Da via Bernini al Bologna, fino ad allenare il Corato.
Se chiedete ad un ex ragazzo degli anni 70′, vi dirà che la strada alle spalle della palestra del C. Battisti, si chiama via Bernini. In realtà quella è via Ardigò. Ma perché questa incongruenza?
Perché in uno dei tanti stadi di quei tempi, il 1° Presidente (si fa per dire) di quel quartiere fu proprio Michele Lotito, capostipite di 5 fratelli maschi dell’ebanista (cosi al suo campanello), Umberto, per tutti “Casctan”, abitante in via Bernini, pochi metri prima.
Io, 4 anni più piccolo di lui, ne divenni contemporaneamente un suo allievo, ma al tempo stesso “procuratore”, invitandolo a presentarsi, con altri, al vero campo sportivo di via Gravina, dove mio padre era Presidente della Coratina, fucina di giovani calciatori. Iniziò a poco più di 10 anni e sulla scia di tanti bravi giovani, come Tommaso Amorese che andò al Lecce in B, Renato Maldera al Foggia in A, lui a 16 anni, dopo un giro tra varie rappresentative, approdò a Martina, dove esordì nella vecchia Serie D, con il mitico Ciccio Pellegrini, a soli 17 anni (non c’era l’obbligo Under), disputando un’intera stagione (1978/79).
Si mise talmente in mostra, che fu ingaggiato dal Bologna, in Primavera, affacciandosi anche alla 1^ squadra, se non sbaglio in comproprietà. Tornò dopo poco in Puglia, con un pizzico di saudade, passando dalla squadra campana dell’Irpinia, fino a riatterrare a Corato, dove collezionò un po’ di presenze tra Serie D e Promozione.
Proverbiale, la sua rettitudine sportiva, che gli costò uno scontro fisico con un guappo in un caldo campo barese, in una gara che non aveva nulla da dire per il suo Corato, nonostante tutto neutralizzando un penalty e uscendone dal rettangolo, sia pur sconfitti di misura, come il miglior in campo.
Era in fine carriera e già forse gli balenava l’idea di passare all’altra sponda (non fraintendetemi) della panchina, come proprio io gli consigliai.
Era in anticipo rispetto agli altri, forse eccessivamente integralista sacchiano. Iniziò con la Juniores, ma ben presto, dopo aver vinto con tanta abnegazione ad Acquaviva il campionato di 3^ categoria dei record (gare tutte vinte), approdò a Corato e Trani, con alterni risultati, proprio perché meticoloso e con idee difficili da metabolizzare.
Ma tra il 2005 ed il 2010, spinse fratelli e amici (imprenditori e professionisti consolidati) a risollevare uno spento calcio coratino da una quindicina d’anni, costruendo il nascente e ambizioso Atletico Corato, sorto dall’acquisizione del titolo Atletico Trani, poi ceduta ai Di Gennaro, in cui lui fungeva da trainer (tra l’altro quasi gratis) e collante dell’ingranaggio.
Furono anni in cui Corato calcistica ritrovò la persa orgogliosa dignità e identità, arrivando in 2 anni dalla Promozione (vinta 2006/07) all’Eccellenza, raggiungendo i Playoff al 1° anno e permanendoci 3 anni.
Lui e tutto il suo gruppo, presieduto da Luciano Rutigliano, lanciarono la spugna, un po’ stanchi, un po’ attaccati spesso da polemiche, che con il senno di poi si sono rivelate oltremisura ed un tantino sterili.
Da quel momento, Michele è uscito completamente da questo strano mondo del calcio, immergendosi testa e piedi nel suo lavoro di quotato consulente del lavoro e non solo.
Con il suo carattere un po’ schivo, che erroneamente dava l’impressione di porgersi sul piedistallo, con il suo gruppo di riferimento rimarrà nella storia per aver dato la prima idea di modernità organizzativa ed aver smosso le acque da un turpore durato tanti anni.
Auguri MICHELE, anzi dottor Michele LOTITO