a cura di Christiencarlo Mangione
(Consulente del Lavoro in Corato)
Il Coronavirus è arrivato anche in Italia.
I lavoratori e i datori di lavoro si stanno chiedendo come gestire le eventuali assenze dal lavoro. La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, ha individuato 5 possibili casi che potrebbero venire a crearsi.
Lavoratore che vive nelle zone di contagio
Il lavoratore, per disposizioni delle autorità pubbliche, non potrà uscire di casa e quindi sarà impossibilitato a recarsi al lavoro. Il questo caso il lavoratore risulterà giustificato e regolarmente retribuito, in quanto l’assenza dal lavoro è indipendente dalla sua volontà, ma necessaria per motivi di salute pubblica. La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha richiesto, per tale tipologia di assenza, la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione.
Un’alternativa, laddove sia possibile, sarebbe il ricorso allo smart working (lavoro da casa).
Attività aziendale impedita dalla Pubblica Autorità
La seconda situazione che potrebbe verificarsi è la sospensione dell’attività delle imprese che si trovano nelle aree colpite dal contagio. Anche in questo caso l’assenza del lavoratore sarà giustificata e retribuita. Per tale tipologia, si richiede la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione.
Quarantena obbligatoria
Riguarda i lavoratori che manifestino sintomi riconducibili al Coronavirus e che abbiano avuto contatti stretti con casi di contagio confermati. Questa ipotesi può comportare l’assenza del lavoratore interessato. L’assenza del lavoratore dovrà essere regolata come una malattia.
Quarantena volontaria
La quarta tipologia è quella del lavoratore in quarantena volontaria. Si tratta di quei soggetti che rientrano da zone così dette a rischio. Il lavoratore ha l’obbligo di avvisare l’ASL competente per territorio e l’autorità sanitaria può decidere per una permanenza domiciliare con sorveglianza. In attesa di decisioni concrete, secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, la quarantena volontaria da chi proviene dalle zone a rischio può rappresentare un comportamento di oggettiva prudenza, e disciplinato come se l’astensione del dipendente dal lavoro fosse obbligata da un provvedimento amministrativo.
Assenza per paura
Il dipendente che si assenta per la sola paura del contagio da coronavirus, senza che ci sia alcun provvedimento della propria azienda o della pubblica autorità, sarà considerato assente ingiustificato e rischia il licenziamento.