Ieri la cerimonia di premiazione a Corato, nel chiostro di Palazzo Gioia
La voce della memoria si è fatta parola, emozione, riconoscimento. Ieri sera, nella cornice sobria e suggestiva di Palazzo Gioia, il giornalismo pugliese ha ritrovato uno dei suoi momenti più alti con la serata di premiazione del “Premio Giornalistico Mario Colamartino”. Un evento che ha voluto restituire luce e profondità alla figura di un uomo che non è stato solo un giornalista, ma un punto di riferimento umano e professionale per intere generazioni.
A condurre la serata è stato Michele Peragine, volto noto della Rai e amico fraterno di Mario Colamartino, che con aneddoti e ricordi ha accompagnato il pubblico lungo un percorso di memoria e riconoscenza. «Mario era un artigiano della parola. Non rincorreva la notizia, la accompagnava, la capiva, la rispettava. Oggi più che mai abbiamo bisogno di questo sguardo», ha detto Peragine nel ricordare l’amico.
Presente in sala la famiglia di Mario, la cui discreta emozione ha accompagnato ogni momento della cerimonia, insieme a colleghi, amici e rappresentanti del mondo dell’informazione. Tra questi anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia, Maurizio Marangelli, che ha sottolineato come «ricordare Colamartino non significhi soltanto celebrare il passato, ma indicare una via: quella del giornalismo rigoroso, umano e radicato nei territori». «Sono tantissimi i colleghi che vivono quotidianamente con passione il nostro lavoro. Mario Colamartino ha cominciato con la passione ed ha vissuto il lavoro con passione» ha aggiunto. «Oggi – ha rimarcato – è difficile vivere di giornalismo ma il fatto che il premio stia crescendo è un esempio concreto di come, ancora una volta, grazie alla passione, tanti giovani vogliono intraprendere la strada del giornalismo»
Accanto a lui, Savino Sguera, direttore di Amica 9 e per trent’anni collega di Colamartino, ha voluto restituire il ritratto di un professionista capace di «trasformare ogni fatto in racconto, ogni cronaca in testimonianza. Con Mario abbiamo condiviso la passione e la fatica di questo mestiere, ma soprattutto il rispetto per le persone, sempre al centro del suo lavoro».
«È un premio al lavoro svolto da mio padre in tanti anni, per ricordare il giornalista ma anche l’uomo dai tanti valori. Ciò che ha trasmesso maggiormente è stata la passione per questo lavoro, andare oltre la notizia, il racconto delle storie, conoscere volti e nomi» ha ricordato Greca, figlia di Mario, che ha proseguito nel percorso tracciato dal padre.
Il premio, promosso da Live Network e Lo Stradone, ha ricevuto il patrocinio del Comune di Corato e dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia, oltre al sostegno concreto di Granoro, Fondazione Casillo, Fondazione Cannillo, Confimi Bari-Bat-Foggia. Le rappresentanze di queste realtà, salite sul palco per consegnare i riconoscimenti ai vincitori, hanno testimoniato un legame autentico tra il mondo dell’impresa, la cultura e l’informazione. «Abbiamo voluto esserci – ha detto uno dei rappresentanti – perché crediamo che il giornalismo fatto bene sia un servizio alla comunità».
«Stiamo lavorando per far diventare il Premio Colamartino un premio nazionale. Abbiamo riscontrato un aumento di quantità ma anche di qualità degli elaborati. È un premio che nasce per ricordare Mario ma è soprattutto un premio verso il lavoro dei giornalisti che vivono un periodo di cambiamento. Attraverso la figura di Mario vogliamo rendere onore a chi svolge questo lavoro» ha affermato Fabio Ferrante, direttore del LiveNetwork.
La serata non è stata solo celebrazione, ma anche uno sguardo verso il futuro: i giovani giornalisti premiati rappresentano una generazione che si affaccia al mestiere con nuovi strumenti ma, si spera, con lo stesso spirito. E in questo passaggio di testimone, tra memoria e impegno, sta forse il senso più profondo del Premio Colamartino.
Nel silenzio rispettoso che ha accompagnato la chiusura della serata, è emerso chiaro un sentimento condiviso: Mario Colamartino non è soltanto un nome da ricordare, ma una lezione ancora viva, una traccia che continua a indicare una direzione.
I vincitori
SEZIONE UNDER 25
VINCITORE
Andrea Carcuro con l’articolo “X Town Augusta” pubblicato su “Scomodo.org”.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Con un’inchiesta lucida e coraggiosa, Andrea Carcuro racconta Augusta e il suo “Quadrilatero della morte” come emblema delle contraddizioni del modello industriale italiano. L’articolo si distingue per la ricchezza delle fonti, il coinvolgimento diretto delle testimonianze e una scrittura che unisce rigore giornalistico e consapevolezza civile. Un lavoro che dimostra come il giornalismo giovane possa farsi voce autorevole nelle sfide ambientali e sociali del nostro tempo.
MENZIONE
Maria Antonietta Mastropasqua con l’articolo “Bari, biodiversità e fuga accademica: una controtendenza?” pubblicato su “Ambiente & ambienti”.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Maria Antonietta Mastropasqua affronta con intelligenza e freschezza uno dei temi più urgenti per il Mezzogiorno: la fuga dei giovani. Lo fa ribaltando la narrazione dominante, portando alla luce un esempio virtuoso come quello dell’Università di Bari, dove alcuni dipartimenti attirano studenti grazie alla qualità della formazione e alle prospettive lavorative. L’articolo combina dati, interviste e osservazione diretta con uno stile limpido e incisivo tramite il quale si racconta il Sud che sceglie di restare e crescere.
SEZIONE INCHIESTE E STORIE
VINCITORE
Carmelo Greco con l’articolo “Vita, speranza e compassione. A Betlemme” pubblicato su “Vita”.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Con una scrittura densa di umanità e rigore, Carmelo Greco ci conduce nel cuore di Betlemme mostrandoci, dietro le cronache di guerra e le statistiche sul turismo religioso in crisi, le vite concrete di chi resiste. L’autore intreccia memoria e attualità, spiritualità e quotidiano, riuscendo a trasformare la visita in Terra Santa in un’inchiesta che mette al centro le “pietre vive” – persone, comunità e progetti – che continuano a custodire speranza in un contesto lacerato da conflitti e restrizioni.
MENZIONE
Beppe Facchini con l’articolo “Alluvione Emilia Romagna, sfollati alle prese con la burocrazia: le storie di chi è ancora fuori casa” pubblicato su “Fanpage”.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Con uno sguardo attento e partecipe, Beppe Facchini dà voce a chi, un anno dopo l’alluvione, vive ancora con disagi, ritardi e promesse disattese. Tra storie personali e denuncia civile, l’articolo mette in luce l’enorme impatto della burocrazia sull’esistenza quotidiana. Attraverso testimonianze dirette e un racconto coinvolgente, l’autore illumina le fragilità del sistema e la forza silenziosa di chi, nonostante tutto, prova a ricostruire. Un esempio di giornalismo sociale che informa e interroga con onestà e precisione.
SEZIONE PROMOZIONE DEL TERRITORIO
VINCITORE
Francesca Branà con l’articolo “La Città di Altamura celebra U Puen Nest” pubblicato su “Pugliapress”.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Francesca Branà firma un omaggio appassionato al Pane di Altamura DOP, raccontandone con profondità il valore culturale, sociale e simbolico. L’articolo unisce storia, tradizione e attualità, dando dignità a un prodotto che è emblema di identità territoriale. Attraverso un linguaggio ricco e accessibile, il pane diventa metafora di memoria e futuro, elemento vivo di una comunità che ha saputo tutelarlo e celebrarlo. Un contributo prezioso alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico dell’Alta Murgia.
MENZIONE
Michele Cotugno con l’articolo “Le melodie della natività colorano i vicoli. «Da 40 anni qui, resto l’unico zampognaro»” pubblicato sul Quotidiano di Puglia.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Con delicatezza e profondità, Michele Cotugno racconta la figura dello zampognaro, restituendole un posto nel presente senza sottrarle il fascino del passato. L’articolo dona al lettore una tradizione autentica, fatta di gesti antichi e presenze silenziose, capaci ancora di parlare al cuore delle comunità. Attraverso una narrazione sobria ma evocativa, l’autore riporta al centro l’importanza della memoria condivisa. Un lavoro giornalistico che recupera ed esalta ciò che rischia di perdersi.
SEZIONE SPORT
VINCITORE
Massimiliano Ancona con l’articolo “Ciccio Martino, la storia del primo signore degli anelli: cent’anni fa doppio oro olimpico” pubblicato su “La Gazzetta dello Sport”.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Massimiliano Ancona ricostruisce con passione e rigore la figura di Francesco Martino, primo a salire sul gradino più alto del podio olimpico nella ginnastica. L’articolo racconta, a cento anni dall’impresa, la grandezza sportiva e umana di un campione, tra contesto storico, memoria e orgoglio pugliese. Con stile brillante e documentato, l’articolo restituisce valore a un personaggio che ha fatto la storia dello sport italiano e che merita di essere ricordato.
MENZIONE
Massimo Longo con l’articolo “Anche Gigi Riva nel Pantheon del calcio, lui sardo d’adozione e Amico fragile” pubblicato su “Il corriere nazionale”.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Massimo Longo rende omaggio a Gigi Riva con un racconto intenso e ricco di sfumature, capace di esaltare tutta la grandezza di un campione fuori dal tempo. L’articolo alterna con naturalezza memoria sportiva e profondità umana, dipingendo il ritratto di un uomo autentico, fedele a sé stesso e alla sua terra. Attraverso uno stile coinvolgente e appassionato, emerge non solo il talento del calciatore, ma anche il senso di dignità, riservatezza e coerenza che ne hanno fatto un’icona.