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“Venerdì culturali”: una nuova iniziativa culturale si aggiunge al cartellone della stagione teatrale

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L’Amministrazione comunale, con la preziosa collaborazione del Teatro Pubblico Pugliese, promuove una iniziativa culturale, che va ad aggiungersi al già ricco cartellone della stagione teatrale. Abbiamo scelto di chiamarla “Venerdì culturali”: “venerdì”, perché è più agevole incontrare la disponibilità dei relatori; “culturali” perché abbiamo “fame” di cultura. In un mondo in cui la comunicazione ha raggiunto livelli impensabili fino a qualche anno fa, che ci inonda con inusitate quantità di messaggi, chiediamoci che cosa quella mole di messaggi ci comunica di autentico e di veramente costruttivo? Oggi c’è fame di cultura e desiderio di assaporare il gusto della libertà. E cultura è libertà.
Veniamo al mondo, entriamo in traiettorie predeterminate non da noi, che in fondo non ci appartengono: traiettorie biologiche, naturali e sociali, che noi percepiamo come un destino ineluttabile o come un fatto di natura più grande di noi o, per chi crede, come la volontà imperscrutabile di Dio. Ma se riuscissimo a smuovere anche un po’ e solo per una volta qualcuna di queste traiettorie, allora potremmo riappropriarci della nostra vita e sentirla nostra. Quella forza interiore che ci consente di smuovere quella traiettoria è ciò che chiamiamo cultura. È per questo che ‘cultura è libertà’. Meglio di chi scrive lo afferma la Costituzione all’articolo 33: “l’arte e la scienza sono libere” e – aggiunge chi scrive – liberano.
I “Venerdì culturali” non sono dei “talk-show”, ma vere e proprie lezioni fatte da artisti della parola. Si alterneranno sul palco del Teatro comunale relatori che hanno grande capacità comunicativa ed empatica, congiunta alla capacità di estrapolare dal tema assegnato profonde e inedite riflessioni. Artisti della parola, autentici “diaconi del logos”.
Si comincia venerdì 15 dicembre con Vito Mancuso, noto teologo e filosofo italiano, il quale, partendo da una citazione di Antigone “non sono nata per condividere l’odio, ma l’amore”, farà una lezione sull’etica, che non è cosa di altri tempi, ma è ciò di cui abbiamo bisogno per giorni difficili come quelli che viviamo: “Etica per giorni difficili”.
Il venerdì 19 gennaio, sul palco del Teatro salirà il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti il quale si interrogherà con noi se in una epoca caratterizzata dalla razionalità tecnica siamo ancora capaci di riconoscere che cosa sia una emozione. U. Galimberti dimostrerà che la nostra emotività può essere educata e, se vogliamo una società migliore, deve essere educata, perché chi non sa sillabare l’alfabeto emotivo ha lasciato disseccare le radici del cuore e si muoverà sempre con il timore e una vigilanza aggressiva. Sarà questo il tema: “La condizione giovanile tra pulsioni, emozioni e sentimenti”.
Il venerdì 16 febbraio don Tonio dell’Olio, presidente della “Pro Civitate Christiana di Assisi” e Agostino Burberi, uno dei primi allievi di don Milani e, oggi, presidente della Fondazione don Milani, parleranno della scuola fondata a Barbiana da don Milani, di cui ricorre il centenario della nascita. Una scuola laica che forma cittadini e cittadine, perciò rivoluzionaria. Non professionisti, non manovalanza per il mercato del lavoro e neppure conoscenze erudite, ma cittadini, capaci di usare la propria cittadinanza fino in fondo attraverso la conoscenza di parole, che richiamano idee con cui articoliamo i nostri pensieri autonomamente.
Il 22 marzo, il teologo valdese Paolo Ricca e la scrittrice e giornalista della Rai Gabriella Caramore ci inviteranno a riflettere su quei periodi nella storia in cui si fa più acuta la sensazione di una fine imminente o di una svolta. Forse quello che stiamo vivendo è proprio uno di questi periodi. Allora, riconosciamo che ci sono cose importanti che rischiano di finire e che dobbiamo salvaguardare, mentre ve ne sono altre che è bene che finiscano e di cui dobbiamo favorirne la fine. Di qui il titolo: “La fine del tempo – il tempo della fine”.
Venerdì 5 aprile è la volta dello storico Franco Cardini che, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, spiegherà come dalle origini del conflitto tra la Russia e i Paesi della Nato in un mondo egemonizzato dall’unica potenza statunitense, si sia passati a un altro caratterizzato dal pluricentrismo e dal sorgere di nuove alleanze come quella conosciuta con l’acronimo BRICS. Il titolo della sua lezione è: “La guerra in Ucraina e la deriva dell’Occidente”.

Infine, fuori programma, venerdì 7 giugno, l’economista Luigino Bruni e collaboratore de “Avvenire”, tratterà il tema: “La meritocrazia: un’illusione che giustifica le disuguaglianze?”.
Tanti politici, imprenditori, esponenti della società civile promuovono la società meritocratica come una società a misura d’uomo, l’unica all’altezza delle sue esigenze di giustizia sociale; molti filosofi, economisti, politologi, sociologi, vedono invece nella meritocrazia un’ideologia che legittima le disuguaglianze, una falsa promessa di mobilità sociale ed uguaglianza delle opportunità. L’interrogativo allora non è sulle ragioni o i torti di una parte rispetto all’altra, ma sulla natura dell’ambivalenza insita nella meritocrazia.
Il successo è sempre equivalente al merito? Se guardiamo più in profondità nei successi individuali nella scuola, nello sport, in politica, in economia, non vediamo che c’è molto di più del semplice merito?

Un ricco programma e tanti ospiti. Gli incontri sono tutti gratuiti e le prenotazioni online sono a cadenza mensile.

 

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