L’emergenza coronavirus non è più solo sanitaria ma anche assistenziale per gli anziani che si trovano nelle case di riposo dove da settimane non hanno la possibilità di incontrare più i parenti e dove l’assistenza personale è diventata molto difficile.
Il virus non solo colpisce direttamente gli anziani ma sta mettendo in crisi la capacità di assisterli in quanto in molti centri il personale scarseggia, i costi aumentano e le condizioni di lavoro sono difficili.
Situazione per nulla semplice anche a Corato dove i tanti anziani che vivono da soli in casa o nelle case di riposo rappresentano l’anello debole di una città che sta reagendo alla pandemia in maniera per nulla organizzata.
Unico intervento che è venuto dal Comune è stato un manifesto in cui si pubblicizza un numero di telefono attraverso cui si offre un servizio di consegna a domicilio di spesa e farmaci. Ad oggi non si hanno dati certi su come sta funzionando tale servizio e quali sono le richieste da parte dei cittadini.
Ogni altra azione di tutela e attenzione nei riguarda degli anziani è demandata unicamente alle famiglie.
Un grido disperato di aiuto si è alzato anche da parte della signora Rosalba Piccarreta, presidente della Casa protetta dono di Speranza ubicata nell’ex ospedale vecchio di Corato.
Rivolgendosi all’ex sindaco Pasquale D’Introno, che aveva pubblicato un post riguardante gli anziani soli, ha scritto:
“Grazie sig. D’Introno per aver pubblicato questo post. Volevo dire qualcosa in merito. Sono il presidente della Casa dono di speranza. E volevo fare un appello alle Autorità competenti, affinchè ci diano una mano. La nostra residenza è in crisi, stanno morendo anziani (fortunatamente non per Covid 19) ma pur avendo liste di attesa non possiamo prenderne altri. Abbiamo bisogno di presidi, mascherine, camici, detergenti affinchè il personale possa lavorare decentemente. Anche noi siamo a rischio contagio. Purtroppo la nostra casa vive solo delle entrate dei nostri ospiti. Sono disperata. Spero qualcuno mi aiuti.”
Facciamo nostro questo appello e chiediamo agli organi competenti, in primis al Commissario prefettizio e al settore Servizi Sociali del nostro Comune, risposte adeguate a questa situazione e a quelle che si verrebbero a creare in caso di un’eventuale pandemia.