Che tra i candidati del centrosinistra non corresse buon sangue lo si sapeva ma che i toni fossero così accesi ha lasciato anche noi sbigottiti e soprattutto preoccupati.
Vi chiederete e voi cosa c’entrate? Infatti noi cosa c’entriamo? Cercheremo di spiegare ai nostri lettori la dinamica dell’accaduto.
Domenica scorsa in tarda serata a conclusione dei vari comizi tenutisi nelle piazze, il direttore editoriale Michele Varesano de Il Quarto Potere insieme a sua moglie facente parte della redazione si è ritrovato in una situazione a dir poco spiacevole che ha destato molta perplessità e indignazione.
Secondo il racconto del nostro direttore, durante una passeggiata per le vie del centro, aveva incontrato il candidato sindaco Paolo Loizzo e dopo essersi scambiati i saluti continuavano insieme un tratto di strada in compagnia delle loro mogli parlando del più e del meno fino a ritrovarsi casualmente davanti al comitato del candidato sindaco Bovino.
Fuori dal comitato di Bovino erano presenti candidati delle sue liste, parenti e amici, il direttore Varesano salutava i presenti ed essendo a conoscenza, come da cronaca politica, di un clima non certo sereno chiedeva ai due candidati sindaco in modo provocatorio di raggiungere un accordo dell’ultima ora per poterne fare uno scoop per la propria testata giornalistica.
Non l’avesse mai fatto, i due, seppur garbatamente, non se le sono certo mandate a dire ma a quel punto onde evitare che la situazione precipitasse il direttore e Loizzo si sono allontanati e salutati per proseguire separatamente.
E qui viene il bello anche se di bello ce n’è veramente poco.
Iniziano una serie di rimproveri nei confronti del direttore da parte di alcuni candidati sostenitori di Bovino, uno dei quali fratello del candidato sindaco, a disapprovazione del suo modo, a loro dire, di lanciare provocazioni, “giornalistiche” a nostro dire legittime, che piaccia o no.
I toni si fanno alti nonostante il direttore cerchi di soprassedere finché uno di loro dice:< direttore tu non devi fare queste cose che poi ti accendono l’auto (tutto questo in dialetto coratino)>.
Inizialmente sembrava quasi uno scherzo (anche se di cattivo gusto) tanto che il direttore stando al gioco, per così dire, diceva a Bovino che in qualità di pubblico ufficiale era testimone di quello che riferiva il suo sostenitore ma questi non si fermava, anzi con rabbia e veemenza, ripeteva più volte in modo sempre più serioso: <Che poi ti bruciano l’auto>.
Tale affermazione provocava la reazione della moglie del direttore che invitava il signore ad evitare simili imprecazioni, facendogli notare che quanto stesse dicendo era di una gravità assoluta considerando che solo dieci giorni fa si era consumato un vile gesto nei loro confronti (per l’appunto l’incendio dell’auto) e che quindi la sua esternazione era totalmente fuori luogo e troppo eccessiva per le circostanze, quasi a legittimare l’atto criminoso, quale normale conseguenza di un eventuale disapprovazione da parte di qualcuno sul nostro modo di fare informazione.
Forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso?
Diciamo che qualche nostro articolo non era stato particolarmente condiviso da questa coalizione e probabilmente ad alcuni era rimasto un “piccolo” risentimento emerso in quel contesto.
Per dovere di cronaca il candidato sindaco Vito Bovino e alcuni esponenti del PD presenti al momento si dissociavano dai loro colleghi sostenitori autori di tale episodio.
Mettiamo in chiaro che noi non siamo schierati con nessuno, ma ci limitiamo a raccontare i fatti, a fare delle analisi oggettive su argomenti di varia natura senza personalismi, non giudichiamo, non accusiamo, non offendiamo, riportiamo la verità dei fatti dando diritto di replica a chi sostiene il contrario.
Questi signori devono sapere che nel momento in cui decidono di candidarsi sono sotto la lente di ingrandimento dell’opinione pubblica e soprattutto degli organi di informazione che ripetiamo si limitano a fare cronaca senza pregiudizi.
Noi almeno questo facciamo.
Prendiamo atto che la nostra linea editoriale non a tutti e soprattutto ad alcune figure politiche è gradita, ci dispiace per loro ma prima o poi se ne dovranno fare una ragione.
Non a caso la nostra redazione ha deciso e lo ribadiamo di non offrire spazi di propaganda elettorale a pagamento al fine di evitare qualsiasi forma di condizionamento che possa influire sulla nostra libera informazione.