“I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre lì” (Jim Morrison)
La “Primavera” come l’Università!
Arrivare all’ultimo anello del settore giovanile di una società professionistica (Primavera) come il Bari, è come iniziare a vedere la luce, cioè giungere all’università del calcio, prima di immettersi nel mondo del football che conta. La strada è ancora lunga, ma essere tra i cosiddetti “Giovani di Serie” è già un passo avanti, come partire in “Pole Position” dopo le prove di un Gran Premio. La scorsa stagione sono stati 9.413 i giovani di serie dopo i 14 anni, delle squadre professionistiche italiane, (pari all’1,3% su 689.805 tesserati dell’intero settore giovanile), che ambiscono ad entrare tra i 2.928 professionisti, con un passaggio medio di esordi del 6% in A (ca 50), fino al 12% in C (ca 120), con un abbondante 40% che smette di giocare.
Una carta che va giocata fino in fondo, per un vero privilegio guadagnato sul campo, grazie al proprio talento, che però va sempre curato con la medicina del sacrificio, dell’umiltà, dell’applicazione e del carattere.
È ciò che sta facendo il giovanissimo Francesco Lops, di scuola San Gerardo cresciuto da Mr. Gallo, che ha in parte bruciato le tappe. Classe 2005, lui è per status con i 2004 ancora un Under 17 (allievi come si chiamavano prima). Ma complice il virus che ha stoppato il campionato di competenza ed anche qualche promozione di ragazzi primavera 2002-2003 in prima squadra, come Mercurio, Francesco già da tempo ha accolto con entusiasmo la notizia della direzione tecnica e di mister Doudou di passare con due anni di anticipo nella rosa Primavera. Il giovane calciatore ha esordito già vs il Bisceglie di categoria, seguita da altre presenze, bloccato da un mese per un piccolo problema muscolare.
Un centrocampista intelligente, con entrambi i piedi buoni, capace di saltare l’uomo e con una duttilità che gli consente di dare il massimo da mezzala o trequartista, ma anche esterno di attacco o quinto dei centrocampisti. Per i più anziani tecnica sopraffina che ricorda tanto la classe di Antonio De Marinis, anche per la conformazione fisica, con la speranza che riesca ad ottenere dal calcio professionistico più di ciò che ha avuto il grande Tonino. Doti tecniche, risaltate sin da bambino, quando si vedeva che avesse un passo superiore alla media.
Selezionato nell’ultimo anno esordienti nel Bari di Paparesta, non si è abbattuto per il ritorno a Corato dopo il fallimento di quella società. Tempo al tempo, i valori vengono sempre a galla e da due stagioni è tornato al club biancorosso super richiesto dallo staff barese, ad iniziare dai direttori Antonello Ippedico e Giuliano Antonicelli. 5 allenamenti settimanali alla volta di Bari, più la partita in giro per tutto il Meridione, uniti al sacrificio anche della famiglia, di mamma Enza ed in primis di papà Ernesto che in periodo di covid per sbirciare l’allenamento a porte chiuse del figlio, trascina con sé la scaletta per superare con lo sguardo il muretto, oltre il quale il suo idolo speciale si sta allenando.
Per Walter Maggiulli il discorso è diverso. È ancora categoria Esordienti, con il vincolo annuale e dovrà aspettare il 14° anno per il tesseramento da Giovane di Serie. Il covid, per la loro categoria ha fatto più danni, non essendo ancora di rilevanza nazionale. Ma finché è stato possibile il ragazzo si è allenato a Bari, con la considerazione dei tecnici per i portieri. Un ragazzone di poco meno di 13 anni con una maturità che ne dimostra di più. Gran fisico e predisposizione a ruolo di portiere, Walter ha iniziato con la Sacra Famiglia di Luigi Faretra, passando poi alla Pol. San Gerardo che lo ha lanciato, con Luigi Zinetti, per essere preparato e raffinato nella tecnica di base specifica da mister Giuseppe Loiodice, ormai specialista da preparatore di portieri. Francesco è pronto a partire per la trasferta di Palermo, Walter a ripartire con gli allenamenti. Entrambi hanno un sogno da raggiungere, il cui ottenimento dipende solo dalla loro fame, caparbietà, impegno, da difendere anche con le unghie quando serve. Sognate ancora ad occhi aperti, ragazzi miei e come disse Nelson Mandela:
“Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso “. E voi non arrendetevi mai, in bocca al lupo!