Un gesto di profonda riconoscenza ha segnato la giornata di lunedì all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna: la signora Carmela Pisicchio di Corato, ha donato due piante di ulivo della varietà Cultivar Coratina, alte oltre due metri, come segno tangibile di gratitudine verso l’intero personale medico e sanitario dell’Istituto.
A ricevere gli ulivi, dell’età di dieci anni, sono stati il Direttore Generale del Rizzoli, Andrea Rossi, la Direttrice Sanitaria, Viola Damen e il Dr. Massimiliano Mosca, Direttore del reparto Ortopedia Bentivoglio, che ha avuto in cura la paziente. La signora Carmela, ha inoltre consegnato una pergamena con un attestato di stima indirizzato all’Istituto; un momento di forte valore simbolico accolto con emozione e gratitudine dalla Direzione e dallo staff medico che hanno voluto esprimere pubblicamente il loro apprezzamento per il gesto.
«Per me è un segno di riconoscenza e stima verso tutti i sanitari, ma anche verso il personale non medico che ogni giorno è al servizio del malato sofferente, spesso fragile nel corpo e nell’anima» – ha dichiarato con emozione la signora Carmela. – «Al Rizzoli – ha sottolineato – il paziente non è mai solo un numero, ma una persona, degna di attenzione, ascolto e rispetto, senza distinzioni di età, status sociale o provenienza».
La paziente ha ricordato come, nel corso degli anni, abbia avuto necessità di rivolgersi a diversi specialisti dell’Istituto, e come ogni volta abbia percepito un clima di fiducia, accoglienza e speranza. «Ho ascoltato spesso nelle sale d’attesa commenti positivi e parole piene di speranza tra lacrime e silenzi. Per me, questo è solo un piccolo segno di ringraziamento verso un ospedale eccellente, che merita ogni riconoscimento».
Nei prossimi giorni, la Soprintendenza dei Beni Culturali individuerà il luogo più adatto per la piantumazione degli alberi, che potrebbero trovare dimora nel suggestivo giardino ottocentesco adiacente all’Ospedale, o presso il Chiosco ottagonale, già sede di percorsi didattici e iniziative culturali a favore di pazienti e familiari.
Un gesto semplice, ma ricco di significato, che in prossimità della Pasqua, diventa simbolo di rinascita, pace e speranza ancora più profondo, ma anche testimonianza di fiducia che può nascere tra pazienti e personale sanitario che, in questo momento storico in cui il personale sanitario è spesso vittima di aggressioni, assume un valore particolarmente significativo.