Riconfermato il M° Giuseppe Di Tommaso alla guida dell’ensemble. Con lui, tre figure coratine di rilievo: Principe, Catalano e Di Tommaso
Il valore di una banda non si misura soltanto nella bravura dei suoi componenti, ma soprattutto nella ricchezza del suo vissuto. Una storia secolare di esperienze, successi e dedizione costituisce l’anima della Grande Orchestra di Fiati “Enrico Annoscia” – Città di Bari, che oggi si prepara a vivere una nuova, entusiasmante stagione artistica.
Forte di una tradizione che risale al 1805, la banda di Bari continua a rappresentare un punto di riferimento per la cultura musicale pugliese e nazionale. Il suo percorso, guidato dal riconfermato capobanda coratino Giuseppe Di Tommaso, si rinnova nel segno della qualità artistica e dell’impegno civile. Al suo fianco, tre altre figure coratine di grande rilievo nel panorama bandistico e culturale: il M° Cav. Domenico Principe, Luogotenente della Banda Centrale dei Carabinieri di Roma; Cataldo Di Tommaso, flicornino concertista e solista principale; e Vincenzo Catalano, responsabile archivio e ricerca.
Con un organico di quaranta esecutori, eleganti divise, un cast vocale di respiro internazionale e un repertorio che coniuga la grande tradizione lirica con le più moderne esperienze musicali, la banda di Bari conferma la sua vocazione all’eccellenza.
Come da consuetudine, la direzione artistica è affidata a maestri di comprovata esperienza. Dopo i grandi nomi del passato – da Enrico Annoscia a Trizio, Esposito, Sabino Annoscia, Carlo Vitale, fino ai contemporanei Pasquino, Curci, Pellegrini, Errico Agnello e Lozupone – la bacchetta è nuovamente nelle mani del M° Pasquale Aiezza, erede della grande scuola napoletana, riconfermato per il settimo anno consecutivo.
Dal Tavoliere all’Abruzzo, da Capri a New York, da Roma all’amata Sicilia: la banda di Bari ha percorso chilometri e confini, raccogliendo applausi, emozioni e memorie che continuano a vivere nel suo repertorio. Le sue radici affondano nella lezione dei grandi maestri del passato — primo fra tutti il barese Gioacchino Ligonzo— e nella genialità di Nino Rota, che seppe portare la musica bandistica negli ambienti accademici, restituendole dignità e prestigio.
A custodire questa preziosa eredità è l’Officina Orffiana delle Arti di Bari, presieduta dal prof. Gaetano Piscopo: un autentico laboratorio di idee, un presidio di cultura aperto alla cittadinanza e attento alla formazione dei più giovani.
L’amore disperato di Butterfly, il grido di Canio, la speranza luminosa di Calaf continueranno a risuonare nelle piazze e nei teatri, testimoniando la vitalità di una tradizione che, pur rinnovandosi, rimane profondamente legata alle proprie radici.
La banda è del popolo, per il popolo — e con questo spirito si prepara ad accogliere una nuova stagione di musica, passione e bellezza.