Vecchi ricordi Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/category/vecchi-ricordi/ Le notizie sotto un'altra luce Thu, 01 Feb 2024 16:26:52 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://ilquartopotere.it/wp-content/uploads/2018/12/cropped-icona_512-32x32.png Vecchi ricordi Archivi - Il Quarto Potere https://ilquartopotere.it/category/vecchi-ricordi/ 32 32 Michele e Salvatore Mascoli: passione genetica! Dalle truppe tedesche ai 12 in campo https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/michele-e-salvatore-mascoli-passione-genetica-dalle-truppe-tedesche-ai-12-in-campo/ https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/michele-e-salvatore-mascoli-passione-genetica-dalle-truppe-tedesche-ai-12-in-campo/#respond Sun, 22 May 2022 01:22:36 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=11824 Ci sono famiglie in cui lo sport, in primis il calcio, è un marchio di fabbrica inserito nel DNA genetico, tramandato di padre in figlio. Salvatore Mascoli appartiene ad una di queste, figlio, oltre a suo fratello Francesco, di Michele, uno dei rari testimonial del calcio ante e post bellico, decisivo nella mia ricostruzione fatta […]

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Ci sono famiglie in cui lo sport, in primis il calcio, è un marchio di fabbrica inserito nel DNA genetico, tramandato di padre in figlio.

Salvatore Mascoli

Salvatore Mascoli appartiene ad una di queste, figlio, oltre a suo fratello Francesco, di Michele, uno dei rari testimonial del calcio ante e post bellico, decisivo nella mia ricostruzione fatta nel 2006 della storia del calcio coratino.

 

 

 

 

Michele Mascoli

Il Football probabilmente, a Michele ha restituito quello che a soli 10 anni aveva tolto, quando nel 1939 giocando una delle tante partite di quartiere in piazza Plebiscito, in uno scontro di gioco riportò una frattura scomposta al ginocchio, che costò a lui la permanenza in ospedale Fallacara di Triggiano per 3 anni e per i suoi genitori la vendita di un terreno per le sue cure, che inizialmente prevedevano l’amputazione della gamba destra. Il ritorno alla vita normale gli valse la possibilità di ricominciare a giocare partite amichevoli nell’attuale campo sportivo contro le truppe tedesche, imbattibile nel gioco delle cinque pietre e a dama, fino al famoso 8 settembre 1943 giorno dell’Armistizio firmato dal generale Badoglio, in cui gli stessi tedeschi trasgredendo l’ordine di sparare ogni italiano, gli intimarono di tornare a casa dispiacendosi dei giovanissimi ignari ragazzi circa l’evoluzione bellica.

Michele seguì prima l’avvocato ed allenatore Di Bisceglie e diventato nel frattempo infermiere, dovette rinunciare agli esami del corso di allenatore, costretto ad assistere ad un intervento in sala operatoria. Ma continuò la sua passione di talent-scout nelle piazzette di Corato, ingaggiando mini calciatori e soprattutto diventando protagonista dei Tornei della Canicola, come quando fermò praticamente la squadra del Corato, con una squadra di ragazzini, dal nome Ospedale Civile.
Come ci racconta Salvatore “erano tornei con scontri epici, che avevano anche la funzione sociale di livellare le differenze, inserendo nella stessa squadra sia l’universitario che il bracciante agricolo, l’artigiano o l’insegnante come il professionista”.
Michele, con Salvatore che incomincia a crescere, è anche una colonna dell’A.C.A.I. del cavalier Giovanni Musto, squadra tra la 2^ e 3^ categoria, con un fiorente settore giovanile, che si trasforma poi in Club Fiorentina, un nome non casuale.
“Sono in pochi a ricordarsi” dice Salvatore, “che la Fiorentina vincendo lo scudetto 1955-56, fu la prima a contendere la Coppa Campioni al Real Madrid. E mio padre dopo essere stato tifoso del Torino, ne diventò il più agguerrito fan Viola a Corato”.
Salvatore, ormai adulto, ha una breve esperienza a Canosa a fianco di Mr. Lamia Caputo. E per questo nell’80’ è chiamato ad affiancare Mr. Tonino De Marinis nel Corato, sia come massaggiatore dalle mille alchimie, che come si chiamerebbe oggi da “Team Manager”.
I suoi ricordi vanno dritti allo spareggio contro il Mola ed all’anno della vittoria del campionato (di cui abbiamo ampiamente parlato), ma ringrazia anche 2 grandi Presidenti come Michele De Palo e Michele Rutigliano, affiancando Lamia Caputo, secondo qualche malalingua decidendo più di lui.
Ma io insisto a farmi raccontare 3 particolari aneddoti che lo hanno contraddistinto nella storia neroverde.
“Il 23 dicembre del 1984 ho avuto l’abilità ed anche la fortuna di mandare in campo 2 calciatori al posto di 1 giocando per alcuni secondi in 12.
Fummo assediati negli spogliatoi, fino alle 19, orario che sapevamo tutti sarebbero ritornati a casa per una usanza locale”.
Salvatore è anche colui che mise a disposizione la sua Alfa 90′ turbo, per raggiungere Roma in 2h30′ e tornare dopo tante peripezie a Bari entro le 24:per il trasferimento di Lorenzo Battaglia.
Ma è soprattutto l’artefice del pan per focaccia al Molfetta.
“All’andata” ci spiega Salvatore, “in pieno inverno, ci fecero entrare negli spogliatoi 20′ prima della gara, con gli stessi freddi e allagati, non permettendoci neanche il riscaldamento.
Perdemmo anche grazie ad una gestione del sig. Sbrilli, alquanto discutibile.
Fu così che al ritorno, cosparsi negli spogliatoi tanta ammoniaca, che impedi loro di cambiarsi, bensi nel pullman”.
Tempi che furono, di un calcio che Salvatore dice che “temprava gli uomini, mentre il calcio di ora è essenzialmente merce e denaro”.
Dal calcio ha anche imparato molto “dal sano corporativismo del tutti per uno, uno per tutti, a valori come l’altruismo, spirito di gruppo, lealtà”.
Oggi è buttato a capofitto in politica, consigliere di maggioranza.
Ma non dimentica la sua esperienza, anzi ne fa tesoro e cavallo di battaglia, perché “lo sport è antidoto contro ogni forma di devianza, anche di discriminazione razziale ed omofoba”.
Il “primmammore nun se scorda chiù”. E come potrebbe farlo chi come Salvatore, lo ha ereditato geneticamente da suo padre, appena in culletta?

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Juvenia: volley bohémien alternativo https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/juvenia-volley-bohemien-alternativo/ https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/juvenia-volley-bohemien-alternativo/#respond Sun, 27 Jun 2021 22:00:59 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=12359 La febbre del volley esplosa anche a Corato, dalla Sai alla Amatori volley, non è più di uno sport di nicchia, con quest’ultima società che spopola a Corato negli anni 80. Un sol team non basta più, perché sono in tanti che vogliono misurarsi nei vari campionati di volley. Peppino Ferrara, noto dipendente comunale, ci […]

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La febbre del volley esplosa anche a Corato, dalla Sai alla Amatori volley, non è più di uno sport di nicchia, con quest’ultima società che spopola a Corato negli anni 80. Un sol team non basta più, perché sono in tanti che vogliono misurarsi nei vari campionati di volley. Peppino Ferrara, noto dipendente comunale, ci racconta che “con il rientro a Corato del prof Piero De Palma, molte coppie di amici si avvalsero di lui per fare attività fisica in una palestra scolastica. Ma la semplice attività non appagava più, volendo un salto di qualità e puntando proprio sul volley che molti di noi avevano praticato”.

E così nasce nel 1987 la Juvenia, che si pone come movimento alternativo all’Amatori volley, sia tecnicamente ma anche nell’accezione bohémien. I fondatori sono un gruppo di amici, l’unico dei quali, proprio Peppino Ferrara, non gioca ed è investito della carica di Presidente. Tutti gli altri sono sia dirigenti che giocatori: Fabrizio Tedone, Federico Lotito, Tommaso Augimeri. Pino Tedone è anche guida tecnica.

L’idea parte da un sogno: quello di contrapporsi al monopolio dell’Amatori, società più blasonata“, dice Fabrizio Tedone. Ma la battaglia è difficile da vincere perché in tempi in cui il meccanismo sponsorizzazioni è diverso e più difficile, c’è una fetta molto risicata per la Juvenia, costretta ad autofinanziarsi, “giocando con maglie in acrilico che sulla pelle arrivavano a 50 gradi”, confessa Fabrizio Tedone.

La piccola società si toglie anche qualche sfizio, partecipando a campionati di 1^ e 2^ divisione con giocatori che confluiscono dalla Amatori Volley. Tra le sue fila c’è anche un carismatico personaggio che “regalava parolacce per i suoi errori ed ora è un irreprensibile uomo di chiesa, anzi prete“, è il racconto del dr. Tedone.

Soprattutto memorabile è però la vittoria al 5° set proprio contro l’Amatori, una tra le poche. L’abbinamento alternativo è come detto anche nel senso bohémien, povera e disordinata, libera e anticonformista, allegra e scanzonata, con atleti che giocavano con occhiali che spesso si rompevano e si ricompattavano con l’adesivo.
Giocatori pigri e molli che si scatenavano con tuffi e salti vedendo ragazze in tribuna, magari presentandosi alla gara con occhiali da sole per nascondere le bravate notturne“.

Una società anticonformista sì, ma che ha comunque dato a tanti la possibilità di divertirsi e di praticare sport spensieratamente, lasciando una traccia che va oltre il rettangolo di gioco e di cui si potrà parlare di generazione in generazione, come una squadra alternativa sia tecnicamente che nei modi di praticarlo.

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A.S. Volley Corato: la 3^ generazione della pallavolo a Corato https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/a-s-volley-corato-la-3-generazione-della-pallavolo-a-corato/ https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/a-s-volley-corato-la-3-generazione-della-pallavolo-a-corato/#respond Sun, 13 Jun 2021 13:11:48 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=12165 Se la Sai Corato è la mamma del volley locale e l‘Amatori di Volley è il figlio, la società A.S. Volley Corato è il nipotino, ossia la 3^ generazione. Il passaggio da una società all’altra, non è però immediata, ma è intervallato da un periodo di elettroencefalogramma piatto nel campo maschile, di circa 6 anni, […]

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Se la Sai Corato è la mamma del volley locale e l‘Amatori di Volley è il figlio, la società A.S. Volley Corato è il nipotino, ossia la 3^ generazione.
Il passaggio da una società all’altra, non è però immediata, ma è intervallato da un periodo di elettroencefalogramma piatto nel campo maschile, di circa 6 anni, cioè dalla fine dello scorso secolo, all’estate 2005.
Ma come detto solo in campo maschile, perché nel frattempo Riccardo Porro, sta da tempo operando con la sua Polis Corato, un progetto in campo femminile e giovanile dai 13 ai 18 anni.
Il desiderio di far risorgere questo sport, che ha infiammato la palestra del C. Battisti prima ed il Palazzetto poi, è elevato e stuzzica alcuni degli appassionati di questo sport.

Capofila di questa volontà di ripartenza, è Enzo Mastrodonato, che decide di convocare un’assemblea tra tutti gli appassionati.
Sono in tanti a rispondere presente all’appello, come nel 1° passaggio di testimone, ex giovani atleti, che ora hanno appeso le ginocchiere al chiodo.
E così nello studio di Massimo Mazzilli, il 31/08/2005 si tiene la 1^ Assemblea della costituenda società, che elegge Enzo Mastrodonato Presidente, che più di tutti aveva dato la spinta emotiva. Una sorta di premonizione del precedente Presidente dr. Savino, che anni prima aveva detto ad Enzo: “Quando morirò, il prossimo Presidente devi esser tu”.
Suo vice è lo stesso Massimo Mazzilli, Direttore Sportivo Maurizio Vernice, Pino Picca addetto stampa, Franco Abbattista tesoriere, dirigenti fondatori, Pasquale Mascoli, Nicola Savino, Giampiero Leuzzi, Andrea De Benedittis, Fabrizio Mastrodonato.

La 1^ guida tecnica è affidata a Michele d’Elia, ex giocatore di B2 a Terlizzi, cui succederà l’anno successivo Nicola Ssvino.
Ripartire dalla 3^ divisione, era molto riduttivo” ci racconta Enzo Mastrodonato, “perché avevamo fame ed entusiasmo di ripartire”.
E pertanto il 1° passo importante, è incontrare il Presidente regionale FIPAV Manfredi per chiedere lumi su eventuali vendite di titoli.
Ed infatti poco dopo, giunge a Corato, quello di Serie C, acquistato da Ruvo, sostituito dal nome Volley Corato.
L’entusiasmo è alle stelle, con alcuni che sognano di poter presto salire gli scalini del volley nazionale.
Ma prima di sognare voli pindarici, è necessario formare una squadra competitiva, reclutando gli atleti soprattutto fuori della città. E grazie ad un importante sponsor milanese, di un’azienda del coratino Aldo Scaringella, la società può sbizzarrirsi in acquisti e prestiti. “La 1^ gara contro Castellana, ora in Serie A, provocò tante emozioni da farmi tuttora venire i brividi, vincendo anche 3-1. Il palazzetto era strapieno, in un’atmosfera da Serie A, con musica, speakeraggio affidato a Pino Picca. Per gratitudine all’impegno profuso, invitammo sia il Presidente FIPAV Manfredi, che il Sindaco dell’epoca Perrone, cui regalammo la maglia N.1 e consegnammo una targa alla famiglia del fondatore del volley a Corato (Giulio Tandoi)”.

È un 1° campionato di assestamento, tranquillo, con atleti made in Corato a cui segue quello della stagione 2006/07, in cui si smascherano tutte le ambizioni.
Sulla panchina vi siede Nicola Savino, con Andrea De Benedittis 2°, mentre la campagna ingaggi porta atleti di spicco, come Massimo Russo, sia pur 40enne, ex Gioia in Serie A, il molfettese Petruzzelli, che aveva militato in A2, Sciancalepore da Canosa, Tamborra da Manfredonia, Carelli e Di Gioia da Bitonto (quest’ultimo preparatore atletico). Si aggiungono i coratini Massimo Mazzilli, Fabio Addati, Fabrizio Quercia, Michele Tarricone, Fabrizio Mastrodonato e Gianni D’Oria che aveva avuto una parentesi in Serie B.
In quanto Serie C, eravamo obbligati a sviluppare il settore giovanile. E fu cosi che con un accordo con Riccardo Porro, inglobammo quello della Polis e lo allargammo, inserendo nuove figure, come il responsabile Massimo Scaringella, Rosalba Marcone, Nicla Sellitri, Pino Tedone“.

L’obiettivo è portare la società in Serie B, spendendo anche troppi soldi. Ma come è spesso accaduto nella storia di società di questa città, spendere tanto non è sinonimo di vincere.
Anzi, nel 2010 la società, per vari infortuni, addirittura retrocede in Serie D e per scelta partecipa a campionati di 1^ divisione.
L’entusiasmo incomincia a calare perché come prosegue Enzo Mastrodonato, “ero rimasto solo, tra l’altro preso da impegni personali. Ma ti rendi conto dei tanti freni che ci sono e soprattutto che non c’è il rispetto delle nuove generazioni, a cui è tutto dovuto ed hanno un atteggiamento pigro e presuntuoso. Ogni società ha un suo ciclo naturale, che si chiude”.
Ed è così che nel 2012 l’A.S. Volley chiude i battenti della 3^ generazione del Volley coratino, cedendo il pacchetto del settore giovanile alla Polis, che si affaccia nel panorama della pallavolo.
Per uomini di sport e di passione come Enzo Mastrodonato ed i suoi amici che lo hanno sostenuto, la linea del totale tracciata, rimane pur sempre col segno positivo.
Lo sport è esempio di crescita dei ragazzi, specie quello di squadra, perché aiuta a prenderti responsabilità, impegni, aecolto dell’allenatore, raggiungimento degli obiettivi, reazione alle sconfitte. È una scuola di vita importante, fonte di forza ed energia, che stimola i giovani a scoprire i giusti valori della vita e a renderli persone buone e giuste nella società“.

Ne siamo convinti anche noi e se ora c’è un forte movimento di base, che coinvolge donne, famiglie che riempiono le poche strutture a disposizione, il merito è anche soprattutto il loro, di questi volenterosi dirigenti dello sport amatoriale.
Alla prossima!

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Amatori Volley Corato: la seconda generazione della pallavolo https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/amatori-volley-corato-la-seconda-generazione-della-pallavolo/ https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/amatori-volley-corato-la-seconda-generazione-della-pallavolo/#respond Sun, 06 Jun 2021 01:24:13 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=12033 Un passaggio di testimone, come avverrebbe di padre in figlio o da un sovrano che abdica in favore del suo erede. Il cuore S.A.I., precursore del volley coratino, smette di battere alla fine degli anni 70 e lascia molti pargoli per strada. Il padre e creatore del movimento pallavolistico, Giulio Tandoi, nonché factotum, che ha […]

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Un passaggio di testimone, come avverrebbe di padre in figlio o da un sovrano che abdica in favore del suo erede.

Il cuore S.A.I., precursore del volley coratino, smette di battere alla fine degli anni 70 e lascia molti pargoli per strada. Il padre e creatore del movimento pallavolistico, Giulio Tandoi, nonché factotum, che ha raccolto e messo in atto la spinta di Franco Violante e degli ex studenti liceali, ha esaurito il suo processo di iniziazione. Ma comunque ha lasciato humus fertile per dare impulso definitivo a tale movimento.

Luciano Rutigliano ed Emanuele Lenoci, ormai adulti e maturi, emigrano per un paio d’anni a Barletta ed accumulano esperienza. Altri giovani dopo un vuoto all’incirca di 1/2 annni, che hanno seguito la trafila giovanile Sai, si apprestano come pulcini ad uscire dal guscio ed entrare nel mondo del volley che conta. E non vogliono disperdere quanto già di buono è stato creato. Riescono pertanto ad ottenere uno sponsor di £.100.000 da Michele De Palma che neanche conosce tale sport, partecipando al campionato di terza divisione. La D.P.M. è squadra di tanti giovani e ben si comporta: Michele Quercia, Giovanni Campanile, Nicola Savino, Saverio Musto, Massimo e Salvatore Mazzilli, allenata da Matteo Piccarreta prima e da Luciano Rutigliano ed Emanuele Lenoci poi, rientrati nel frattempo.

È il preludio alla nascita della Amatori Volley Corato, in cui è Luciano Rutigliano che diventa Presidente con la supervisione di Giulio Tandoi, che di fatto ne rimane un angelo custode non più con le stesse funzioni della sua gestione. Quelli che un tempo furono i figli della Sai diventano ora papà dell’Amatori Volley Corato.

Mentre in generale si assiste ad un nuovo boom economico, nei primi anni 80′ nella nostra città c’è un nuovo fenomeno che interrompe il monopolio del calcio. AlIa scuola media Santarella c’è il professor Romano, che inizia a lasciare il suo segno. È per certi versi molto severo ed anche emotivamente distaccato nei rapporti con gli alunni, quanto molto signorile, ma insegna educazione fisica a 360°.

I suoi ragazzi partecipano ai giochi studenteschi e predilige sport come basket, pallavolo, atletica, che aiuta il fiorire delle società di settore, che nel frattempo possono usufruire del nuovo palazzetto Losito (1978) e del campo sportivo in restyling dal 1984.
Nel decennio degli anni 80′ si assiste alla proliferazione nei settori giovanili sia nel basket che nella pallavolo, con l’Amatori appunto, che ne è miccia ed al tempo stesso riserva per il futuro. Incomincia ad emergere una figura che diventerà importante nel tempo: Nicola Savino. Gioca e consegue il diploma Isef ed inizia ad allenare le generazioni dal 1968 (Montaruli, De Benedittis, Giovaniello, Picca, i fratelli Mastrodonato) in poi fino alla classe 82 (Vito Cannillo, Antonio Di Bisceglie, Claudio Piccarreta, Fabio Cialdella, Vito Falco), nel 2000 trasferiti a Terlizzi per un under 18 che li porterà alla finale regionale. Come tanti genitori c’è suo padre che inizierà una collaborazione come tale, per poi immergersi testa e piedi fino a diventarne Presidente nel 1992.

La migliore stagione è stata senz’altro quella 81/82″ – ci dice Nicola Savino. “Freschi di Palazzetto, ricordo disputammo un ottimo campionato di 1^ divisione, classificandoci forse 3^. Ma la nota più bella era il fatto che la struttura fosse sempre strapiena”. Le ambizioni della società incominciano a crescere ed alla fine degli anni 80′ ingaggiano anche il siciliano Nino Di Raimondo, ora coratino a tutti gli effetti, il terlizzese Luigi Campana ed il tecnico Mimmo Petti, con trascorsi in A2 a Pescara, partendo da favoriti. “Credo fu nel 91/92, un campionato di C2 deludente, in cui non confermammo le aspettative ed anzi disputammo i play-out“. Ma nello sport si sa a distanza di anni, si ricordano gli aspetti umani, di fraterna amicizia e solidarietà ed anche episodi simpatici. “Ricordo che in quei tempi era ancora consentito fumare in panchina. Ed il mister, avendo dimenticato l’accendino, chiese al più giovane della panchina di farsi accendere la sigaretta da uno del pubblico. L’arbitro aspettò il rientro in panchina e lo espulse“.

La pallavolo è uno sport pacifico, in cui è difficile litigare, anche per la sua linearità.
Ma a noi è capitato anche di sfiorare la rissa per l’astio tra Bari e Lecce del calcio, che ci portavamo dietro“.
Ma non è solo quella la causa di liti, perché a Francavilla è invece il gesto dell’ombrello di un loro tesserato a riscaldare gli animi, in una palestra neanche a dirlo dei Vigili del Fuoco.
Eravamo giunti all’ultimo istante, per una foratura, con soli 5 minuti di riscaldamento ed eravamo sotto 2 set a 0. Riuscimmo a ribaltare il risultato a nostro favore, dopo tre ore di gioco, con il tie break (16/14). E di lì scattò la reazione“.
Ma avevano anche la spalla forte di Salvatore, detto “Satore” a cui gli era riservato di diritto un posto in auto.
Era sia il nostro portafortuna, ma anche la guardia del corpo“.

Stiamo terminando il nostro excursus, quando va in scena una piccola dimostrazione di fisica quantistica. A Nicola Savino squilla il telefono con il numero di un atleta terlizzese, che non sente da 3 anni. È colui di cui stiamo parlando in quel momento: Felice Carnicella, detto Jeeg Robot d’Acciaio, per altri Ridge. Nicola lo stava ricordando come colui che, giocando su campi in tartan prima dei parquet, gli si strappavano le maglie in cotone, per la tecnica acrobatica del tuffo, del volo e dell’atterraggio. Felice ci raggiunge ed inizia una breve conversazione di sole 2 ore. Nicola, nel frattempo, ricorda anche chi ha messo le radici fuori dalla città di Corato: da Gianni D’oria in serie B a Giovinazzo, Vito Mangano e Fabrizio Quercia, finalisti nazionali juniores a Giovinazzo, Francesco Martinelli, Andrea Vernice ed Ezio Porro che ha riscaldato una panchina di A2 nel Lazio. Conclude con il suo pensiero finale rivolto al movimento intero: “Sono contento che il volley coratino, anche con quello femminile lanciato da Maurizio Vernice, prosegua in continuità con le origini ed il cordone ombelicale prima Sai e poi Amatori Volley. Dispiace solo che quello maschile stesse ripartendo con la Polis, ma è stato bloccato con il settore giovanile per i problemi Covid”.
Ci saranno anche i nipoti della Sai, figli dell’Amatori Volley?
Lo scopriremo nella prossima puntata

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Sai Corato: la nazionale di volley coratina che giocava al Cesare Battisti https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/sai-corato-la-nazionale-di-volley-coratina-che-giocava-al-cesare-battisti/ https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/sai-corato-la-nazionale-di-volley-coratina-che-giocava-al-cesare-battisti/#respond Sun, 30 May 2021 05:43:05 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=11950 “La pallavolo è ciò che unisce magia e realtà” (Francesca Piccinini) “Olio, petrolio, benzina e minerale, per battere la SAI, ci vuol la nazionale”! Fu molto probabilmente il primo slogan coniato dal 1° mini gruppo di tifosi coratini (bambini, tra cui anch’io) oserei dire ad organizzazione naif, che terminata l’ora impaziente di catechismo nelle aule […]

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“La pallavolo è ciò che unisce magia e realtà” (Francesca Piccinini)

“Olio, petrolio, benzina e minerale, per battere la SAI, ci vuol la nazionale”!

Fu molto probabilmente il primo slogan coniato dal 1° mini gruppo di tifosi coratini (bambini, tra cui anch’io) oserei dire ad organizzazione naif, che terminata l’ora impaziente di catechismo nelle aule della scuola Cesare Battisti, si riversava nella mitica palestra, assiepandosi ai muri a ridosso delle linee di gioco, accanto a spettatori più adulti.
Certamente pur con la stessa maglia azzurra, la Sai Corato non era la nazionale, ma la prima vera squadra di volley coratina, frutto della geniale intraprendenza di alcuni giovani liceali, per i quali forse valeva anche più della stessa nazionale italiana.
Corrono i primi anni settanta, quando alcuni baldi studenti, si dilettano a giochicchiare con un artigianale pallone di volley, nel piazzale dell’ex Istituto d’Arte, ora professionale. Una rete di fortuna, campo tra il cemento e l’asfalto, che procurava escoriazioni a ginocchia e braccia, finché un giorno alcuni di loro, tra cui Luciano Rutigliano ed Emanuele Lenoci, fanno amicizia con Franco Violante, precursore del volley a Corato. Quest’ultimo gioca in serie B nella SIDA Bari e frequenta Corato per la futura moglie Mariella Tandoi.
È il 74′, quando dopo 2 anni di continui allenamenti c/o l’istituto d’arte, ci viene un’idea” dice Luciano Rutigliano. “Perché non dare seguito a questa nostra grande passione”?

Si organizzano e fondano l’associazione Sai Corato, il cui Presidente è l’eterno condottiero Giulio Tandoi, zio acquisito di Violante.
Giulio è persona elegante e disponibilissima, che non ci fa mancare nulla, mettendo sempre a disposizione auto e risorse, che non erano eccessive perché si andava avanti più per passione“, continua Luciano.
“Il primo passo è l’ottenimento della palestra del Cesare Battisti, concessa da una amministrazione sempre attenta alle nostre esigenze, che noi salvaguardavamo con molto senso di responsabilità”.
L’appuntamento presso la palestra, diventa un classico della domenica mattutina, un impianto che mentre ora sarebbe precario, per quei tempi è un fiore all’occhiello.
Basti pensare, come ci ricorda Emanuele Lenoci, che abbiamo giocato contro L’Aquila Azzurra Trani nel piazzale antistante il tribunale o a Terlizzi sulle mattonelle della Piazza dell’Orologio, disputando sfide epiche, forse contro l’avversario di sempre“.
Prima tifoso della squadra è Mimì Zaza, custode della scuola, sempre disponibile oltre gli orari scolastici e organizzatore del tifo.
Non sono però mancati episodi eclatanti – prosegue Luciano – perché durante una partita, si staccano completamente dal muro i tiranti della rete, partendo come elastici di una fionda, che per fortuna non trovano nessuno sulla traiettoria. La gara è sospesa e non trovando soluzioni perdiamo la partita a tavolino”.

La SAI, partita della terza divisione, alla prima esperienza si piazza a metà classifica. Ma sarà in continua escalation e come ci ricordano entrambi i due protagonisti, il salto di qualità si ha con l’arrivo del professore Isef Raffaele Tartaglione, giocatore di serie B nativo di Aversa, che sposando una andriese, si sposta in Puglia e fa beneficiare la Sai delle sue prestazioni, così come per Vito Sassanelli che giunge a Corato grazie all’amicizia con un suo collega delle Ferrovie dello Stato Matteo Piccarreta.
A questi uomini chiave si aggiungono: Franco Tarricone, Roberto Castro, Franco De Benedittis, Ugo Pados, Massimo Olivieri, Michele Quercia, Luciano D’Aprile, oltre Luciano Rutigliano, Emanuele Lenoci e Matteo Piccarreta.
I successi si susseguono uno dietro l’altro, dalla 3^ alla 1^ divisione, arrivando anche in Serie D, acquisendo il titolo di un’altro sodalizio.
Purtroppo questo sogno non dura molto.
Il Presidente Tandoi è costretto a lasciare, Violante, sposatosi e laureatosi con i massimi voti, rifiuta l’assunzione c/o un’importante banca, per diventare il n.2 al mondo, di una importante società americana. Tartaglione ottiene la cattedra e mette le radici pallavolistiche nella sua Andria, Emanuele e Luciano emigrano a Barletta, Trani e dintorni.
La leggendaria Sai si scioglie, ma è comunque la pietra miliare del volley a Corato, che continuerà negli anni a seguire.
Ma rimarrà nella storia, come quella squadra che portava con sé anche tanti tifosi in trasferta, come a Monopoli, dove la tribuna fu riempita solo da coratini e rappresenta soprattutto uno stile di sport che ora non c’è più, di valori che forse neanche la nazionale batterebbero più.

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Coratina 80′: una banda di matti che si allena al Campo di Croce https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/coratina-80-una-banda-di-matti-che-si-allena-al-campo-di-croce/ https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/coratina-80-una-banda-di-matti-che-si-allena-al-campo-di-croce/#comments Sat, 15 May 2021 22:44:09 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=11737 Una banda di folli, è la mia musa ispiratrice dei vecchi ricordi di squadre vintage o parentesi delle stesse. Il racconto del gruppo di oggi riguarda la sua seconda fase, quella degli anni 80. E mi perdonerete se è anche autobiografica. Si parla de la “Coratina”, società che nella fase originaria è tra quelle che […]

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Una banda di folli, è la mia musa ispiratrice dei vecchi ricordi di squadre vintage o parentesi delle stesse.

Il racconto del gruppo di oggi riguarda la sua seconda fase, quella degli anni 80. E mi perdonerete se è anche autobiografica.
Si parla de la “Coratina”, società che nella fase originaria è tra quelle che mi hanno contagiato la febbre incurabile del calcio. Di fatto nasce ad opera di mio padre Gino Como, che la crea nel 1971, in alternativa all’US Corato società principale, poco incline al settore giovanile, sfornando tanti ragazzi, da Amorese, Lotito, Maldera, Saltarelli, Zinetti (di cui parleremo in una successiva puntata).
La sua parentesi da Presidente è da ritenersi conclusa alla fine degli anni settanta. Ma a cavallo tra quelli 70 ed 80 riparte una sinergia con la Sempre Avanti che prova ad organizzare una squadra esordienti, dissolvendosi presto nel nulla.
Le possibilità sono due: sciogliere le righe o farne di necessità virtù.
Nell’82’, io ancora 17enne ho ricevuto già la prima sentenza: giocare a calcio non è per me. Ma nonostante la giovane età, per l’esperienza accumulata e soprattutto la enorme passione mi assumo una responsabilità da dirigente navigato.
Invece di mandare questi ragazzi a meretrici, decido di accollarmi la conduzione in più vesti. Mi manca solo la firma di presidente, essendo minorenne ma lo sono in tutti i sensi, un vero factotum, dalle veci di dirigente principale a quella di allenatore di ragazzi quasi coetanei o 2/3 anni più piccoli.
Disputiamo un ottimo campionato esordienti, primeggiando su altre due società coratine, Us Corato e Acai, di cui molti ragazzi convergeranno nella nostra società l’anno successivo.
Un gruppo di discoli al limite della follia, tra i quali ce n’è uno che addirittura a Spinazzola, stuzzicato dalla tifoseria avversaria, lascia il campo e arbitro per scavalcare la recinzione e rispondere alle loro provocazioni. In questa splendida avventura mi faccio coadiuvare da un altro appassionato giovanissimo sedicenne, che si è già distinto nei vari tornei di quartiere (lui con la Stella Rossa di piazza Corsica) come operatore scouting, osservatore come si diceva un tempo: Gennaro Bove.
Ha modi pragmatici ed una voce tenorile.
C’è però un’aggravante: nell’estate 1982 iniziano i lavori al campo sportivo, che dureranno circa 18 mesi ed allenarsi come disputare le gare diventa un’impresa, per quei ragazzi che nel frattempo diventano “Giovanissimi”.
Ci si accampa così al famoso “campo di Croce”, terreno in sabbiolina, di dimensioni pari ad un attuale campo a 7, senza porte e senza alcun servizio ubicato alle spalle dell’attuale capannone dell’azienda D’introno. Ed io non essendo motorizzato, sono costretto a condurre palloni, cinesini e casacche a piedi, da una parte all’altra della città. L’amore è tanto, anche perché questi ragazzi birichini crescono e ti fanno crescere genuinamente nella cultura della strada, divertendosi per poco.
Tra i più folli si distinguono Michele Visentino, da me battezzato Agostinelli per la somiglianza all’ex calciatore laziale, o Malizia (portiere del Perugia) Paolo Mangione, amanti di tanti scherzi il primo di barzellette il 2°. Un ricordo particolare va a Gianni Piccarreta, alias “Caciotta”, tragicamente deceduto in incidente stradale. Non mancano le soddisfazioni, con le convocazioni in rappresentativa di Luigi De Laurentis e Francesco Diasparra o le cessioni alla Fidelis Andria di 4 mini calciatori (Terrone Luigi e Giuseppe, Michele Cipriani, Tony Nocca e Michele Grosso).o dello stesso De Laurentis e Aldo Maino “u tedesc” al Barletta.
Si esaltano i deliziosi piedi mancini di Aldo Tambone, Luigi Balducci e Ciccio Leo, la furbizia di Felice Strippoli e Mariano Como, la velocità di Patrizio Cialdella e Francisco Azzariti, l’estro di Antonio Tedone (detto Zico) e la diligenza di Nunzio Calò.
Ma tanti sono anche i sacrifici, con avventurose imprese per ragazzi della nostra età, che ora coinvolgerebbero il “telefono azzurro”.
Emblematico è quanto successe alla vigilia di Natale 1982.
Il 24 è domenica lavorativo e si gioca alle 9,30 al campo Mons. Addazi di Trani, zona carcere. Siamo in pieno periodo di nottate pre-uscita in piazza, in cui tutti gli adolescenti si riuniscono per giocare a carte. Fino alle 9 della sera precedente, avevo ottenuto solo 4 adesioni. Con molta pazienza, per tutta la notte, mi metto alla caccia di tutti i convocati, per assemblare almeno 11 elementi. Ci riesco (12 per l’esattezza). Ma c’è un altro problema da risolvere. Come andare, visto che non c’è nessun adulto disponibile?
Ci diamo appuntamento alle 5,45 in pza C. Battisti, per imbarcarci sul pullman. Arriviamo a Trani su via Corato alle 6,30. Ed ora dobbiamo percorrere ca 5 km andata ed altrettanti dopo al ritorno.
Arriviamo chiaramente scoppiati e con ragazzi che approfittano delle panche per dormire. Ed il risultato del solo 1° tempo è: 6-0.
Non importa, lo spirito goliardico è ciò che prevale su tutto.
Pensate che farebbero la sressa cosa, i ragazzi di ora, abituati ad essere riveriti ed accompagnati dai genitori pur abitando a 100 metri?
Storie di un’altra generazione, storie di ragazzi anche folli, ma che si divertivano con nulla e che hanno veramente conosciuto e imparato dalla vita di strada.

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Michele De Palo: il presidente coraggio della storia neroverde https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/michele-de-palo-il-presidente-coraggio-della-storia/ https://ilquartopotere.it/vecchi-ricordi/michele-de-palo-il-presidente-coraggio-della-storia/#comments Fri, 07 May 2021 22:16:29 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=11639 “Per una personale difficoltà, ero in ritardo per la programmazione della solita rubrica settimanale “Le Eccellenze dello Sport coratine”. Giovedì è stato un anniversario importante per la storia coratina, la vittoria del campionato di Promozione. Da lì ho preso spunto per creare una nuova rubrica che si chiamerà “Vecchi Ricordi”, che partirà proprio dal Presidente […]

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“Per una personale difficoltà, ero in ritardo per la programmazione della solita rubrica settimanale “Le Eccellenze dello Sport coratine”. Giovedì è stato un anniversario importante per la storia coratina, la vittoria del campionato di Promozione. Da lì ho preso spunto per creare una nuova rubrica che si chiamerà “Vecchi Ricordi”, che partirà proprio dal Presidente De Palo e si alternerà con storie di vecchi ricordi.

Il Presidente della Storia, della doppia promozione in una, impresa riuscita solo al mitico comandante Narducci, che portò il Corato in serie D il 7/5/1950.
Giovedì, dopo l’uscita dell’articolo della rievocazione della storica vittoria di campionato di promozione del 1984, sono stati in molti a telefonarmi perché avevo dato poco risalto alla figura del presidente Michele De Palo.
Era tutto studiato, che sarebbe divenuto il primo protagonista della rubrica “vecchi ricordi”. Anzi vi dirò di più che lo cito in un mio libro di prossima uscita. Chi meglio di lui?
Michele, imprenditore della ristorazione, con un occhio al negozio di detersivi di sua sorella, è certamente uno sportivo, ma si presenta da protagonista sul palcoscenico del calcio nell’autunno dell’81, quando rileva l’Us Corato da un altro Presidente generoso: Gino Sciscioli.
A fronte di molte cessioni fatte dal suo predecessore, per rientrare delle tante spese sostenute, trova una squadra svuotata, in difficoltà, guidata da Tonino De Marinis.
Ma dimostra subito la competenza di un veterano, che fa subito acquisti azzeccati, che gli valgono una precoce e tranquilla salvezza.
Tra questi ci sono i 2 fratelli Giardino, che con il carattere passionale, accattivante del Presidente, fa tornare nei tifosi coratini l’orgoglio e l’amore per la squadra neroverde, da anni assopiti e la voglia di tanti caroselli di domenica in domenica, al seguito del proprio team.
Ma soprattutto Michele ha la capacità di circondarsi di tanti uomini saggi e diligenti, ad iniziare da Salvatore Mascoli, Dino Squeo, Dino Scaringella, Gino Mangione, Gino Soperga, Saverio Balducci, Pasquale Fiore, Luigi Petrone, Vito Maldera, Mimmo Sgaramella, i fratelli Berardi, Vito Conticchio (e scusateci se saltiamo qualcuno).
Inizia però una avventurosa ma entusiasmante Odissea, perché i lavori allo Stadio, si allungano nei tempi, preventivamente brevi.
Ma pur vagando in tutta la provincia, il Presidente non si perde d’animo ed anzi è lui a dare coraggio a tutto l’ambiente, allestendo una super squadra, che fa impazzire il mondo più di un Crodino.
Gran sinfonia con Quadrello diventato direttore d’orchestra, fino ad arrivare al famoso storico spareggio del 9 maggio 83′ allo Stadio della Vittoria contro il Mola, finito appaiato.
Uno scippo autorizzato, di cui il Presidente non si dà pace ed inizia un calvario infruttuoso di carte bollate.
Michele è uomo di temperamento e determinazione e sa che il suo pubblico è pronta al salto in D, ma pur bruciando molte risorse, che avranno effetto anche a livello della personale attività, il Presidente insiste e vuole lasciare il segno indelebile del suo Amore verso i suoi colori e la sua città.
Un’altra stagione intensa, con incredibili colpi di scena, ad iniziare dall’estate in cui un noto personaggio politico si prende gioco di un’intera piazza.
Ma il Presidente ha un chiodo fisso, quello che lo farebbe entrare nella storia.
È il 6 maggio 1984, quando il sogno si avvera.
Il Corato di mr. Nicola Taiano a Triggiano, trova finalmente l’apoteosi e Michele De Palo di diritto entrerà nella storia e qualcuno vorrebbe metterlo in alto al posto della statua di Garibaldi.
Questo è il Presidente Michele De Palo, vecchio ricordo di tanti coratini, di generazioni fa, semplici, genuini, ma passionali.

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