
Era il 22 novembre del 1220, e nella Basilica di San Pietro a Roma, Papa Onorio III incoronava Federico II di Svevia Imperatore del Sacro romano Impero, in cambio egli prometteva allo stesso Papa che sarebbe partito per la sesta crociata.
Crociate da sempre sostenute e volute dalla chiesa al fine di liberare il Santo Sepolcro dagli infedeli che non permettevano ai cristiani di pregare sul sepolcro di Gesù Cristo a Gerusalemme.
Sesta crociata che per anni Federico II di Svevia, Re di Sicilia, Imperatore del Sacro Romano Impero, rinviava sia a causa degli effettivi impegni presi, sia perché, anzi soprattutto, non voleva compierla.
A cosa servivano realmente le crociate?
Servivano davvero soltanto a liberare il Santo Sepolcro da coloro che non permettevano ai cristiani lì presenti di pregare il corpo di Cristo? O erano, come diremmo oggi, delle intimidazioni atte a suggerire un cambio di rotta, un cambio di fede, una conversione ad altre religioni?
Politica e religione, fede e giustizia, così lontane, e così vicine, simili. In entrambi i casi, come Don Camillo e Peppone, in tutte le loro commedie ci hanno raccontato, si sono sempre rivolti al popolo, e più questo è numeroso più forza colui che lo gestisce riceve.
Le conversioni ad una religione, piuttosto che ad un’altra, hanno sempre fatto gola a tutti, musulmani, ortodossi, cristiani. Da qui la nascita delle cosiddette “Guerre di religione”: flotte di soldati che combattono per far valere la propria scelta di fede su quella di altri, o meglio trattasi di scuse per compierle. Mossi in realtà e sovvenzionati anche da chi trova quelle terre allettanti per interessi economici e scambi commerciali.
Ecco, l’imperatore svevo non vuole compiere l’uccisione di tanti innocenti, non vuole compiere una guerra in nome della religione, e non perché sia ateo o non credente come spesso dicono di lui, ma perché è alla ricerca di una soluzione che la eviti, di una risoluzione tramite il dialogo, attraverso un accordo di pace.
Siamo nel frattempo arrivati al 1227 e la nomina di Papa è in capo a Gregorio IX, un Papa che non ha più voglia di attendere e che perciò esorta più volte Federico a partire per la Terra Santa.
Richiesta non ascoltata, con mille scuse Federico continua a rinviare, scuse che il pontefice non vuole più sentire, obbligandolo a partire.
Federico così non può che adoperarsi ed organizzare la partenza. Raduna un esercito di soldati e volontari molto numeroso, pronti a salpare dal porto di Brindisi per la Terra Santa, esplode una terribile epidemia, c’è una grande moria di soldati e volontari, egli stesso viene colpito dal morbo. Per guarire va a curarsi alle terme, ma Papa Gregorio IX non gli crede, pensa si tratti dell’ennesima scusa e lo scomunica definendolo perciò l’ “Anticristo”.
Federico, una volta guarito, decide di partire. Il suo esercito, tenuto a non seguire gli ordini di uno scomunicato sceglie comunque di farlo. Giungono così a Gerusalemme. Qui Federico, rimasto vedovo della prima moglie, e nel frattempo già risposato nel 1225 con Jolanda di Brienne (da qui la sua proclamazione avvenuta successivamente a Re di Gerusalemme), figlia del Re di Gerusalemme, Giovanni di Brienne, avvia un dialogo con il Sultano al-Kamil. Un uomo dalle grandi capacità di mediazione con il quale sigla un accordo diplomatico di pace, la cosiddetta “Pace di Giaffa” che proseguirà per circa un decennio.
Federico evita così una crociata, l’uccisione degli “infedeli”, così definiti dalla chiesa.
Evita in realtà l’uccisione di tanti innocenti in una terra in cui il Papa lo ha mandato per compiere una crociata, per uccidere delle persone, per impressionarne delle altre attraverso spargimenti di sangue, col fine ultimo di ottenere più conversioni al cristianesimo.
Sono forse questi gli “Accordi” che oggi dovremmo augurarci per evitare le guerre?
Accordi che evitino conflitti armati, accordi che risparmino la morte e l’uccisione di tanti innocenti. Accordi che si raggiungono attraverso il dialogo, il disarmo. Accordi che si fanno a tempo debito.
Magari questa storia oggi, al momento giusto, si fosse ripetuta…
Immagine: The Court of Emperor Frederick II in Palermo di Arthur Georg von Ramberg, via Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 4.0.