Home Cultura Dall’Oriani: NO all’omologazione – Le differenze stimolano le intelligenze

Dall’Oriani: NO all’omologazione – Le differenze stimolano le intelligenze

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Di Emily Mazzilli

“Il rapporto con i classici è importante per riflettere su ciò che siamo, su ciò che facciamo e sul perché studiamo queste lingue considerate morte”, afferma il professore Andrea D’Ercole, docente di Latino e Greco, aprendo così l’incontro svoltosi presso l’agorà Felice Tarantini del liceo classico “A. Oriani” in data 25 novembre 2019.

Questo il secondo incontro di un ciclo di conferenze proposto da docenti universitari che credono nella formazione di menti critiche.  Iniziativa volta a promuovere nuovi orizzonti e l’analisi di noi stessi e del mondo.

L’incontro è stato portato avanti dalla prof.ssa Tiziana Drago, docente di didattica greca presso l’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, che ha condiviso con i presenti le sue riflessioni su ciò che ci divide dagli antichi e su ciò che ci accomuna con essi.

Il mondo antico è depositario di valori nei quali si sono rispecchiate alcune epoche che, tuttavia, ne hanno colto quelli più affini alla propria sensibilità. .

“Di questo mondo abbiamo solo resti di un naufragio, una documentazione parziale ed esso presenta delle contraddizioni che però sono utili per capire e vedere le difficoltà.”

Come nel precedente incontro, si è discusso di Parresia, intesa dalla prof.ssa Drago come licenza di dire tutto apertamente.

“ la parresia è cosa che è propria della libertà della persona, ma il pericolo sta nella stessa valutazione del momento opportuno, il kairos.”, afferma la accademica citando un frammento di Democrito.

Di qui è partita la riflessione dell’importanza della parresia nella polis ateniese, considerata come diritto e dovere e morale del cittadino per salvare la città, e preclusa agli stranieri e alle donne. A ben vedere,  questa situazione non ci è tutt’ora estranea, a causa dell’esistenza ancora oggi di discriminazioni razziali o di sesso. Peraltro,  anche il problema che si poneva l’uomo antico nell’individuazione della forma di governo migliore tra vari modelli proposti, è ancora attuale e ci riguarda.

Il rapporto con il mondo antico si deve fondare sulla differenza? Deve essere familiare o nella sua obiettiva difficoltà?

Partendo da queste domande, la prof.ssa Drago ha anche analizzato quella che è la funzione della scuola e del classico in essa.

Il modello che solitamente viene proposto è quello di una scuola che deve adattarsi alle esigenze dei tempi, quasi come mimando la realtà esterna, dove l’insegnamento del classico risulta ornamentale e inutile. Ma è proprio grazie al classico che la scuola riesce a fornire un freno anticonformistico alle mode, introducendo anche le differenze che stimolano le intelligenze.  La scuola dovrebbe essere non uniformata alla realtà, ma dovrebbe offrire una lettura esterna a questa. Ci troviamo in un mondo in cui vi è una diffusa perdita della memoria collettiva e la scuola cerca un senso collettivo.

A conclusione del suo intervento, la prof.ssa Drago cita il poeta Franco Fortini, affermando che la scuola insegna la reversibilità delle differenze nello spazio e nel tempo.

Successivamente è stato lasciato spazio agli alunni per porre domande, interventi e creare un dibattito.

Per concludere l’incontro, il prof. Menduni, docente del liceo classico A. Oriani, rifacendosi a Socrate, “una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”, rivolge agli studenti l’augurio di non adeguarsi al mondo, di non essere passivi ma di essere ricchi di curiosità e pronti al cambiamento.

 

 

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