Francesco Ludovico Tedone, cui è dedicata l’associazione, è una delle 23 vittime di quel tragico 12 luglio 2016, perite nell’impatto di due treni della ferrotranviaria Bari-Nord, nel tratto Corato-Andria.
“KOMOREBI” in giapponese significa luce che attraversa i rami degli alberi, in un senso altamente filosofico.
In periodo di lockdown dello Sport, spiccano i fari della Pol. San Gerardo, accesi di martedì nell’unica serata della settimana e significano Frisbee in onore di Francesco Ludovico Tedone.
Con tanto di distanziamento e di rispetto delle regole ferree covid, si allenano i ragazzi della squadra DISC & DISC, nella doppia accezione etimologica (dialettale, in senso logorroico ed anche di disco al quadrato) iscritti alla FIFD (Federazione Italiana Flying Disc) o se preferite più semplicemente Frisbee.
È la costola sportiva che converge nell’associazione culturale, nel segno di un fatal destino di un giovane coratino, che come tanti, sognava un futuro stellare, luminoso, ricco di progetti e soddisfazioni, passando da un’esperienza di un anno in Giappone. È la sorte che è toccata a Francesco Ludovico Tedone, cui è dedicata l’associazione, una delle 23 vittime di quel tragico 12 luglio 2016, perite nell’impatto di 2 treni della ferrotranviaria Bari-Nord, nel tratto Corato-Andria.
Il merito di questo connubio è di due verdi ragazzi, Simone Grosso, promotore e Allenatore della squadra di frisbee e Tiziana Tedone, vicepresidente e soprattutto sorella di Francesco, al pari dell’altro fratello Natale Presidente della omonima associazione nata nel novembre 2016. Gli occhi di Tiziana si illuminano come a festa patronale, di gioia ed emozione, quando tocchiamo il tasto del povero Francesco.
L’associazione sorge per ricordare la figura del fratello, ma più che altro di “come voleva vivere, lui, pieno di vita, luce ed energia” – come dice Tiziana.
“L’associazione è un contenitore misto, in cui ci abbiamo inserito cultura ed arte ed ora sport, che parte da un cineforum, spazi artistici, con l’apice del KOMOREBI, che si tiene ogni 12 luglio, in sua memoria e di tutte le altre vittime” – ci spiega. Ed è stato del tutto naturale coniugare in una riunione d’intenti, la proposta di Simone, piacendosi reciprocamente nella propria dimensione: idee, filosofia e progetti futuri come la cittadella dello sport, che accolga quelli cosiddetti minori.
Simone è colui che ha portato a Corato e nel meridione, questa sconosciuta disciplina del Frisbee, iniziando con partite amatoriali in villa comunale e che ora sta dando un senso più concreto a questa sua passione. È un ex studente di psicologia, (poi laureato) alla Bicocca di Milano, che ha esaurito interessi per i vari sports che ha praticato (volley-calcio-kickboxing) e che trova nel frisbee un nuovo interesse di cui si convince di poter coltivare con grande applicazione e passione.
Nella vita anche le coincidenze ci mettono lo zampino, perché alla sede di un concorso pubblico, Simone incrocia il suo amico Lobaccaro di Gravina con cui aveva fatto i primi passi al Cus Milano e che nel frattempo si è trasferito a Torino, dove continua a praticare questa passione. Nella loro chiacchierata c’è l’auspicio di entrambi di sviluppare questo nuovo sport, anche nella terra vergine pugliese, dove il disco è conosciuto come unico strumento da spiaggia.
Scatta la scintilla definitiva per entrambi, già allo stato embrionale, di non sentirsi cattedrale nel deserto e di sfatare un tabù e proseguire il cammino di una unica o doppia società nel meridione, che 8 anni fa a Bari aveva provato l’avventura durata solo due stagioni.
L’attrazione del fascino verso questo sport americano, nato in un college californiano di Los Angeles in fine anni 60, in piena rivoluzione culturale e trasferitasi nell’Italia del Nord tra gli anni 70/80, è enorme.
L’idea romantica è di poter rivivere le origini di studenti che andavano in pasticceria e dopo aver gustato il “cake” su un vassoio circolare di latta, diventava strumento di gioco, trasformato in “frisbie’s pie”, poi realizzato in plastica dalla Wham-O.
Il frisbee è lo strumento che di fatto sviluppa ben 10 diverse discipline: Disc-golf, Guts, Free-style, Disc-dog, i più praticati. Simone punta sull’Ultimate, che si avvicina al rugby e soprattutto al Football americano, per via delle mete, avanzamento e sue linee, al basket per il piede-perno, per caratteristiche aeree al volley, al calcio per la tattica.
Confidando proprio nella complicità gravinese, la Disc & Disc ha organizzato in estate il “Disco di Pietra”, trofeo realizzato dalla scultrice Titti Maffiola (membro dell’associazione e della squadra), con modalità HAT, cioè con squadre che si mischiano in continuazione e con un vincitore singolo che è risultato Pietro Miscioscia, soprannominato Thor, come da tradizione dello Sport, in cui il 1° allenatore, assegna un soprannome a vita, piaccia o non piaccia: Mc Fly, Deneb, Brazo, Medusa.
Con il rugby, quello di cui sopra non è l’unico punto d’incontro, ma vi si aggiungono attenzione massima per il Fair-play e riti.
Ciò che contraddistingue è l’atteggiamento e lo spirito di gioco, nell’applicazione e conoscenza del regolamento, corretto, onesto, ma sempre nell’ambito della competitività, con una classifica a parte per il Fair-play, che rimane secretata fino a fine campionato. Nell’autoarbitraggio è però consentito un chiarimento aperto di 30″ entro il quale lasso di tempo, deve rientrare, mentre a fine gara, prima del fatidico 3° tempo, il Rito principale del “Cerchio” tra i capitani e poi a chi volesse intervenire, importante quanto l’urlo iniziale. L’obiettivo immediato è ritornare all’allenamento di contatto.
“Ora il frisbee è ancora uno sport poco conosciuto” – ci dice Simone, ma gli obiettivi sia personali che federali, sono ambiziosi, non solo virtuali. Il progetto è crescere, entrando nelle scuole, come in Emilia e Veneto, unita alla capacità di comunicare e diffondere i propri pregi. Allenatore e società non disdegnano il desiderio di diventare la 1^ e forse unica società del Sud a partecipare ai campionati italiani (dalla A alla C) e magari fornire il 1° pugliese alla nazionale per i prossimi mondiali e rendere la disciplina a 5 cerchi nella competizione Olimpica nella culla del Frisbee a Los Angeles nel 2028.
Ma il Komorebi, luce che viene dall’alto trasmessa da Francesco, si è già insediata, non tra gli alberi ma nell’erba di questi campi in cui si svolge questo spettacolare sport in via di evoluzione grazie a 2 caparbi giovani.