Emergenza nell’emergenza, negli ultimi giorni sta dilagando un altro serio problema già balzato alle cronache. Da quanto si apprende c’è difficoltà a reperire le bombole d’ossigeno e il fenomeno si sta estendendo in molte regioni, come conferma l’allarme lanciato da Federfarma:
“Mancano bombole di ossigeno per le cure domiciliari di pazienti Covid o comunque affetti da patologie respiratorie – e di qui l’appello ai cittadini – se avete a casa bombole di ossigeno che non usate, riportatele in farmacia”.
“Non c’è nessuna carenza di ossigeno per le cure domiciliari di pazienti con problemi respiratori, quello che manca sono i contenitori” – precisa l’Aifa.
Questa nuova emergenza è emersa al tavolo di confronto avviato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) con Federfarma e Assogastecnici (che riunisce le aziende che producono e distribuiscono gas speciali e medicinali) per assicurare le terapie necessarie a tutti i malati in assistenza domiciliare; in alcune zone del Paese infatti, la situazione, complice l’aumento dei contagi e quindi i malati che hanno bisogno di cure a casa, sembra fuori controllo.
Stesso appello è stato lanciato da diverse farmacie di Bari – riportate in farmacia le bombole di ossigeno non più in uso o esaurite, c’è grande carenza. Senza i vuoti non è possibile ricaricarne di nuove e quindi distribuirle a chi ha davvero bisogno. È un dovere etico, è buon senso civico – aggiungono. Ed è allarme anche in diversi comuni della nostra regione e in particolar modo nella vicina Andria.
E a Corato com’è la situazione?
L’abbiamo chiesto alla dott.ssa Annalisa Pomarico che ha spiegato come anche presso la sua farmacia si sta verificando questa difficoltà – perché le ditte distributrici di bombole d’ossigeno – ci dice – se già in condizioni normali ne fornivano un numero limitato, in questo momento la fornitura è ancor più centellinata perché non le hanno e quindi aumenta l’esigenza, ma la vera assurdità – aggiunge, a conferma di quanto sta accadendo in altri comuni – è la mancata e inspiegabile restituzione delle bombole vuote da parte delle persone. Questa carenza mette a rischio quei pazienti in terapia domiciliare con problemi respiratori o pazienti oncologici a cui necessariamente va assicurata la fornitura, e da quanto appreso sembra che ci siano richieste da gente che arriva anche da Andria, per pazienti covid trattati domiciliarmente, andando ad aggravare ulteriormente la situazione. Il rischio che si corre è che si crei una psicosi che alimenti una corsa all’accapparramento, infatti sta già accadendo che arrivi qualcuno che ne faccia richiesta senza ricetta medica a cui ovviamente ho risposto di tornare con la prescrizione o chi ne chieda una, prima ancora che finisca quella che ha in casa.
Credo che ci sia una mancanza di senso civico e di irresponsabilità da parte dei cittadini, la restituzione tempestiva delle bombole in questo momento è più che mai importante, allo stesso tempo penso che a fronte di una richiesta in aumento la ASL dovrebbe prenderne atto e intervenire”.
Questa vicenda delle bombole potrebbe essere un’altra nota dolente del sistema sanitario nella nostra Regione che sta deficitando, in questa seconda ondata, soprattutto nell’assistenza ordinaria a differenza di quanto affermava il Presidente Emiliano in un post sulla sua pagina Facebook qualche tempo fa: “abbiamo rafforzato tutta la rete ospedaliera che, diversamente dalla fase 1, sta funzionando a regime gestendo contemporaneamente anche i pazienti non covid ai quali stiamo assicurando il diritto alla salute, diversamente da quanto accaduto durante il lockdown“.
Il sistema sanitario pugliese si diceva pronto per una seconda ondata, lo affermava anche il prof. Pierluigi Lopalco, assessore alla sanità regionale, ai nostri microfoni, ma evidentemente qualcosa non ha e non sta funzionando.