Home Cultura Giuliano Marrocini e Luigi Piccareta raccontano il loro progetto Verso Sud Festival

Giuliano Marrocini e Luigi Piccareta raccontano il loro progetto Verso Sud Festival

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Per illustrare il Verso Sud Festival, progetto culturale che in questo periodo sta portando le sue manifestazioni artistiche teatrali nella nostra città, ho ritenuto opportuno approcciarmi in una maniera diversa, incontrando i due organizzatori, due coratini che hanno fatto della loro formazione classica un punto di forza e di inizio per un progetto culturale che è l ‘espressione di un desiderio.

Lavorare stanca “ è il nome dell’associazione culturale che i trentenni Giuliano Marrocini e Luigi Piccarreta hanno fondato ispirandosi ad una frase di Cesare Pavese, che essi hanno incontrato studiando sui banchi di scuola.

Intento fondamentale delle loro idea iniziale è stata individuare la tensione tra Terra e stelle, individuare le mancanze che riscontriamo in noi e nella nostra complicata società. La mancanza maggiore è quella culturale, ma soprattutto espressa come mancanza del senso del sacro. Per i fans di Gesù Cristo, come Giuliano stesso si è definito, è evidente che si sta perdendo il gusto del sacro, nei gesti, anche in chiesa, nelle devozioni, nella vita quotidiana.

Per meglio comprendere la percezione del sacro si dovrebbe avvertire la necessità del vuoto della relazione, dell’ascolto della parola, del silenzio, nel quale si avverte la mancanza della divinità verso la quale si deve avvertire una forte propensione.

Marrocini e Piccarreta stanno inoltre realizzando un progetto di Street Art e Santità che lavora su icone votive nei centri storici, con lo scopo di riportare la musica sacra nelle parrocchie. Il riferimento è stato inevitabile a santa Hildegard von Bingen, religiosa e dottore della Chiesa che sin dall’XI secolo ha inteso valorizzare la musica sacra e tutte le altre forme di arte e cultura sacra.

Verso Sud Festival è un biennale che ha seguito un percorso sotto forma di trittico. Nel 2015-16 il tema è stato l’abbandono, nel 2017-18 la cura, nel 2019-20 la ferita.

La ferita rimane una domanda aperta: innanzitutto essa va guardata, e quindi compresa, e come per la cura necessita un percorso individuale e collettivo, un percorso di consapevolezza, anche psicologico. “Bisogna imparare ad entrare nel caleidoscopio della polisemia del dolore, ha affermato Piccarreta. Come gli Egiziani usavano polvere d’oro per riparare il vasellame rendendo unici quei pezzi che prima avevano subìto la ‘ferita’ e poi la riparazione, così ogni dolore deve portare ad uno splendore successivo. Bisogna essere “sinceri” come le statue che nel mondo antico non erano sottoposte a riparazione. O come innesti, da cui nasce una vita nuova. Diventa importante seguire la cultura della coltivazione, come quella in agricoltura, che comporta semina, cura, coltivazione, attenzione continue”.

Concludendo, il messaggio che Giuliano e Luigi vogliono comunicare è un vero e proprio invito a creare una unione, una legatura tra le varie organizzazioni culturali. “Bisogna creare una rete, non virtuale, ma come quella dei pescatori, con nodi e spazi, punti di incontro e spazi di libera interpretazione ed espressioni di forme artistiche differenti. Inoltre serve il contributo delle aziende locali che devono investire in cultura, riconoscere e dare valore a ciò che si fa; tutto in una visione di comunità, con un’unica prospettiva di volontà di procedere nella direzione che possa garantire il benessere delle persone e quindi la crescita della cultura e dell’arte in tutte le sue varie espressioni, e inevitabilmente lo sviluppo del turismo come amore per il territorio”.

In concreto Verso Sud Festival nel 2019 ha portato a Corato il Teatro degli Intonaci, una rassegna di teatro site specific con tre spettacoli che hanno, appunto seguito il tema della ferita nella famiglia: il 5 agosto con “Piaccainocchio” di Roberto Corradino ci si è immersi in una favola per adulti. Oggi 29 agosto lo spettacolo “ Era solo un ragazzo “ di Guido Celli e Caterpillar, per una pedagogia dei padri in poema, potenzierà il tema della famiglia ferita, tema che poi sarà concluso il 4 settembre con “Madre Materno” di Guido Celli e Vito Maria La Forgia.

Gli inviti ad una continua evoluzione culturale e artistica sono tanti e diversificati: tocca a noi coglierli e valorizzarne i messaggi!

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