UNAPOL – Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli – esprime profonda soddisfazione per l’ingresso ufficiale della cucina italiana nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO, un traguardo storico che valorizza la nostra identità gastronomica e il lavoro instancabile di migliaia di produttori, agricoltori e custodi delle tradizioni rurali del Paese.
Per Unapol, da sempre in prima linea nella tutela dell’olivicoltura italiana e nella promozione della cultura dell’olio extra vergine d’oliva, questo riconoscimento rappresenta un passaggio naturale: la cucina italiana è un ecosistema costruito sui territori, sulle biodiversità e sulla qualità delle materie prime, tra cui l’olio EVO ricopre un ruolo cardine.
“Accogliamo con entusiasmo la decisione dell’UNESCO” dichiara Tommaso Loiodice, presidente UNAPOL.“La cucina italiana è molto più di un insieme di ricette: è un patrimonio vivo, fatto di comunità, tradizioni e conoscenze che meritano tutela e valorizzazione. L’olio extra vergine di oliva, con l’incredibile varietà dei nostri monovarietali, è uno dei pilastri di questo racconto del gusto e dell’identità italiana.”
UNAPOL porta avanti da anni un impegno costante per promuovere la qualità e la sostenibilità dell’EVO italiano, favorendo un dialogo diretto con gli chef – veri ambasciatori della cucina italiana nel mondo – sempre più consapevoli della ricchezza espressiva delle cultivar italiane. Una biodiversità unica al mondo, capace di offrire oli dalle caratteristiche sensoriali profondamente diverse, in grado di valorizzare ogni piatto con identità e coerenza territoriale.
“La nostra missione è sostenere gli olivicoltori e trasferire ai professionisti della ristorazione la consapevolezza che l’olio non è un semplice condimento, ma un ingrediente culturale. La scelta dell’UNESCO conferma l’importanza di continuare su questa strada, investendo nella qualità, nella formazione e nella narrazione del nostro patrimonio olivicolo”, conclude Loiodice.
UNAPOL rinnova quindi il proprio impegno a collaborare con istituzioni, chef, scuole di cucina e operatori del settore per rafforzare la presenza dell’olio EVO italiano come elemento identitario della cucina riconosciuta oggi come Patrimonio dell’Umanità.













































