L’obiettivo è contrastare la progressiva scomparsa di api e farfalle.
In Italia delle 151 specie di api native oltre il 20% è in stato di conservazione critico. 18 le specie di farfalle a rischio estinzione
Tutelare gli insetti impollinatori e avviare un percorso di conoscenza sul loro prezioso ruolo, indispensabile per il mantenimento della biodiversità, la produzione diversificata di colture agricole e la funzione di indicatori della qualità ambientale. Mirano a questo le attività che il Parco dell’Alta Murgia, in sinergia con Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, metterà in campo nei prossimi mesi per la salvaguardia di api e farfalle nel territorio del Parco. Un progetto chiamato “Alta Murgia: un Parco per api e farfalle” e realizzato nell’ambito delle “Azioni per la protezione degli impollinatori e diffusione dell’entomofauna”, identificate dalla Direttiva n.0023838 del 24-10-2019 del Ministero dell’Ambiente.
In cima agli obiettivi c’è l’individuazione di interventi di miglioramento ambientale e di pratiche di gestione delle aree forestali e agricole, per favorire una migliore condizione degli impollinatori selvatici presenti nel Parco. Step che seguirà alle attività di campo volte a conoscere le specie di flora più attrattive per gli insetti e localizzare il tipo di vegetazione di maggiore interesse.
Il progetto “Alta Murgia: un Parco per api e farfalle” prevede la realizzazione di una prima check list dei Lepidotteri e Apoidei (farfalle e api), con indagini di campo e la raccolta di dati disponibili in letteratura, grazie ai quali sarà costruita la Carta della Vocazione Apistica del Parco dell’Alta Murgia, con informazioni specifiche sulle aree di presenza e frequentazione delle specie. Un focus particolare lo avranno le specie di interesse comunitario e incluse nella Direttiva Habitat, quelle rare, di importanza conservazionistica o con popolazioni in forte riduzione.
Non solo tutela, ma anche informazione e sensibilizzazione sull’importanza di api e farfalle nel mantenimento della qualità del territorio. Il progetto prevede webinar rivolti ad agricoltori, apicoltori e cittadini, con approfondimenti sugli aspetti ecologici delle specie e volti a integrare al meglio le attività produttive con le necessità di conservazione; pillole YouTube con curiosità e la descrizione degli impollinatori, in particolare delle specie “bandiera” e degli ambienti del Parco più a loro idonei; attività di citizen science con bioblitz sul territorio, per educare la comunità riguardo le specie presenti nel Parco e sensibilizzarla sull’importanza di tutelarle. Il primo dei bioblitz è in programma il prossimo 9 gennaio. Ai partecipanti – nel pieno rispetto delle norme anti-Covid – sarà chiesto di cercare e identificare un numero più alto possibile di api e farfalle, caricando foto e osservazioni sulla piattaforma iNaturalist (https://www.inaturalist.org/)
La forte diminuzione degli impollinatori affligge l’intero Pianeta. In Europa, secondo la European Red Lists of Bees, delle 2.000 specie presenti l’8% è in declino e il 9% a rischio estinzione. In Italia, delle 151 specie di api native, 5 sono considerate potenzialmente estinte, 10 sono in pericolo, 2 in pericolo critico, 4 sono vulnerabili e 13 risultano vicine a uno stato di minaccia. I dati sui Lepidotteri non sono dissimili. Secondo la European Red List of Butterfly, il 9% delle farfalle europee sono minacciate e la gran parte vive nell’Europa meridionale. In Italia le specie a rischio estinzione sono 18, il 6,3% di quelle valutate.
«L’obiettivo è contrastare la progressiva scomparsa di api e farfalle – dichiara Francesco Tarantini, presidente PNAM – Cambiamenti climatici, uso massiccio di pesticidi e agricoltura intensiva hanno alterato il delicato equilibrio degli ecosistemi, con una riduzione in crescendo degli impollinatori. Serve ricordare che dipendiamo dalle api e alla loro scomparsa, in breve tempo e con molte probabilità, seguirebbe la nostra. Se poi si fa un cenno ai risvolti economici, va detto che api domestiche e impollinatori selvatici permettono l’impollinazione di oltre l’85% delle piante selvatiche e più del 70% delle colture agrarie, per un valore in Italia di 2 miliardi di euro l’anno. Il Parco sta incrementando le azioni per tutelare questi preziosi insetti, sia su un piano scientifico sia attraverso attività di citizen science, sensibilizzando i cittadini sulla necessità di proteggerli».
Penso che l’obiettivo primario sia proteggere LA MURGIA! Si, perché se non si mette un atto un progetto di tutela del PARCO, non solo scompariranno le farfalle ma l’ambiente stesso. Tra spie tra menti selvaggi col fine di ottenere prebende economiche, cinghiale e bon ultimo la concessione di poligono di tiro ai militari, ai nostri figli rimane ben poco e, ai nostri nipoti solo il ricordo!