Home Coronavirus Fase 2 – Cosa ne pensano le attività commerciali (VIDEO)

Fase 2 – Cosa ne pensano le attività commerciali (VIDEO)

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Il Covid-19 è la disgrazia peggiore che l’umanità potesse aspettarsi. A raccontarcelo brutalmente sono i numeri: un’emergenza che, dati alla mano, non risparmia nessuno e che ad oggi conta oltre 250 mila decessi in tutto il mondo.

Accanto all’emergenza sanitaria, però, quella che almeno in un primo momento è sembrata la più grave e meritevole delle attenzioni più specialistiche, se ne affiancano altre, tante, troppe.

A distanza di quasi due mesi ormai dall’avvio del lockdown disposto con DPCM lo scorso 8 marzo, infatti, viviamo, a detta unanime, un’emergenza nell’emergenza, un’allerta che protraendosi oltre misura sta per mietere vittime anche sull’economia nazionale.

Troppe incertezze, troppi cambiamenti, troppe informazioni approssimative sulla carta d’identità del virus non fanno che ingenerare, alle porte del 4 maggio, data fissata per l’avvio della sospirata Fase 2, nervosismi e confusione.

Abbiamo voluto raccogliere in una clip i pareri, non senza qualche malumore, dell’anima commerciale di Ruvo di Puglia, di chi, suo malgrado, ha dovuto abbassare la saracinesca per limitare il contagio e di chi, invece, le ha dovute tenere alzate per assicurare l’approvigionamento alimentare della comunità.

Le abitudini di spesa della clientela, come ci racconta un commerciante di zona, sono senza dubbio cambiate, ma fondamentalmente a livello quantitativo. La paura del virus si traduce psicologicamente nella corsa agli acquisti,  facendo registrare addirittura il raddoppio di una normale spesa familiare, sebbene, poi, concentrata in una o due uscite.

A sostegno, poi, della popolazione meno abbiente si registrano buone iniziative di solidarietà parrocchiale, ma anche comunale  con la distribuzione della apprezzata soluzione dei buoni pasto.

Non si registrano speculazioni, ma il gioco della domanda e dell’offerta ha determinato fisiologicamente l’aumento di prezzo di alcuni prodotti.

L’abitudine della pizza fuori casa il sabato sera è un miraggio al tempo del coronavirus.

Nel frattempo, si alla consegna a domicilio e ci si attrezza per la prossima riapertura con il riposizionamento dei tavoli in modo da consentire un maggiore distanziamento.

Pareri discordanti si registrano, poi, sulla necessità di introduzione dei pannelli in plexiglass sia per la scarsa ecologicità del materiale che per gli elevati costi da sostenere.

Quello della bellezza è, alla luce del nuovo DPCM, sicuramente il settore più colpito: centri estetici e saloni per parrucchieri potranno infatti riaprire non prima di giugno.

C’è tanto malumore soprattutto perché la tardiva riapertura fa serpeggiare indisturbata la piaga sociale del lavoro nero.

Nel frattempo ci si adegua con i necessari  protocolli per garantire una ripresa in tutta sicurezza, nella speranza poi che questi adeguamenti nn si traducano in un aumento dei listini prezzo a danno consumatore finale.

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