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HYPERICUM PERFORATUM – Iperico – Erba di San Giovanni –  Scacciadiavoli

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Iperico particolare

Il suo nome scientifico è Hypericum peforatum ma da noi, a Ruvo di Puglia, è conosciuta con il nome dialettale di “Ierv d’ San Giuann” ovvero erba di San Giovanni.

L’iperico, questo è il suo nome volgare, è una notissima pianta officinale appartenente alla famiglia delle Ipericacee.

Il suo uso terapeutico è noto da millenni. E’ una pianta erbacea perenne alta circa 70 cm e diffusa in tutta Europa, Asia ed Africa settentrionale.

In Italia è comune nei luoghi aridi e soleggiati, come i bordi delle strade di campagna, campi incolti e pascoli.

Sulle Murge ha un’ampia diffusione, in particolare sulle aree sommitali del costone murgiano.

I suoi fiori hanno una tonalità gialla intensa e sono circondati da vescicole scure e foglie allungate con piccole bollicine che le fanno apparire bucherellate.

Da questo aspetto deriva l’appellativo perforatum. Fiorisce dai primi di maggio a fine giugno anche se per i suoi usi terapeutici va raccolta prima del 24 giugno giorno di San Giovanni.

La droga è data dalle sommità fiorite che contengono un olio essenziale ricco di terpeni, composti flavonici ipericina e rutina.

L’iperico è stata da sempre considerata una “pianta magica” e dai molti usi rituali tanto è vero che è anche nota come “cacciadiavoli”.

Se ne conosceva l’uso sin dall’antichità classica tanto da essere citata da Dioscoride, Galeno e Plinio.

In passato era comune veder appeso un mazzetto di iperico sopra le immagini sacre perché vi era la convinzione che allontanasse gli spiriti maligni dalla case.

A questa usanza si deve non solo l’appellativo di scaccia diavoli già ricordato ma anche la stessa etimologia del nome latino: hypericum, infatti, deriva a sua volta dal greco hyper, che significa “sopra”, ed eikon, che vuol dire “immagine”.

L’iperico veniva e  viene utilizzato per uso esterno in olio o pomate come disinfettante, antivirale (ottimo nell’herpes), antibatterico, antimicotico e cicatrizzante e riepitelizzante di ferite, ustioni e piaghe da decubito.

Da noi in Puglia viene utilizzato soprattutto per la preparazione dell’”olio rosso” Le piante di  iperico vengono raccolte nella prima settimana di giugno e messe ad essiccare anche se non completamente.

Poi dal fusto vengono tolti i fiori e le foglie apicali che vengono pressate in un vaso di vetro trasparente che verrà poi riempito di olio di oliva sino a coprire del tutto le foglie.

Quindi il vaso chiuso e messo al sole per circa due mesi sino a quando l’olio non diventa di un rosso cupo.

A questo punto il tutto viene  filtrato e l’olio di iperico è pronto.

Un utilizzo abbastanza recente dell’iperico è quello per via interna in compresse, capsule o tisane come antidepressivo e ansiolitico.

In passato era utilizzato per regolare il sonno e l’umore in occasione di disturbi legati alla menopausa.

Tuttavia è bene saper che l’iperico ha un’azione fotosensibilizzante della cute particolarmente in soggetti con pelle capelli e occhi chiari.

Può quindi dare reazioni come arrossamento e prurito sulle parti esposte ai raggi UV. Per questo, a scopo precauzionale, dopo l’eventuale assunzione, è sempre consigliabile evitare di esporsi al sole.

Anche l’applicazione dell’olio sulla pelle può determinare la comparsa, per reazione ai raggi solari, di antiestetiche macchie che possono poi impiegare molto tempo per scomparire; per questa ragione va sempre evitato l’uso topico del prodotto prima della tintarella.

Ringrazio Francesco, titolare del  ristorante Mezza Pagnotta, a Ruvo di Puglia, per avermi dato la possibilità di scattare alcune foto, nel suo ristorante.

 

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