Seconda settimana in zona rossa anche a Corato con restrizioni che per alcune attività è come essere tornate indietro di un anno, quando il lockdown aveva costretto ad abbassare le saracinesche a molte di esse.
A rivivere quei mesi di marzo-aprile-maggio scorsi sono infatti parrucchieri, barbieri, centri estetici e alcuni negozi di abbigliamento ora di nuovo chiusi totalmente, come da decreto Draghi del 13 marzo in vigore fino al 6 aprile.
E se per le attività precedenti dal riavvio della fase 2 post lockdown, non ci sono state nuove restrizioni fino alla settimana scorsa, se non quelle per il rispetto dei protocolli e delle linee guida predisposti nei vari settori per ridurre il rischio di contagio, diverso è stato per bar e ristoranti che, al netto della parentesi estiva, tra zona arancione e zona gialla non hanno più potuto lavorare a pieno regime, ma con orari ridotti in alcuni casi o con solo asporto e delivery.
Ad essere penalizzati, in particolar modo, sono stati centri sportivi, scuole di ballo e palestre che nonostante la riorganizzazione del lavoro per partire in sicurezza con tutti i dispositivi anti-Covid, la riapertura è stata breve perché ad ottobre sono state costrette a richiudere e non si sa ancora per quanto.
Chiaro come dalle nostre interviste, emergono le difficoltà con cui gli esercenti devono fare i conti tutti i giorni a causa delle ritorsioni di questa emergenza sanitaria che ha messo e sta mettendo ancor una volta a dura prova le attività sobbarcate sempre più da costi a fronte di entrate ormai ridotte e di ristori esigui che, quando arrivano, se arrivano, giungono in ritardo, riorganizzandosi ogni qualvolta vengano emanati nuovi dpcm, Decreti e Ordinanze, con restrizioni, a volte, anche un po’ bizzarre se in uno stesso esercizio commerciale è possibile vendere uno slip e non una t-shirt, come ha spiegato nel servizio il titolare di un negozio di abbigliamento.