Domenica 3 Ottobre si è concluso a Corato il weekend dedicato al festival della legalità, organizzato dall’associazione politico culturale Nuova Umanità e patrocinato dal Comune di Corato, egregiamente condotto dalla dottoressa Mariella Sivo che, nella sua seconda edizione ha avuto per tema, la frase di Piero Calamandrei. “Non c’è libertà senza legalità”.
Sembra un ossimoro parlare di libertà, raccontando l’esperienza che stanno vivendo alcuni detenuti ammessi al regime alternativo alla detenzione, inseriti nel progetto “A mano libera” della Cooperativa Sociale “Senza sbarre” di Andria, ideato e realizzato da don Riccardo Agresti, promosso dalla Diocesi di Andria e approvato dalla Magistratura di Sorveglianza di Bari.
Si tratta di un progetto pioneristico, ancora unico in Italia.
“A mano libera” ha avviato sia un percorso lavorativo di rieducazione del condannato che di riparazione della ferita inferta alle vittime dei reati. Colpevole e vittima devono poter ricevere il dono dell’incontro, fatto di ammissione della colpa, di pentimento, di perdono e di riparazione.
“Ci sono crimini così orrendi e crudeli, che far soffrire chi li ha commessi non serve per sentire che si è riparato il delitto; e nemmeno basterebbe uccidere il criminale, né si potrebbero trovare torture equiparabili a ciò che ha potuto soffrire la vittima. La vendetta non risolve nulla” – Papa Francesco, Fratelli Tutti n. 251
Affinché nessuno che ci sembra diverso da noi e che con la sua presenza ci interroga, esca dalla storia e anche dalla sua narrazione, occorre riconoscere la forza del noi, quale unico sostantivo possibile nella grammatica della legalità che è anche libertà.
Qual è il nesso che lega la libertà alla legalità?
Lo ha spiegato molto bene l’ex sindaco di Taurianova, l’ing. Fabio Scionti, raccontando la sua esperienza di uomo sotto scorta, per un periodo di tre anni successivo all’esplosione di una bomba intimidatoria, collocata sotto l’autovettura di sua moglie, che era parcheggiata sotto l’abitazione di famiglia.
Lui aveva perso la libertà di parlare con i suoi concittadini, la libertà di accompagnare i suoi figli a scuola, la libertà di passeggiare per la sua città perché ritenuto colpevole di aver portato legalità, in un paese dove la logica clientelare del voto di scambio, aveva permeato l’intero tessuto sociale da lontana memoria.
La luminosa testimonianza dell’ex sindaco, ha rafforzato quanto aveva affermato poco prima di lui, la consigliera regionale Debora Ciliento.
La bellezza di una città la dobbiamo custodire. Custodire la propria città significa averla a cuore, volerle bene. Perché legalità è cittadinanza.
Italo Calvino, nella “Città delle rondini” sottolineava l’importanza di vivere la città a misura di bambino. Le nostre città devono essere all’altezza di tutti, dove nessuno rimane indietro e dove si tende la mano a chi non porta lo stesso passo.
Ecco perché la legalità è legata anche alla testimonianza, all’educazione e alla cittadinanza.
La legalità è costruita dalla testimonianza di ciascuno di noi che decide di percorrere la strada delle regole e della responsabilità. È necessario educarsi alla legalità avendo a cuore la storia di chi ci sta accanto, nella consapevolezza che ogni giorno ciascuno è educatore per l’altro.
In questa esperienza educativa, occorre incamminarsi il più presto possibile. Per questa ragione, la scrittrice Florisa Sciannamea ha scritto ed illustrato un libro per bambini affinché, sin da piccoli, attraverso il linguaggio della fiaba, della narrazione, possano scoprire che la Legalità è dare importanza al rispetto delle regole per imparare a stare bene con gli altri. La legalità è la politica della gentilezza, della buona educazione.