Home Le Eccellenze dello Sport coratino Giuseppe Maldera: la scommessa e l’atto d’amore di un presidente appassionato

Giuseppe Maldera: la scommessa e l’atto d’amore di un presidente appassionato

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“Il mondo del calcio è simile allo spettacolo: il presidente è il produttore, l’allenatore il regista, il direttore sportivo il direttore di produzione, i calciatori gli attori, la partita il film“. (Vittorio Cecchi Gori)

Il calcio è una metafora della vita alla quale si dedica passione, tempo e denaro, disse Silvio Berlusconi Presidente. Ma è anche una scommessa ed un atto d’amore per la propria città, che calza a pennello per la storia di questa settimana, quella di un altro Presidente con la P maiuscola, che in scala ha dato tanto e si spera continui a darne ancora a lungo ai colori della sua città di Corato: Giuseppe Maldera. È Patron in un calcio moderno che dà poco spazio ai valori ed ai sentimenti, in cui in quello dilettantistico, sono in pochi a rischiare di tasca propria. Basta avere qualche sponsors e ci si ritrova al timone dei soldi altrui. Lui invece, è uno che rischia ed investe di tasca propria e fa sognare tanti tifosi, a volte imprecare per amore della propria squadra.

Vecchia Passione
Una passione che viene da lontano, ereditata da papà Vito, ora presidente onorario, già dirigente di una vecchia società. Con lui ha da sempre condiviso la passione per il Bari e il Corato, portandolo da giovane a giocare prima nei giovanissimi e allievi dell’A.C.S.I. Corato, continuando con la partitella amatoriale della settimana, condita da qualche torneo.
Nel volley
Il salto di qualità il giovane imprenditore caseario ora trentottenne, lo compie nel volley femminile, tirato per la giacca da Riccardo Porro che lo invitò ad una partita di playout contro il Cutrofiano, innamorandosi di questo gentile contesto e sport. Una bella esperienza di 2 anni, con molti successi, seguita da una pausa, prima del corteggiamento della società calcistica di Castelli, tramite l’amico Michele Asselti, prima come sponsor poi a 360°.

Passaggio al calcio
Ora Giuseppe Maldera è alla sua 5^ stagione con un bilancio, i cui risultati incominciano a dargli ragione, già dalla scorsa annata, compresa la prima metà di questa.
Sono uomo di impresa e quando abbiamo confezionato la prima squadra di Eccellenza, tutti dicevano che sulla carta eravamo tra i più forti. Nell’impresa invece la carta canta ma poi ho constatato sulla mia pelle che per i calciatori non basta il curriculum ma motivazione, spirito di gruppo e serenità. I primi anni sono stati disastrosi pagando lo scotto della inesperienza perché il sistema calcio se non lo vivi non è affatto semplice da governare. Ora forti di questi errori siamo maturi ed in grado di affrontare le vere insidie“. Sono le prime parole del leader della USD Corato Calcio 1946.
Soddisfazioni, delusioni e rischio abbandono
Le maggiori soddisfazioni in entrambe le vesti di Presidente, Maldera le ha ricevute dalla Coppa Italia, vincendo sia nel volley che nel calcio la Coppa regionale. Nel volley in B2, ha perso la finale nazionale contro i friulani della Città Fiera di Martignacco, la corsa nel calcio si è interrotta grazie al Covid che frantumò i sogni di passaggio in serie D.

“La delusione più cocente della mia gestione”, ci confessa il Presidente. “La riammissione in serie D ci toccava, sia perché eravamo la 1^ delle seconde fuori dal lotto per 6 millesimi, scavalcati per aver ripescato due prime in Basilicata e Piemonte e primi nella graduatoria nazionale di Coppa, improvvisamente snobbata”.
Delusione la sua, che fa coppia con la sconfitta umiliante subita 2 anni fa contro il Trani che mette a fuoco la mancanza di spirito di appartenenza ed attaccamento alla maglia, che in entrambe le occasioni ha fatto scricchiolare l’amore verso il calcio. Pericolo che tuttora non è del tutto scongiurato per i problemi legati allo stadio, che non avrebbe impedito di fare la serie D per un accordo con lo stadio degli Ulivi di Andria.
Cambi umorali
L’imprenditore è un po’ come un attaccante, istintivo, anche un tantino umorale a seconda che segni o meno.
Il calcio è fondato sul risultato, si vive di emozioni e risultati. Basta poco per accendere gli entusiasmi e poco per demoralizzarsi, a seconda che si vinca o si perda “.
Nelle ultime due estati è bastato poco per riaccendere il fuoco della passione e costruire in pochi giorni due super squadre, in periodo di covid ha ritenuto di rallentare anche perché ci dice: “Non si può più improvvisare e rischiare. Questo calcio è solo sulla carta dilettantistico, con costi e organizzazione da professionisti e non puoi fidarti di calciatori che cambiano casacca come calzini, senza più valori umani“.

Obiettivo e futuro incerto
L’obiettivo iniziale di questo Presidente tanto amato dalla sua piazza e non solo, era quello di riportare la città più imprenditoriale di Puglia in serie D dopo 31 anni (oggi).
Ora fa fatica a rispondere su un futuro senza certezze, dato in primis dalla mancanza dello stadio, ringraziando chi ha elogiato i suoi sforzi seguendo le sorti della squadra nel bene e nel male, anche con delle critiche costruttive che umilmente cerca di cogliere, a condizione che ci sia educazione e rispetto che in caso contrario fa saltare il banco.

Tifoseria
La tifoseria coratina ha raggiunto grande maturità specie nell’accoglienza delle altre tifoserie sulle gradinate di Ruvo senza divisori. Ma lo ha anche dimostrato nel coinvolgimento di tante famiglie, donne, bambini, culturalmente che mi fa affermare con orgoglio di essere pronta al grande salto“.
Toni rassicuranti
Il tono con cui conduce l’intera discussione è sempre rassicurante, ottimista, appassionato, innamorato di questo mondo pur con tutte le perplessità del momento che si spera si dissolvano come nuvole di passaggio. E lancia un messaggio forte a 360°: “Lo Sport è palesemente salute ed aggregazione sociale. Ma le società sono anche simbolo di una città e volano economico che crea indotto tale da dover essere più considerate dalla politica, ma anche da tutto il tessuto economico “.
Come dargli torto? Fin qui la prova dell’atto d’amore Giuseppe Maldera l’ha abbondantemente superata, gli tocca completare la pratica della scommessa vincente. Ma questo da ora in poi non dipenderà solo da lui. Tocca alle istituzioni locali o il suo fervore si raffredderà! Ha più volte ribadito che per Amore mai si sposterebbe città. Ma perderlo sarebbe un peccato per l’intero calcio!

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