di Francesca Suriano
Anima Mea, la musica come memoria viva
Nel cuore di Andria, la chiesa di Sant’Anna accoglie due concerti del Festival Anima Mea: Gioia! e La Cité des Dames, tra passione barocca e rinascita femminile.
Ci sono luoghi che, anche spogliati della loro sacralità, continuano a custodire un’anima. La Chiesa di Sant’Anna, nel centro storico di Andria, è uno di questi. Tra le sue mura, oggi sede dell’associazione Italia Nostra, il Festival Anima Mea farà tappa con due degli appuntamenti più intensi della sua XVII edizione, restituendo nuova vita a un luogo che da secoli protegge la memoria della città.
Il primo, che avrà luogo nella serata di venerdì 24 ottobre, vedrà l’ensemble catalano Astrolabi portare in scena Gioia! Scherzi e vino di Francia. Un viaggio tra le passioni barocche e la joie de vivre, dove Descartes e Boismortier, Provenzale e Bassani dialogano attraverso secoli di umanità. Un concerto che restituisce alla musica il suo potere più antico, toccare l’anima, lenire il dolore del mondo con un sorriso, risvegliando il piacere di esistere.
Nel pomeriggio di sabato 1° novembre, invece, andrà in scena la seconda de La Cité des Dames, con l’ensemble genovese ’400 guidato da Vera Marenco. Ispirato a Christine de Pizan, scrittrice visionaria e antesignana del pensiero femminista, il concerto evocherà una rivoluzione culturale nata nel Quattrocento e mai conclusa. La costruzione di una città simbolica, edificata sulle virtù di Ragione, Rettitudine e Giustizia, dove la voce delle donne dà vita a una coscienza femminile nuova, tra canto, riscatto e memoria collettiva.
Da Bari a Bisceglie, passando da Palo del Colle, fino ad Andria, il festival Anima Mea costruisce un itinerario di emozioni e pensiero, affidando alla musica dal vivo la sua missione più urgente, quella di farci incontrare, ancora una volta, come persone vive in dialogo con altre persone vive.
Sono appuntamenti che riflettono l’essenza di un festival che continua a interrogarsi sul ruolo dell’arte in tempi di guerra, ribadendo, con le parole di Leonard Bernstein, che la musica forse non cambia il mondo, ma ogni nota, ogni voce, può ancora insegnarci a restare umani.