La pizza napoletana è stata la regina di un lungo pomeriggio sulle Murge.
Accolti da Paolo Cimadomo con un cenno storico di presentazione dell’antica masseria Cimadomo, il Molino Scoppettuolo è giunto da Grottaminarda con l’AGTI (associazione grani tradizionali italiani) e un gruppo di pizzaioli, rigorosamente campani, guidato dal maestro Saverio Ciampi, affiancato da Natalino Marigliano che ha deliziato il palato degli ospiti sia esperti del settore che semplici amanti della pizza.
Un incontro formativo e tecnico sulla pizza napoletana in cui i presenti non hanno perso l’occasione di rubare i segreti di questa ricetta straordinaria che il maestro Saverio Ciampi ha dispensato ad ogni curiosità avanzata, come altrettanto ha fatto il panificatore Michele Cellamare di Cerignola, ospite in casa, presentando la sua pizza alla pala.
Ad illustrare una panoramica sulla storia dei grani antichi, l’agronomo dott. Michele Loiodice.
A presentare l’evento il giornalista televisivo Carlo Sacco.
Pizza si o pizza no?
Il tormento di coloro che scrupolosamente seguono un’attenta e buona alimentazione: la pizza fa ingrassare? È un alimento completo? Quante volte a settimana si può mangiare?
A sfatare ogni dubbio la dott.ssa Ivana Pomodoro, nutrizionista, che udite… udite! Ha affermato che la pizza è un pasto completo, tranquillamente inseribile in una dieta purché gli ingredienti siano di ottima qualità e che l’impasto sia assolutamente a lievitazione lenta. Con questi piccoli accorgimenti e scegliendo un condimento leggero abbinato magari a delle verdure la si può mangiare anche tutti i giorni.
Dott. Ettore Bucci perché questo evento sulla pizza napoletana?
Nasce perché il molino Scoppettuolo da qualche anno si sta dedicando alla produzione di farine specializzate per pizzerie ed essendo situato in Irpinia, una zona a vocazione cerealicola che è il granaio della Campania, lo può fare con facilità.
La pizza trova le sue origini a Napoli e ultimamente è molto di moda quella napoletana dal bordo alto, un prodotto buono e digeribile ottenuto da un impasto a lunga lievitazione che necessita di farine sia proteiche che reologiche adatte a farne un piatto altamente riconosciuto.
Una delle farine di punta del molino è “la Reginella”oro d’Irpinia.
Nasce da lei l’idea di questo lungo e, soprattutto, gustoso pomeriggio?
Nasce da un rapporto di collaborazione con il molino sia amichevole che professionale, sono stato chiamato come tecnico esperto nella sicurezza alimentare, di cui mi occupo da anni con particolare attenzione al settore molitorio, e insieme crediamo in questo progetto.
Il Molino Scoppettuolo leader del settore nel cuore dell’Irpinia ha una lunga tradizione familiare; nasce con il maestro del grano Sabato Scoppettuolo che ha ceduto lo scettro a suo figlio Ciriaco che nel tempo ha saputo riconoscere le virtù dei grani tradizionali in un processo di continua valorizzazione ed evoluzione grazie a un equipe di tecnici esperti. Si avvale di impianti di produzione automatizzata che ha visto un legame con la nostra Puglia, sin da subito, nella persona dell’artigiano Nicola Giancaspro , tecnico installatore impianti molitori, di Altamura, patria dell’esperienza della tecnologia pugliese in molini.
Un pomeriggio coinvolgente con momenti di pizza acrobatica che ha riscontrato l’entusiasmo e la partecipazione del numeroso pubblico che non si è, ovviamente sottratto, anzi!, alla degustazione delle varie specialità e che ha visto qualche coraggiosa massaia cimentarsi nella preparazione della pizza sotto la guida degli esperti maestri.
E se Puglia e Campania geograficamente sono strette cugine qualche piccola idea culinaria dovevano pur scambiarsela o no?
Ci ha pensato Savino Di Bartolomeo, responsabile della ristorazione della masseria Cimadomo, da sempre attento alla riscoperta del territorio, alla qualità della materia prima utilizzata nella sua cucina e alle tradizioni, senza mai perdere la voglia di crescere ed imparare, consegnando ai pizzaioli partenopei qualche ingrediente del nostro territorio murgiano.
Ed ecco fatto!
La passione e l’amore, prima di tutto, e i nostri prodotti trasformati dai pizzaioli in due “Pizze Cimadomo” per l’occasione dedicate alla masseria: pizza alle olive dolci “nocche” e pomodorini e pizza al finocchietto selvatico e salsiccia.
Un tripudio di sapori che oltre a soddisfare il gusto quel vento di scirocco che accarezzava la Murgia, in un insolito primo pomeriggio d’autunno, ha inebriato anche l’olfatto di un ricco e piacevole incontro tra natura e sapienza.