Oggi, Sabato 7 settembre nel Chiostro del Municipio di Corato per il Festival
«Zadra», la concertista barese propone il recital «Un passo oltre i Pirenei»
Seconda giornata al Festival pianistico «Fausto Zadra» di Corato, dove sabato 7 settembre (ore 20.30), nel Chiostro del Municipio, è di scena una concertista in grande ascesa, la barese Serena Valluzzi, trent’anni compiuti lo scorso febbraio e in bacheca una serie di prestigiose affermazioni, dal Concorso Rospigliosi al Premio Alkan, oltre al quarto posto (che vale quanto una vittoria) conquistato nel 2021 al «concorso dei concorsi», il Busoni di Bolzano. Tra le eccellenze del movimento pugliese ormai lanciate anche all’estero all’interno della scena pianistica meridionale cui è dedicata la
quattordicesima edizione del festival, Serena Valluzzi propone il recital «Un passo oltre i Pirenei» comprendente musiche di Gabriel Fauré, Claude Debussy, Déodat Séverac e Isaac Albéniz.
Di Fauré la pianista eseguirà la Romanza senza parole op. 17 n. 3 appartenente a un primo ciclo che si richiama ai «Lieder ohne Worte» di Mendelssohn e alla tradizione francese delle «Romance sans paroles» scritte da compositori come Thalberg, Kalkbrenner, Gounod o Bizet. Poi si ascolterà la raccolta «Estampes», un insieme di tre deliziosi quadri musicali del 1903 dal carattere descrittivo che si apre sulle note pentatoniche di «Pagodes», evidente richiamo al lontano Oriente. Il giro del mondo compiuto attraverso i suoni dal compositore francese fa tappa subito dopo in Spagna con «La soirée dans Grenade», al cui ascolto ci si ritrova immersi in una calda
serata iberica, tra atmosfere misteriose e danze su ritmi di habanera.
Eppure, come notò l’andaluso Manuel de Falla, «non c’è nemmeno una nota tratta dal folclore spagnolo» in questa pagina che «esprime mirabilmente lo spirito del Paese». Un effetto nostalgico produce, invece, «Jardin sous La pluie», forse la composizione pianistica più nota di Debussy, in cui l’autore riproduce il clima di un acquazzone autunnale con una scrittura di grande effetto.
Altro francese illustre vissuto a cavallo tra Ottocento e secolo Breve, e con il cuore in Spagna, è Déodat Séverac, del quale Serena Valluzzi propone i «cinque studi pittoreschi» che vanno sotto il nome di «Cerdaña», vale a dire la regione storica e comarca dei Pirenei orientali a cavallo tra Spagna e Francia che l’autore celebra trasfigurando alcuni temi folcloristici di quella regione, mentre catalano doc è Isaac Albéniz, il compositore scelto per chiudere il concerto con «El Albaicín», pezzo tratto dal terzo dei quattro libri della suite pianista «Iberia» che rappresenta un omaggio al
quartiere gitano di Granada.
Diretto da Filippo Balducci, il Festival «Fausto Zadra» è organizzato dall’omonima associazione musicale con il sostegno del Comune di Corato e della Fondazione Vincenzo Casillo, di alcuni sponsor (primo fra tutti il pastificio Granoro) e la collaborazione del Conservatorio Piccinni di Bari.
Biglietti 10 euro (ridotti 7 euro). Info 340.5238643