A seguito della pubblicazione dell’articolo denunciante la situazione di disagio in cui versa una famiglia extracomunitaria residente nella nostra città presso un’abitazione, in comodato d’uso, all’interno di un residence b&b comprensivo di camere e ristorante in cui il capofamiglia, Adil (nome di fantasia), lavora da anni in qualità di inserviente e che rischia di perdere in questi giorni sia il lavoro che l’abitazione, una vera gara di solidarietà si è messa in moto, sia da parte di comuni cittadini che delle imprese locali, attraverso donazioni di alimenti e di altri beni giunti ieri alla nostra redazione e che nella stessa giornata sono stati consegnati alla famiglia.
Nella mattinata di oggi inoltre sempre alla nostra redazione è giunta una mail da parte del legale del gestore del b&b che già ieri telefonicamente chiedeva un diritto di replica da parte del suo assistito a quanto riportato nell’articolo in cui, a detta del legale, si era riconosciuto.
Dando disponibilità alla pubblicazione che di seguito vi riportiamo e premesso che sulle vicende legali già in essere tra i due contendenti, come si evince dal contenuto della mail, non spetta a noi dare un giudizio ma eventualmente agli organi competenti, è doveroso precisare che la nostra redazione a riguardo si è limitata a riportare il racconto di una famiglia che versa in una condizione di forte disagio privata dei beni essenziali e che umanamente, considerando anche il momento d’emergenza da coronavirus, oggettivamente non era trascurabile, a maggior ragione essendo coinvolta una neonata di pochi mesi, e se è stato ottenuto “l’effetto giornalistico”, come è stato sottolineato dalle parti coinvolte, riducendo il nostro lavoro a tale affermazione, ben venga se “l’effetto giornalistico” sia servito a far emergere un’incresciosa vicenda che ha fatto leva nella sensibilità di molti e a sollevare magari le coscienze.
Per dovere di cronaca riportiamo che ieri in serata sono stati ripristinati i servizi di energia elettrica e di acqua.
la replica del gestore del b&b
“Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe!”
In riferimento all’articolo pubblicato in data 07.04.2019 dal Vostro giornale online “Il quarto potere” ritengo necessarie delle precisazioni e puntualizzazioni dato che quanto raccontato non corrisponde al vero.
Questa vicenda trae origine da un grande gesto di umanità nei confronti del Sig. Adil; infatti, quando il sottoscritto ha preso in gestione la struttura ha deciso di non rescindere il contratto di lavoro del Sig. Adil e, per lo stesso senso di umanità, ha deciso di rinnovare il contratto di comodato gratuito al fine di non privare il Sig. Adil di una casa.
Nonostante la rescissione del contratto del Sig. Adil avrebbe comportato un notevole risparmio economico per il sottoscritto, soprattutto perché all’inizio di una nuova attività le spese ed i sacrifici sono notevoli e si suole tagliare le spese superflue, il sottoscritto, sempre per un grande gesto di umanità, ha deciso di non licenziare il Sig. Adil permettendogli di continuare a lavorare e a vivere all’interno della Struttura.
Ancora, il contratto di comodato gratuito che permette al Sig. Adil di vivere nel prefabbricato sito nella struttura è stato sottoscritto da entrambe le parti e nelle stesse forme e negli stessi termini del precedente contratto di comodato, intercorso tra il Sig. Adil e la struttura in persona dell’Amministratore Giudiziario.
Non sono state apportate modifiche alcune a quel contratto già in essere e il Sig. Adil, al momento della sottoscrizione, ha anche ricevuto copia dello stesso.
Ad onor di cronaca e per amore della verità, suole sottolineare come il punto n. 2 del contratto di comodato a titolo gratuito sottoscritto dal Sig. Adil vieti allo stesso di utilizzare l’immobile se non per scopi strettamente personali (solo per una persona, cioè l’Adil) e vieta l’accesso o l’utilizzo a terzi.
Non corrisponde al vero la circostanza della consapevolezza del sottoscritto della presenza di altre persone nel prefabbricato in quanto, quando in passato il sottoscritto aveva riscontrato la presenza del fratello del Sig. Adil nel prefabbricato, gli aveva fatto notare come non fosse concesso l’accesso ai terzi e gli aveva chiesto di rispettare tale divieto.
Da quanto emerso dal Vostro articolo sono venuto a conoscenza della presenza di altre persone nell’abitazione ma, sempre per grande umanità e buon cuore nei confronti del Sig. Adil sono pronto a permettergli di abitare congiuntamente alla moglie ed alla figlia purché lo stesso ed il suo nucleo famigliare siano rispettosi delle leggi dello Stato italiano che il sottoscritto ha sempre rispettato e mai violato e né intende farlo in questo momento.
Sempre per umanità, anche in periodi lavorativi difficili, ho tenuto in piedi il contratto di lavoro del Sig. Adil al fine di venirgli incontro e non lasciarlo mai in difficoltà; negli ultimi mesi del 2019, peggiorata la mia situazione economica, mio malgrado, sono stato costretto ad effettuare dei tagli.
Infatti, negli ultimi mesi dello scorso anno avevo preannunciato al Sig. Adil che entro il 31.12.2019 avrebbe dovuto lasciare il prefabbricato dandogli, sempre per lo stesso spirito di umanità mesi di preavviso (e non solo 7 giorni come da contratto) in modo da permettergli di trovare un’altra sistemazione; nel contempo gli avevo preannunciato che avrei dovuto concludere il suo contratto lavorativo lasciandogli il tempo di trovare un’altra occupazione prima di licenziarlo, sempre per spirito di umanità e buon cuore.
Il Sig. Adid si era impegnato con il sottoscritto a lasciare il prefabbricato entro la data indicata e aveva anche trovato un’altro impiego come magazziniere a Bari del quale aveva informato il sottoscritto che, nel periodo di prova presso il negozio di Bari, non aveva comunque interrotto il rapporto di lavoro.
A partire dal Gennaio 2020 il Sig. Adil ha iniziato a fare retrofront e nonostante dovesse lasciare l’immobile non l’ha mai lasciato anzi, sempre per umanità, il sottoscritto, a ogni sua richiesta di 7 o 10 o 15 giorni in più per trovare un’altra sistemazione, non ha mai detto di no!
Difatti, a tutt’oggi, il Sig. Adil abita ancora presso la struttura.
Inoltre, in merito al suo status lavorativo, preciso che il Sig. Adil non è mai stato costretto a sottoscrivere delle dimissioni (quindi non si capisce quale copia delle dimissioni del rapporto di lavoro il Sig. Adil avrebbe dovuto ricevere!) ed infatti è tuttora lavoratore subordinato del sottoscritto ed è stato regolarmente pagato sino al mese di febbraio (sempre pagato con bonifico bancario) mentre dal mese di marzo, a causa dell’emergenza covid-19, il commercialista ha provveduto ad inserirlo in cassa integrazione, nel rispetto della normativa entrata in vigore.
Non corrisponde al vero neanche la circostanza secondo la quale Adil non percepisca stipendio da mesi, dato che, come già detto, l’ultimo bonifico risale al mese di febbraio 2020.
Suole ricordare che la struttura è oggetto di amministrazione giudiziaria e per tale ragione ciò che avviene al suo interno è interamente legale e, inoltre, a conoscenza dell’Amministratore Giudiziario.
Non corrisponde al vero neanche l’affermazione secondo la quale il sottoscritto ha cercato di allontanare il Sig. Adil senza motivo alcuno in quanto la situazione economica imponeva un taglio delle spese.
Inoltre, in merito al contratto di comodato d’uso gratuito, esso può essere rescisso in qualsiasi momento (con il preavviso stabilito, ovviamente) ma senza alcun motivo in quanto il bene oggetto del contratto può servire alla parte comodante per qualsiasi finalità senza doverne dare giustificazione; a mente dell’art. 1810 c.c. il comodatario è tenuto a restituire la cosa che ha in uso non appena il comodante la richiede (richiesta avvenuta con trasparenza tramite raccomandata A/R).
Non corrisponde al vero neanche la circostanza delle presunte minacce.
Infatti, nessuna minaccia è mai stata fatta al Sig. Adil salvo rappresentargli la conseguenza di una azione giudiziaria per sgombero del prefabbricato in caso di non rilascio dell’immobile ma penso che essa non possa essere considerata una minaccia.
Più volte al Sig. Adil è stata fatta presente la mia volontà di recedere dal contratto, dandone preavviso e, nel momento in cui le sue richieste di differimento si erano protratte per più di 4 mesi, gli ho comunicato a mezzo raccomandata quanto già sapeva dai mesi di ottobre/novembre del 2019 facendo presente che, in caso di inadempimento, avrei agito giudizialmente.
L’agire in giudizio non ritengo possa essere una minaccia anzi, ritengo sia sinonimo di trasparenza e legalità.
Con riferimento al contatore dell’acqua e al contatore dell’energia elettrica, essi sono stati chiusi solo nel pomeriggio del 06.04.2020 in quanto in un periodo di emergenza come questa necessitavo tagliare determinate spese onde evitare di chiudere la mia attività lavorativa.
Suole ricordare, per amore della verità, che così come previsto al punto n. 3 del contratto di comodato a titolo gratuito, le utenze in uso al Sig. Adil dovrebbero essere a suo carico ma lo stesso non ha mai versato nulla a far data dalla sottoscrizione del contratto di comodato a titolo gratuito, ovvero in data 13.04.2018.
Per immensa umanità e sensibilità, non ho mai agito giudizialmente per il recupero di tali somme in quando il Sig. Adil mi parlava di difficoltà economiche dovendo mandare somme di denaro alla moglie residente in Marocco (che oggi scopro non essere lì).
Il buon cuore mi ha portato a provvedere personalmente al pagamento delle sue utenze onde evitare di lasciarlo senza luce e senza acqua.
Il sottoscritto in data 07.04.2020, alle ore 19.30, per ennesima dimostrazione di gran cuore ed umanità, sentimenti con i quali ha sempre trattato il Sig. Adil, ha riattaccato i contatori dell’acqua e del gas.
A tal riguardo e per amore della verità, si fa presente come il presunto ammanco di acqua e corrente sia durato solo poche ore.
Il sottoscritto ha coscienza, e più di un briciolo ed è pronto a trovare una soluzione momentanea al fine di giungere ad un punto di incontro con il Sig. Adil.
In conclusione, il sottoscritto è pronto a permettere al Sig. Adil di restare temporaneamente nel prefabbricato fino al termine dell’emergenza Covid-19 in modo da concedergli il tempo necessario per trovare un’altra ubicazione, continuando personalmente, come fatto a tutt’oggi, al pagamento delle utenze.
Il sottoscritto ha necessità, stante la scoperta della presenza di altre due persone nel prefabbricato, di comprendere la regolarità delle stesse e, sempre per umanità e buon cuore, è disposto a permettere alle stesse di permane nel prefabbricato (anche se, come già sottolineato, il punto n. 2 del contratto di comodato a titolo gratuito non lo preveda) per tutto il tempo in cui il Sig. Adil resterà nello stesso.
Spero che questi chiarimenti siano serviti ad inquadrare meglio una vicenda che ha descritto il sottoscritto come un mostro quando, al contrario, il sottoscritto ha sempre trattato il Sig. Adil con umanità e amicizia, aiutandolo in ciò che poteva (non è mio costume rendere plateale ciò che faccio per chi ha più bisogno e per questo evito di elencare quanto fatto).
Mi trovo comunque costretto a sottolineare che ho agito sempre con umanità e buon cuore perché l’immagine disegnata del sottoscritto non corrisponde al vero.
Tutto quanto affermato dal sottoscritto è provabile e documentabile.
Resto sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Tanto per dovere di cronaca.