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Cosa resterà di “Restare”?

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Di Carmine Patruno

La nostra Amministrazione ha dato grande risalto al progetto “RESTARE”, che “si propone di agire sulle difficoltà occupazionali di giovani in condizione di disoccupazione, di sottoccupazione o che siano insoddisfatti della propria condizione lavorativa.”
Ci sono stati decine di post e comunicati per annunciare, promuovere ed enfatizzare la cosa.
A chiusura dell’avviso pubblico risultano 95 domande ammesse; ho chiesto come fossero ripartite tra le varie posizioni offerte, ma non ho avuto risposta.
La spesa per il progetto ammonta a 154.000 euro, di cui 34.000 a carico del Comune e 120.000 di risorse ANCI (sempre soldi pubblici, cioè nostri); questa la distribuzione delle risorse:
32.100 euro a Vision Square Limited (?) in rete sembrerebbe essere una società INGLESE
30.900 euro a Fondazione Università Ca’ Foscari (VENEZIA)
14.000 euro alla APS If in Apulia
47.000 euro alla Associazione Imprenditori Coratini, di cui 20.000 quale contributo per i partecipanti (400 euro per ognuno dei 30 tirocini/borse lavoro e 800 euro per ognuna delle collaborazioni).
• Quindi, riassumendo, 20.000 euro per i giovani e 134.000 euro per i partner del progetto.
Sarebbe stato opportuno, fra i tanti comunicati, far sapere il ruolo svolto da ognuno dei partner; e sarà interessante, a consuntivo e a giustificativi presentati, vedere come sono stati spesi quei soldi; nessuno dei partner del progetto, a mio avviso, dovrebbe trarre lucro dal progetto stesso.
Esaminando le aziende ospitanti, le posizioni offerte e le retribuzioni proposte, solo quella di Maiora è, a mio parere, più che dignitosa: per 25 ore settimanali vengono offerti 600 euro netti mensili, oltre al contributo una tantum di 400 euro lordi; per le restanti 27 si va dallo ZERO (o, almeno, non è indicata alcuna cifra) a 450 euro mensili.
Sorvolo, poi, sulle competenze ed esperienze richieste da diverse posizioni, davvero da professionisti affermati invece che da giovane che vuole fare esperienza.
In questo tipo di approccio al lavoro è obbligatoria la figura del TUTOR, figura terza tra azienda ospitante e lavoratore, lavoratore che dovrà avere un vero e proprio PROGRAMMA FORMATIVO; ci devono essere report quotidiani sul lavoro, sugli orari, sui compiti assegnatigli. Dubito quindi che il Tutor possa essere un interno all’azienda, anche perché deve vigilare che l’azienda operi nello spirito del progetto.
Insomma, si tratta di una esperienza che deve essere controllata e vigilata dall’ente che la promuove, che va incontro sia al borsista che al datore di lavoro. Mi auguro che vada effettivamente così, così come mi auguro che qualcuno trovi effettivamente un lavoro stabile con retribuzione dignitosa.
Concludo con una considerazione: iniziative simili, tese ad agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ce ne sono davvero tante:
• Garanzia Giovani
• NIDI
• Punti Cardinali
• GOL
E sicuramente me ne sfugge qualcuna; si può magari pensare che più opportunità ci sono e meglio è, ma si può anche pensare si generi confusione, e che ci sia un enorme impiego di risorse pubbliche con risultati piuttosto scarsi; se Restare e tutte le altre iniziative citate funzionassero bene, il problema della disoccupazione, non solo giovanile, sarebbe risolto…

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