transizione Ecologica, a seguito dell’invio da parte dell’Ente del Piano degli abbattimenti.
Convocato in audizione, l’ente Parco ha presentato un dossier nella Commissione abbattimenti opere abusive nelle aree protette nazionali, che rileva gli immobili illeciti ricadenti nell’Alta Murgia. Da questo emerge una netta distinzione tra gli abusi perpetrati prima del 2004 (anno dell’istituzione dell’ente) e quelli compiuti dopo. Al periodo che precede la nascita del Parco sono attribuibili due complessi turistici di notevoli dimensioni, in località Castel del Monte ad Andria e in località Murgetta a Gravina in Puglia. Con l’istituzione dell’area protetta gli abusi hanno riguardato principalmente la realizzazione di opere accessorie o ampliamenti di manufatti già esistenti, soprattutto in aree agricole, nelle masserie e in zone turistiche e residenziali come quella ai piedi di Castel del Monte.
A chiudere la giornata la presentazione del piano di contrasto, attraverso fototrappole, all’abbandono selvaggio dei rifiuti e l’incontro con le associazioni agricole sull’attuale e delicato tema della sicurezza nelle campagne.