È incredibile come alcuni cimeli del nostro passato riaffiorino inaspettati in momenti particolari della vita. Li credevamo smarriti, imbrigliati negli oscuri corridoi del tempo, irrimediabilmente sopraffatti dall’immediatezza del presente e invece, ecco, la mente è meravigliosa e ce li restituisce integri, a colori, senza graffi e senza rughe, quasi che li avessimo sempre avuti sotto il letto, al sicuro nella valigia delle cose preziose.
Corre sulla linea felice dei ricordi infantili l’inizio della fortuna dell’apprezzato interior and product designer di fama mondiale, il coratino Vito Nesta, che, quando si è trattato di dare un imprinting alle sue prime collezioni, inspiegabilmente ha frugato nel passato e il vecchio è diventato il nuovo.
Ad evocargli suggestioni visive è la casa dei nonni, un terreno di gioco stimolante per la fantasia di un bambino in cui si mescolano orologi alti come giganti buoni, lampade dai colori dell’arcobaleno, pareti come campi in primavera, mobili con i riccioli delle bambole.
La sua cultura artistica si sviluppa nel profondo sud, a Corato, dove vive e si forma scolasticamente.
Dopo il conseguimento della laurea in Interior Design a Firenze, Nesta mette in treno il suo talento e, ambizioso come pochi, tira dritto verso la capitale mondiale del design. Milano, ne è certo, gli sarebbe stata complice, all’altezza delle sue enormi aspettative!
Non è facile, però. Tutt’altro che amica, la città si rivela fredda e ostile, incapace di dare risposte al bisogno di certezze che un giovane laureato cerca come il pane.
Più e più volte ci prova, ma sbatte contro il muro dell’indifferenza di quel mondo aureo di cui invece sognava l’abbraccio.
Per necessità di sostentamento, Nesta si reinventa impiegato di vendita presso la Rinascente e, grazie ai proventi di quell’attività, crea “Sartoria”, la sua prima collezione di ceramiche extra-large, in omaggio all’atelier di nonna Ernesta.
È il primo eco del passato. Sono visioni, istantanee, flashback emozionali che si vestono di ironia evolvendosi in consistenze esagerate e scopi inusuali.
Ecco che, attingendo agli strumenti dell’arte sartoriale, il genio della creatività regala nuova vita ad ago e ditale nella rinnovata funzione di vasi; reinterpreta i bottoni in piatti, i gomitoli in simpatici sale&pepe da tavola, il rocchetto in portacandele.
La collezione stravince sul mercato nazionale e internazionale, anche grazie ad una mole incredibile di recensioni diffuse in molte parti del mondo.
Iniziano collaborazioni importanti e, quando l’azienda Devon & Devon (siamo al 2015) chiede a Nesta di disegnare la loro prima collezione di carte da parati, la mente ancora ritorna nell’abbraccio della casa familiare e ne trova ispirazione.
Le soddisfazioni raddoppiano quando il designer conia nel 2018, il brand “Gran Tour”, con oltre 500 pezzi tra oggettistica e complementi d’arredo in cui si rievocano, attraverso piante, animali, figure, forme e colori, paesaggi lontani.
Il “viaggio”, il fil rouge delle varie collezioni del brand, è dall’orgoglio pugliese raccontato in due esposizioni annuali parigine dedicate alla “case e agli oggetti”, la fiera Maison & Objet.
Il 2019, poi, è l’anno del Fuori Salone. Con “Musica da viaggio. Vito Nesta nelle stanze di Giuseppe Verdi”, il designer inaugura la sua prima mostra personale a cura di Annalisa Rosso. L’installazione site-specific, in scena presso il Grand hotel et de Milan, occupa le stanze di Giuseppe Verdi, dove il maestro visse per circa trent’anni durante i suoi lunghi soggiorni milanesi.
Il resto è working in progress.
Le aziende con cui attualmente Vito Nesta collabora sono: Cadriano, Devon & Devon, Effetto Vetro, Fratelli Majello, Imarika, Karpeta, Les-Ottomans, Riva 1920, Roche Babois, Sanbonet, Texture, Limonta, EXTO, Tappezzerie Druetta, San Patrignano, Secondome Edizioni.