3° edizione del Festival della Legalità: il perdono che genera il cambiamento.
Nella serata di sabato 15 ottobre nel salone parrocchiale Luisa Piccarreta l’ associazione Nuova Umanità ha organizzato la terza edizione del festival della Legalità, con tema “il perdono”, da parte della vittima. Benedetto Diaferia, presidente dell’Associazione, ha introdotto gli ospiti che hanno trattato il tema proposto destando grande interesse nel numeroso pubblico presente.
A moderare il prof. Francesco Minervini, docente di lettere, giornalista e scrittore, ospiti Pinuccio Fazio, presidente dell’Associazione culturale Michele Fazio e Carmen Cozzi, educatrice della cooperativa Nuova Vita. Assente per Covid Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antonino Scopelliti e presidente della fondazione a lui dedicata.
Dal 12 luglio 2001, data dell’ uccisione per “sbaglio” in una sparatoria del loro figlio 15enne Michele da parte della criminalità organizzata di Bari Vecchia nella quale vivono, Pinuccio e la moglie Lella non hanno mai smesso di essere “di Bari Vecchia” . Hanno fatto una scelta concreta di perdono e di coraggio e di difficile convivenza nel borgo antico nel quale ogni abitante è noto a tutti con tutte le sue attività e la larga maggioranza di essi vive una ‘tranquilla’ quotidianità mafiosa alla quale non è semplice non adeguarsi. Pinuccio Fazio continua a camminare a testa alta, guardando in faccia anche gli assassini di suo figlio, 4 ragazzi minorenni, a cui hanno concesso il perdono. Tale perdono, però, la famiglia non la concederà mai a chi ha armato quelle mani, quindi Lena Capriati, sorella del boss Antonio. Pinuccio Fazio ha raccontato l’episodio dell’incontro del perdono ad uno degli assassini di Michele, con l’abbraccio della moglie e la promessa, mantenuta, dell’ ex detenuto di cambiare vita. L’ impegno da parte di Pinuccio e dell’associazione si concretizza in incontri nelle scuole e nelle carceri nei quali c’è l’ invito a cambiare vita. La creazione della cooperativa Vita Nuova è la realtà che permette ai ‘barivecchiani’ che vogliono lasciare la vita mafiosa di poter lavorare onestamente, abbandonando le attività criminali. La testimonianza e l’esperienza della dottoressa Cozzi nei centri di servizi per le famiglie dimostra quanto le prime vittime sono proprio i ragazzi che nascono e crescono nelle famiglie mafiose e che hanno bisogno di essere accolti, seguiti e condotti in un percorso. Il coraggio e il perdono dei Fazio e la volontà di cambiamento che stimolano, rappresentano la dimostrazione che si possono ottenere grandi risultati in termini di prevenzione e contrasto alla criminalità. La lotta alla mafia non deve mai avere fine: omertà e silenzio non devono vincere contro questa realtà che purtroppo esiste in tutte le città, anche nella nostra Corato. Coraggio e desiderio di legalità siano gli strumenti per costruire un presente ed un futuro senza il dominio delle varie forme di criminalità organizzata.