Il Sindaco risponde della mancata concessione del patrocinio morale alla tappa di “Miss Italia” tenutasi a Corato lo scorso 26 giugno, ma – diciamolo chiaramente – non siamo di fronte ad una decisione presa dal Sindaco in autonomia, ma semmai ad una valutazione ampiamente condivisa (come poche) all’interno della sua maggioranza. Il nodo irrisolto che sembra puntellare questa Amministrazione, come già in qualche occasione è stato osservato anche da queste pagine, sembra essere quello del rapporto femminile / maschile o, se vogliamo, di una differente visione rispetto al recente passato dei comportamenti pubblici e delle relazioni private. Si tratta è bene ribadirlo di cose di piccolo o piccolissimo cabotaggio, nulla se paragonato al grave ritardo che registriamo in ogni campo in cui si eserciti l’attività di questa Amministrazione: questi minuti episodi, tra i quali va inserito anche il rifiuto del patrocinio morale ad un concorso di bellezza, somigliano però a quelle piccole pietrine che si staccano da una parete rocciosa e che indicano una frana ormai prossima. Siamo di fronte alle avvisaglie di un cambiamento che però non va nella direzione della “rivoluzione gentile” promessa, ma vira verso una terra incognita in un momento in cui il timoniere sembra aver smarrito bussola e sestante.
In ogni caso il messaggio questa Amministrazione lo ha lanciato, i cittadini lo stanno valutando e anche la stampa nazionale sembra prestare ascolto agli inusitati arpeggi che provengono da Palazzo di Città.
Quello di De Benedittis è un “atteggiamento bacchettone che rischia di suonare talebano”, riporta un articolo a firma di Gianluca Veneziani pubblicato su Libero.
Se l’obiettivo della “rivoluzione gentile” era quello di rinnovare, modernizzare, emancipare, svecchiare… la nostra Città possiamo sicuramente dire che se noi ci crediamo poco altrove ci credono ancor meno.
“[…] Ma ci permettiamo di aggiungere, quand’anche la manifestazione coratina si fosse limitata a mettere in mostra la bellezza delle concorrenti, non ci sarebbe stato nulla di disdicevole, se è vero che l’esaltazione del Bello è uno dei principi su cui si fonda la civiltà occidentale.
A maggior ragione se, come nel caso di questo concorso, la celebrazione della bellezza non ha alcunché di volgare o di offensivo. Mettici pure che Miss Italia è un evento che, al pari del Festival di Sanremo, fa parte del costume italiano e della sua cultura nazionalpopolare, è stato trampolino di lancio per carriere illustri (ricordiamo Sophia Loren, Martina Colombari, Anna Valle, Francesca Chillemi, Miriam Leone) e si associa a una dimensione ludica della competizione, che crea innocente divertimento in chi la guarda e “sorellanza” tra le concorrenti.
Negarle il riconoscimento istituzionale non è una forma di progresso, ma di oscurantismo, un atteggiamento bacchettone che rischia di suonare talebano: chefacciamo, sindaco, mettiamo il velo alle concorrenti per non mercificare il loro corpo e non esporlo al consumismo? Non vorremmo però che tutto nasca dal fatto che la prima edizione di Miss Italia si svolse nel 1939. E, in quanto tale, è una manifestazione fascistissima da proibire…
P.S.: Corato è il paese di mia mamma, la più bella. E, col benestare del sindaco o meno, resterà lei sempre Miss Corato.”
Gianluca Veneziani (Libero)