Il 22 marzo, nella ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Acqua, l’Archeoclub d’Italia Aps “Padre Emilio D’Angelo” – Sede di Corato ha organizzato, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Bari, il convegno di divulgazione scientifica “Acqua: Rivoluzione Culturale” tenutosi presso l’auditorium dell’ISS Federico II Stupor Mundi di Corato, affollato da studenti e architetti interessati all’argomento.
Al termine dei saluti istituzionali, la dott.ssa Rosa Capozzi, coordinatrice del progetto “Per una Corato eco-sostenibile” finanziato dall’Avviso Pubblico Puglia Capitale Sociale 3.0 della Regione Puglia – di cui il convegno è parte integrante- ha introdotto gli illustristudiosi che hanno relazionato sul tema, ognuno per il settore di competenza. In attesa dell’imminentepubblicazione degli interessanti contributi nella loro interezza, ripercorriamo gli aspetti più salienti.
Premesso che tutti hanno concordato nel ritenere improcrastinabile l’adattamento ai cambiamenti globali, la prof.ssa arch. Francesca Calace dell’ordine Architetti Provincia di Bari, ha illustrato i dati relativi a “Una nuova cultura dell’acqua, come strumento di rigenerazione territoriale” concentrandosi sull’esperienza dei “Contratti Fiume” e portando ad esempio l’intervento di riqualificazione del Canale Reale che ha consentito di migliorare lo sviluppo della vegetazione perifluviale e la qualità delle acque lungo tutto il percorso fino al mare, compresa l’area protetta di Torre Guaceto dove sfocia.
Il dott. Maurizio Polemio del CNR IRPI si è soffermato sul tema “Acque sotterranee in Puglia: dalla sete ai crolli, fino all’adattamento” spiegando che la falda rappresenta un serbatoio di acque naturali, utilizzatosoprattutto in agricoltura. Purtroppo il trend pluviometrico pugliese è in calo, in particolare sulla Murgia. Dal 1980 la pioggia scarseggia in inverno e aumenta d’estate, quando, però, terreno riarso e temperature elevate provocano l’evaporazione dell’acqua e non consentono alla falda di ricaricarsi. Le variazioni climatiche e i crescenti prelievi causano quindi un progressivo impoverimento della disponibilità di risorse idriche sotterranee di alta qualità. Nei casi come Corato consiglia di eliminare le perdite delle reti idriche/fognanti e delle cisterne, contenere le escursioni della falda superficiale mediante drenaggio e riutilizzare l’acqua drenata in un’ottica di piena sostenibilità ed economicità.
L’ing. Ivan Portoghese del CNR IRSA ha analizzato la questione “Disponibilità e fabbisogni idrici della Puglia: un equilibrio difficile”, sottolineando l’incremento dei conflitti legati alla disponibilità della risorsa idrica, usata come arma per mettere in ginocchio le economie dell’avversario. La Puglia riceve acqua da Molise, Campania e Basilicata, territori che si sentono depredati quando questa viene sfruttata in grande quantità e sono propensi a limitarne la concessione, riducendo l’erogazione da 8 metri cubi ad un metro cubo al secondo. Occorre valutare quindi la reale disponibilità delle risorse idriche e sviluppare una gestione integrata degli usi, compatibili con tutele qualitative e quantitative, anche facendo ricorso a quelle non convenzionali, come le acque reflue depurate. Non possiamo farne a meno: l’uso irriguo, prevalentemente soddisfatto da fonti interne, ha consentito all’agricoltura pugliese di raggiungere primati nella produzione di uva da vino, olio extravergine di oliva, pomodori, carciofi, mandorle, tanto per elencarne qualcuno. Il riuso delle acque reflue, depurate a livelli avanzati, soddisferà appena il 4% della richiesta, rispetto al fabbisogno pari al 60%.
La sensibilità ecologica degli studenti è stata sollecitata dai quesiti posti dalla dott.ssa Daniela Salzedo, presidente Legambiente Puglia, circa “L’uso sostenibile della risorsa acqua”. Per il bene di tutti occorre praticare una corretta gestione dei rifiuti, recuperare le acque reflue e piovane, ridurre la cementificazione. L’acqua è una risorsa “finita”. A quella che utilizziamo per lavarci e cucinare va aggiunta l’acqua invisibile per produrre cibo, vestiti e altro. Ad esempio, per 1 kg di plastica occorrono 180 litri di acqua. Infine, dopo aver enumerato le numerose attività di Legambiente, volte a tutelare il territorio, ha esortato i giovani a migliorare l’ambiente in cui vivono, avendone maggior cura della generazione che li ha preceduti.
L’ing. Stefania Santoro del CNR IRSA, riferendosi al“Cambiamento climatico, dinamiche sociali e gestione delle risorse: quale nesso e quali sfide?” ha analizzato le relazioni che intercorrono tra acqua-energia-cibo, evidenziando gli approcci integrati, necessari a dare priorità a resilienza e sostenibilità. Una prospettiva olistica che, combinando innovazioni tecnologiche, interventi politici e coinvolgimento delle parti interessate, intende affrontare problemi globali urgenti come la scarsità dell’acqua, la sicurezza energetica e alimentare, il cambiamento climatico e l’equità sociale ed economica, in funzione di un futuro più sicuro e sostenibile.
L’ing. Francesco Avitto, responsabile AQP della struttura territoriale complessa BA/BAT, ha presentato i dati relativi ad “Acquedotto Pugliese e la gestione della risorsa idrica” soffermandosi sui punti cardine dell’economia circolare, in particolare sulla riduzionedei consumi di materie prime come l’acqua, compreso il vasto piano di risanamento e ammodernamento della rete idrica su cui AQP è già attivamente impegnato. Un processo virtuoso al quale ognuno di noi può contribuire. Perché la rivoluzione passa attraverso il cambiamento culturale dell’approccio. Bastano piccole accortezze, elencate nel decalogo semplice ed esplicativo promosso da AQP.
Nella doppia veste di architetto e assessore all’urbanistica, l’arch. Antonella Varesano ha concluso i lavori sottolineando che, malgrado si dica tanto, di tutela dell’acqua non se ne parla mai abbastanza. Ben venga dunque questa “rivoluzione culturale”, anche tra gli architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, la cui funzione professionale è sempre più importante. Complimentandosi con i relatori, ha esortato la platea a far tesoro di quanto da essi esposto.
Si ringrazia il Consiglio Regionale della Puglia, il Comune di Corato, l’Ente Acquedotto Pugliese Spa, ilParco Nazionale dell’Alta Murgia e l’Archeoclub d’Italia Aps per il patrocinio concesso.