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Tsunami TARI: facciamo il punto. Riuscirà l’Amministrazione a limitare il salasso che ci attende? 

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di Carmine Patruno

Avevo pubblicato due giorni fa un telegrafico post in cui preannunciavo il prossimo tsunami che travolgerà i coratini in tema TARI.

Era cortesemente intervenuto con un commento l’assessore Sciscioli, che aveva scaricato da responsabilità l’amministrazione; in verità il post non accusava di alcunché l’amministrazione, ma semplicemente rendeva nota la cosa e chiedeva come sarebbero stati ripartiti, tra utenze domestiche e non domestiche, gli inevitabili maggiori costi. L’assessore aveva aggiunto anche che l’amministrazione “lavorerà per cercare di limitare al massimo il peso per i cittadini”. Poi c’è stato qualche commento sopra le righe che ha un po’ guastato il clima di sereno confronto.
Ma andiamo per ordine, vediamo in dettaglio di che si tratta, partendo…dalla fine, e provando a semplificare:
• La Regione ed Ager avevano deciso unilateralmente nel 2021 il metodo per stabilire le tariffe da pagare agli impianti di conferimento dei rifiuti; i proprietari degli impianti hanno fatto ricorso, hanno vinto sia al TAR che al Consiglio di Stato, quindi SI DEVE procedere all’aggiornamento annuale, in base all’indice ISTAT, delle tariffe da pagare ai privati gestori degli impianti a partire dal 2021. Stiamo parlando di un +41,8% per il 2021 e di un +11,6% per il 2022, insomma cifre enormi che, come AGER stessa dichiara in una lettera inviata ai comuni, “comporterà un significativo aumento delle tariffe di conferimento”, e aggiunge “è pienamente consapevole che tale revisione produce di fatto un significativo aumento dei costi a carico delle comunità”. E a questo bisogna aggiungere gli oltre 800.000 euro di maggiori costi causati dalle continue variazioni delle discariche da utilizzare; per il 2023 sono stati pagati con gli avanzi di amministrazione; per il 2024 devono essere caricati anche questi sulla TARI.
Ma torniamo all’origine del problema, che è tutta nella FALLIMENTARE gestione del ciclo dei rifiuti da parte delle amministrazioni regionali Vendola-Emiliano.
Vendola dichiarò, illo tempore, “Proviamo ad organizzarci secondo le forme più moderne della produzione e riduzione dei rifiuti e della organizzazione di una raccolta differenziata che trasformi il rifiuto da un problema drammatico di smaltimento in una occasione di sviluppo perché il rifiuto può essere ricchezza, risorsa”.
Il risultato dei 10 anni vendoliani, è tutto nei commenti che il successore, Emiliano, non certo un acerrimo avversario politico, fece poco dopo l’insediamento: Emiliano bacchetta Vendola: “Sui rifiuti ha ceduto ai poteri forti”, e poi, nel 2016, Emiliano: “Sui rifiuti Vendola un disastro”, e lo stesso Emiliano proseguiva: la Regione seguirà la strategia dei rifiuti zero: «Rossano Ecolini, presidente di Zero wasteItaly, sarà uno dei punti di riferimento. Se potessi dargli le chiavi, gliele darei».
La gestione Emiliano è stata, se possibile, ancora peggiore, ed ha portato alla situazione attuale; cito solo Legambiente, non sospettabile di preconcette ostilità politiche, che, a Marzo 2023 dichiara “il sistema di raccolta e gestione dei rifiuti oggi esistente in Puglia ha delle importanti carenze sia per l’impiantistica regionale, sia per la gestione stessa del rifiuto differenziato. Di certo oggi la colpa non può essere data ai privati, che hanno in sostanza retto l’intero sistema dei rifiuti, ma a chi per anni ha dato vita a questo cattivo regime di gestione.”

IL COMUNE
L’amministrazione comunale non è spettatrice inerme e mera esecutrice di decisione altrui:
• Ha la responsabilità della ripartizione del totale della TARI tra utenze domestiche e non domestiche e del regime di esenzioni/agevolazioni
• LA LOTTA ALL’EVASIONE: siamo in attesa di sapere (e di vedere in bilancio e nel pef) che risultati si sono ottenuti su questo fronte, specialmente per quanto riguarda l’aumento della base imponibile, scovare chi non ha dichiarato immobili soggetti e chi ha dichiarato dati non veritieri; cioè ciò che permette di avere entrate certe anche per il futuro; il recupero forzoso su chi non ha voluto pagare o non ha potuto farlo nei termini previsti fa certamente bene, ma è “una tantum”.
• IL CONTRATTO DI SERVIZIO CON SANB: andrebbe verificato ed eventualmente rivisto ed ottimizzato; mi spiego: se chiediamo di lavare le strade tutti i giorni usando Chanel N°5, se vogliamo il ritiro dell’umido tutti i giorni, se vogliamo personale vestito Armani , evidentemente i costi lievitano; occorre trovare il giusto (e non facile) equilibrio tra servizi attesi e costi, e poi ci vorrebbe uno straccio di controlli su quantità e qualità dei servizi forniti da SANB. Sempre a proposito del contratto di servizio, a mio parere occorre una ricognizione su quei servizi che, eventualmente, possono essere svolti dalla ASIPU, i cui costi vanno a gravare sulla fiscalità generale e non sulla TARI, e magari potrebbero essere più bassi.
• I CONTROLLI: dopo aver perso (che t’o dico a fa’), all’inizio della consiliatura, corposi fondi sia per il recupero di rifiuti abbandonati sia per delle fototrappole, qualcuna di queste ultime è stata ottenuta, ma dopo il trionfale annuncio della prima sanzione comminata, non si è saputo più nulla; credo che si avrebbe un notevole effetto deterrente pubblicizzando le sanzioni, senza indicare il luogo. Andrebbero altresì aumentati i controlli sul conferimento, sia porta a porta che consegnato nei due centri di raccolta; abbiamo pagato cifre folli in penalità (e continuiamo, almeno in parte, a pagarle) per le impurità trovate nell’umido .
• I RICAVI DELLA VENDITA DEL DIFFERENZIATO: comportano un introito di circa 600.000 euro in un anno; per una incomprensibile norma, chiamata Fattore di Sharing, tale introito va solo per il 33% al Comune e per il 66% viene incamerato da SANB: perché? Si può provare a cambiare o almeno a capire come fare per aumentare la percentuale a favore del Comune?
• LE MINI COMPOSTIERE ; Corato (che t’o ridico a fa’) non ha partecipato (insieme ad altri comuni) ad un bando del Parco dell’Alta Murgia che prevedeva l’assegnazione di mini compostiere di comunità, da utilizzare, in particolare, presso gli agriturismi ed altri grandi produttori di umido; sarebbe stato possibile diminuire sensibilmente il conferimento dell’umido e, per gli utilizzatori, ricavare buon concime a costo zero.
• MOLFETTA: da anni gestisce i rifiuti per conto suo pur essendo socia di SANB ed usufruendo dei benefici, ossia degli utili di SANB stessa. OCCORRE RISOLVERE QUESTA FACCENDA, ANCHE CON EVENTUALI AZIONI ECLATANTI.
Per concludere, nell’augurare buon lavoro all’assessore Sciscioli e a quanti, nell’amministrazione, hanno competenze e responsabilità della questione, non posso non richiamare i miei concittadini ad essere più attenti nella gestione dei rifiuti e, soprattutto, ad evitare di abbandonarli nelle campagne o sulle strade extraurbane; è come buttare l’immondizia nel corridoio della propria casa, è un pessimo, pessimo biglietto da visita per chi viene da fuori, è un segno di inciviltà intollerabile ed un maggior costo per tutta la comunità.

 

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