Home Le Eccellenze dello Sport coratino Mbà Luigi Mangano: l’iron man con la medicina del cuore neroverde

Mbà Luigi Mangano: l’iron man con la medicina del cuore neroverde

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Ph Sergio Porcelli

La passione per lo sport l’ha sempre avuta mba’ Luigi Mangano, da spettatore perlopiù del calcio. In una famiglia di figli e nipoti interisti, lui è l’unica pecora (bianco) nera, ma soprattutto il cuore batte per il suo vero amore, per i colori nero-verdi della sua città, Corato.

Grande lavoratore come coltivatore di tante terre, non ha avuto moltissimo tempo per seguirlo ed innamorarsene, quanto ne ha ora, che per via di una arteriopatia diabetica è costretto da alcuni anni a sedere su una sedia a rotelle e purtroppo obbligato alla amputazione dei due arti inferiori, rispettivamente 7 e 4 anni fa, in quest’ultima diagnosticandogli poche speranze, passando dal coma.
“Non era la sua ora” ci dice scherzando Mariella, una dei quattro figli (tre donne, Rosa, Cristina, lei e il fratello Giuseppe ultrà nero-verde, zio dell’ ex calciatore del Corato Antonio Asselti).
Assiste lei alla nostra chiacchierata, ma ci confida che l’apporto al papà non prevede nessun confronto tra fratelli, ognuno dà il massimo della disponibilità, compatibilmente ai propri impegni.
“Non sappiamo neanche noi, da dove trovi tutta questa energia” il 73enne papà.
Ma Luigi si aggrappa anche alle piccole-grandi cose della vita, che nel caso specifico riguarda l’amore per i nipoti..

E tra i due mali scegli il minore e praticamente ci confessa “meglio le gambe che non la vista” che è probabile conseguenza delle malattie collegate al diabete.
E’ il suo cardiologo di fiducia ad etichettarlo con il nomignolo di “Iron Man” uomo di ferro, perché tra l’altro il nostro super eroe conserva un vizio ed una passione.
E’ infatti un accanito fumatore e segue con grande fermento ai bordi del campo ogni partita del suo Corato, che piova, nevichi o il sole spacchi le pietre.
“Per lui è un ora di svago, un obiettivo da raggiungere dopo una settimana d’attesa, partecipe, considerato ed amato dai calciatori con discrezione e non per compassione, come accade in alcuni frangenti, quando lo squadrano più per banale curiosità. Ed è spronato nella voglia di vivere, trattato come una persona normale” continua Mariella. Interviene Luigi e aggiunge: “Mi vogliono tutti bene e fanno a gara ad abbracciarmi, ma c’è stato un calciatore in particolare a cui ero più legato. Era il ragazzo di colore Toure’, che a fine partita veniva sempre a salutarmi ed io ricambiavo con le caramelle”.
Il covid non ha fatto lenire il suo interesse, si informa, impreca per lo stadio, che prima era a 200 metri da casa e bastava che i figli lo accompagnassero a piedi. Gli manca stare tra la gente, trovare una ragione di vita, come non si era abbattuto neanche dopo il passaggio a Ruvo.
“Una citazione è doverosa farla” mentre il nostro super tifoso ritrovando la foto si commuove.
“Sono sempre in debito con quel galantuomo del nostro Presidente Maldera, che senza pubblicità ha messo a disposizione un mezzo anche per le partite a Ruvo a sue spese, senza pretendere nulla. È grazie a lui se ho continuato a vedere le partite a Ruvo”. Per tutta la famiglia chiede di avere una vita serena, di stare tutti in salute e volersi bene.
Ribatte il papà: “È più che sufficiente per noi, mi va anche bene così. Ho la fortuna di avere dei bravissimi figli, nel ricordo di mia moglie (mentre gli luccicano gli occhi). È in questa situazione che si apprezzano le piccole cose, anche di un semplice caffè al bar, finché non mancano. Ma vorrei anche, per me e per tutti i coratini, uno stadio degno della nostra città”.
E di questo fa un invito alla nostra amministrazione affinché cambi marcia.
Lo sport è anche questo, solidarietà, aggregazione, mitigazione delle proprie sofferenze, medicina salvifica più di una penicillina o di una tachipirina, come lo è per Luigi Mangano, il grande Mba’ Luigi, super tifoso dal cuore nero-verde.

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