Home Cultura Gran finale di “A tubo”, oggi arriva la banda di Rutigliano

Gran finale di “A tubo”, oggi arriva la banda di Rutigliano

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«Stasera ci vediamo tutti “sotto” la cassa armonica». È l’invito che oggi il maestro Cataldo Caputo rivolge a tutti i suoi concittadini: «alle 20 (invece che alle 21 come riportato dal programma, ndr) accoglieremo il “Gran concerto bandistico Città di Rutigliano” per chiudere in bellezza l’edizione zero di “A tubo”, il festival in cui abbiamo ascoltato e rivissuto “Storie di bande, comunità e sentimento pugliese”».

Ieri invece, nella splendida cornice del chiostro del Palazzo di città, si è svolta l’ultima delle tre conversazioni: un’occasione per parlare della “banda musicale nel Meridione d’Italia” ma anche per gettare le basi per la prossima edizione di “A tubo”.
La rassegna di cui il tenore coratino Cataldo Caputo è stato direttore artistico ha offerto alla città quattro concerti e tre conferenze grazie al sostegno del Comune di Corato, assessorato alle Politiche educative e culturali, ed alla sinergia con l’associazione MaleArti.
«A giudicare dall’interesse e dal fermento che abbiamo registrato tra il pubblico, tra gli addetti ai lavori ma anche e soprattutto tra chi si lascia coinvolgere in queste esperienze pur facendo tutt’altro nella propria vita, possiamo sperare di veder germogliare questo seme. La banda non è “solo” musica: è aggregazione, è opportunità di crescita e di sviluppo personale e comunitario.
Le risorse, umane e materiali, che abbiamo a Corato sono notevoli – commenta il direttore artistico – fin da ora, con tutto l’entusiasmo che il pubblico ci ha dato, dobbiamo iniziare a lavorare alla prossima edizione. Sono certo che l’amministrazione comunale, che tanto ha voluto la realizzazione di questo festival, sarà al fianco di noi artisti per raggiungere soprattutto le generazioni più giovani. Ieri sera è stato bellissimo ascoltare anche la voce degli imprenditori illuminati presenti alla conversazione, il loro incoraggiamento ci dà la forza di guardare al futuro con speranza.
Pensando al concerto di stasera, mi torna in mente quello che ieri diceva il professor Giovanni Oliva: “Teniamo acceso il fuoco della nostra tradizione”. È l’unica via per custodire la nostra identità e traghettarla nel futuro».

Di S. P.

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