Stefania Antelmi, nata a Bari il 15/03/1991, residente a Corato, artista di strada, ritrattista e pittrice, inizia il suo percorso artistico sei anni fa.
Diplomata all’Istituto d’Arte, sezione Legno e Design
Partecipa al Pendio con la sua opera “Ritratto di Donna“, ricevendo una targa di riconoscimento dal “Timbrificio Coratino”.
Autrice di innumerevoli ritratti eseguiti dal vivo, nel centro storico di Corato e nei paesi limitrofi.
Convinta che la sua casa debba essere Corato, accetta la sfida di restare qui, nel nostro territorio, girando col suo cavalletto e le sue matite, donando ai passanti un po’ della sua arte.
Dell’artista parla Franco Leone (scrittore e critico D’arte)
L’arte di Stefania Antelmi è l’arte dei sentimenti, è l’arte che scandaglia i meandri dell’animo umano.
È un’arte capace di indagare la purezza dell’animo dei bambini o i pensieri più reconditi degli adulti.
L’Antelmi persegue e consegue questo obiettivo magistralmente anche senza l’uso dei colori, ma solo stemperando il nero sul bianco. Così lei con il carboncino e con la grafite di una matita plasma la luce riuscendo a calibrare in modo uniforme le gradazioni di grigio e far risaltare dal bianco la tridimensione di un viso cogliendo l’anima dei suoi modelli.
La sua tecnica sembra riportare in auge il vintage delle fotografie in bianco e nero di inizio novecento, senza dimenticare però lo studio della luce così come lo aveva inteso Fidia nella scultura greca.
La pittura ad olio dell’Antelmi è invece una pittura metafisica. Gli spazi in cui si muovono i suoi personaggi sembrano disegnati e indagati con la tecnica di De Chirico o di Dalì, portandoci in ambienti o in luoghi dove il tempo sembra essersi fermato.
Lo spigolo di un muro diventa lo scenario di un gioco di un bambino, un campo di grano punteggiato dal rosso dei papaveri diviene la reminiscenza di una visione bucolica virgiliana.
Se però lo spazio diventa vuoto, l’artista intende dare risalto al movimento. Così sembrerà di vedere volteggiare ballerine classiche e parrà persino di ravvisare l’avvitamento dei loro corpi intorno al tutù con rimandi alla pittura futuristica. Il vuoto è anche lo spazio dove prendono corpo le emozioni: l’angoscia, l’ansia o sogni tormentati. I questi spazi l’artista mette in scena corpi contorti quasi come se fossero sferzati dallo scudiscio di pensieri frustranti o piegati dal peso di ansie ingombranti.
La pittura di Stefania Antelmi è dunque visiva, emozionale e in alcuni casi addirittura olfattiva. Le sue rose, i calici dei suoi gigli e o delle sue calle paiono esalare profumi che coinvolgo lo spettatore in un completo connubio dei sensi. Per tutte queste motivazioni l’arte di Stefania Antelmi può essere considerata innovativa perché apre nuove frontiere alla pittura.