Istituzioni Culturali Mondo Associativo Imprese Rappresentanze religiose non solo di Corato chiedono alla città e al commissario prefettizio risposte riguardo la situazione di stallo culturale e sociale di Corato, lo fanno attraverso una “lettera aperta”.
L’obiettivo è quello di occuparsi del benessere della città, facendo qualcosa in nome dell’interesse generale e del bene collettivo.
La lettera verrà protocollata in Comune nei prossimi giorni.
Contro il degrado culturale e civile di Corato
Ci si auspica che questo contributo serva ad affermare il sentimento e la responsabilità collettiva per ricostruire una città che abbia senso oggi e in prospettiva, che indichi un orizzonte che sia sinonimo di progresso e di futuro per le nuove generazioni di coratini e coratine.
L’appello è rivolto a tutta la città affinché si promuova una iniziativa tesa a colmare il grande vuoto che oggi determina smarrimento e riduce i livelli di coesione sociale.
Sono venuti meno i contenitori culturali:
- Palazzo Gioia chiuso per un contenzioso. Conserva al suo interno il Fondo antico libraio comunale. Le tre pale d’altare che provengono dalla chiesa di San Francesco. Il Bollettino di Guerra, firmato Armando Diaz donato dallo SME. Preoccupante è il degrado in quanto il microclima non è più favorevole. Quale sarà la loro sorte?
- Ex carcere chiuso per mancanza di gestione. Conoscere il flusso di gente che avrebbe visitato il “Museo”
- Teatro chiuso per mancanza di gestione
- Ufficio Info point chiuso per mancanza di gestione
- Ex Chiesa di San Francesco inagibile perché priva dei requisiti di sicurezza richiesti dalla legge
- Ex Liceo classico chiuso inagibile con un interessante progetto che perderà sicuramente i finanziamenti
- Centro Storico in degrado inarrestabile
Questa decadenza, dovuta anche dalla chiusura del patrimonio artistico e culturale (come riportato nell’elenco), viene vissuta come una condizione irreversibile e con la quale è necessario rassegnarsi a convivere, con la conseguente crescita di apatia, di disinteresse, di smarrimento dell’identità storico-culturale con la conseguenza della perdita del rapporto tra cultura e sociale, tra cultura e sviluppo democratico.
Questi luoghi “ tradizionali” della cultura cittadina, considerati un collante e uno strumento identitario per la collettività, vanno ri-abitati per essere vissuti. Con la loro chiusura si stanno facendo passi indietro sia culturalmente che civilmente: si rafforzano i razzismi, le solitudini, la rabbia sociale. Un esempio è la gravissima aggressione fatta durante l’allestimento della mostra “ Il Pendio”.
Fa molta tristezza vedere il degrado culturale, Identitario e Valoriale delle nuove generazioni!
C’è bisogno di creare un unico grande progetto sul futuro di Corato attraverso il quale si promuoverà lo sviluppo dell’arte, la creatività e l’innovazione. Insomma un’idea di “ contemporaneo”.
Questa è la grande scommessa, ed è una scommessa urgente, prima che molti pezzi della nostra Corato, paesaggi, monumenti, luoghi della cultura, piazze, idee, progetti, finanziamenti scivolino definitivamente nella polvere e quindi nell’abbandono.
Occorre rivalutare Corato trasformandola in un grande laboratorio di produzione culturale dedicato all’arte in tutte le sue performance.
Ruolo dell’amministrazione dovrebbe essere quello di favorire e facilitare il suo emergere, nonché intercettare il meglio dell’arte e della creatività locale e offrirgli spazio e sostegno per permettergli di crescere e sedimentare.
Ritengo che sia necessario, per una politica culturale pubblica, ripartire dalla necessità di sensibilizzare e quindi promuovere il “ Desiderio” di Cultura. Ma ci devono essere i mezzi e i luoghi dove poter esprimere l’arte in tutte le sue performance.
In quest’ultimo anno di commissariamento si è lasciato che i desideri dei giovani fossero catalizzati dai “ gratta e vinci” o dalle “ slot machine” e incontri notturni nei locali di distribuzione di bevande e NON SOLO.
Non possiamo permetterci un altro anno come il precedente!
Bisogna rimettere la cultura al centro dell’ Agenda Istituzionale: l‘“Urgenza di Cultura”, accanto all’ “Urgenza” di avere una Corato ( una volta fiore all’occhiello del Nord Barese) meno degradata, sono necessarie per ridare uno sguardo alto, sovrano del proprio futuro.
Ci auspichiamo che ci sia subito una sensibilità da parte del Commissario Prefettizio, che sicuramente non potrà risolvere tutti i problemi, ma può certamente:
- Aprire un dialogo con tutti noi interpretando i bisogni di condivisione dei progetti culturali.
- Informare pubblicamente la città delle sorti dei contenitori culturali sottratti alla “Cultura”
- Dare spazi a servizio della comunità.
Gli spazi servono anche per incontrarsi, parlarsi, scambiare idee, fare scelte sul futuro, crescere.
E ne abbiamo bisogno subito! Sempre di più