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Progetto Eco-Estramurale: interviene Legambiente

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Eco-Estramurale tra voci ed azioni

“La partecipazione democratica e le proposte dei cittadini sono gli strumenti necessari per la crescita della nostra città” – scrive in una nota il direttivo di Legambiente Corato sul progetto eco-estramurale al centro della cronaca cittadina e più volte trattato da queste pagine.

In diversi incontri istituzionali tra Legambiente ed Amministrazione comunale – si legge – l’assessora Antonella Varesano ne aveva più volte trattato, ma senza mai accennare a tempi e parlando della possibilità di incontri pubblici che, finora, non ci sono mai stati, almeno da quello che pare. Per cercare di saperne qualcosa di più, quindi, lo scorso 28 gennaio abbiamo partecipato all’incontro pubblico organizzato da un indistinto gruppo di partiti e movimenti dell’opposizione: in realtà, non è stata presentata alcuna posizione o visione alternativa sul progetto, laddove, invece, sarebbe stato utile aprire un dibattito pubblico all’interno della comunità cittadina, supplendo così alla politica dal volto civile, partecipativo e democratico del “palazzo di vetro” che era stato il leitmotiv della campagna elettorale per l’elezione a sindaco di Corrado De Benedittis.

Il Comune di Corato è vincitore di un finanziamento da quasi 7 milioni di euro nell’ambito dei progetti del PNRR per il piano chiamato “Eco-Estramurale”. Al momento, tuttavia, il progetto esecutivo non c’è ancora, ma i progetti di fattibilità tecnico-economica su cui si basa l’adeguamento dell’estramurale a Corato sono sembrati avere diverse criticità tecniche. La finalità del progetto dichiarata dall’Amministrazione è quella di dare un nuovo assetto all’Estramurale rispondendo a diverse esigenze, quale quella di renderla una città che faccia della sostenibilità un nuovo approccio culturale ed aperta alla modernità di questo tempo.

Ma, è davvero così? E queste esigenze della comunità cittadina tutta, come sono state raccolte? Durante l’incontro, le diverse criticità progettuali sono state analizzate da un tecnico, l’ing. Vincenzo Petrone. In particolare, si è concentrato sulla problematicità sulla pista ciclabile al centro della carreggiata e sul rain garden progettato sempre al posto dello spartitraffico centrale, andando così ad impattare su spazi per marciapiedi e parcheggi. Ci riserviamo al momento opportuno di fare le nostre osservazioni con nostre proposte, non per ultima la possibilità di sperimentare una “zona 30”, con particolare attenzione alla qualità della vita che un progetto del genere dovrà necessariamente considerare.

Ci sembra strano che non siano stati consultati – o per lo meno, noi non ne abbiamo notizia – tutti quegli stakeholders presenti nelle nostre e che, secondo lo Statuto Comunale, dovrebbero essere istituzionalmente coinvolti in questo tipo di decisioni, a partire dalle Consulte permanenti che rappresentano una sintesi delle istanze sociali, economiche e culturali della nostra Città e che “esprimono il loro motivato parere preventivo su tutti gli argomenti di particolare rilevanza nei rispettivi settori di competenza”. Ci auspichiamo, quindi – conclude Legambiente – che ci sia una maggiore e reale attenzione al tema della partecipazione; il capitano non si dovrebbe mai sentire infastidito dal proprio equipaggio, a maggior ragione quando questo è composto dai suoi stessi concittadini che vogliono partecipare e dare il proprio contributo per la vivibilità della propria città.

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