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L’Ammistrazione di Corato e la “variabile tempo”

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Di Vincenzo Petrone “libero pensatore”

Premessa

Ricordiamo che il “tempo” è un concetto astratto, non si può creare, accantonare, o
risparmiare per usarlo un altro giorno e una volta consumato esso è impossibile da
recuperare…
Motivo per cui il tempo va gestito (time management) e la relativa gestione è una delle abilità fondamentali per garantire il successo di una azienda.
Il time management è quindi l’abilità di fare la cosa giusta al momento giusto, con il
minimo sforzo, in modo quindi efficace ed efficiente, onde raggiungere gli obbiettivi
preposti.
Nel mondo del business il tempo è una delle risorse più importanti e per un efficace
gestione del tempo i manager devono decidere quali compiti sono essenziali, importanti o di scarso valore in termini di ritorno per l’azienda nel suo complesso.
Si vuol ancora ricordare che anche a livello legislativo la “variabile tempo” è divenuta prioritaria per cui è determinante il semplificare e garantire tempi sempre più veloci, allo scopo di restituire fiducia a chi vuole ancora investire, assicurando così occupazione e sviluppo per tutta l’economia.

I fatti

Nel caso di Corato l’Amministrazione in realtà non considera il tempo come un fattore
determinante del successo proprio e delle aziende che attraverso i vari obbligati iter
amministartivi, quasi dipendono da essa.
Infatti come presto vedremo per la nostra Amministarzione la gestione del tempo in
sostanza, non costituisce un processo di pianificazione e di controllo, applicato ed utilizzato in specifiche attività, al fine di aumentare l’efficacia, l’efficienza e la produttività.
Vediamo come questi concetti vengono applicati dall’azienda Comune di Corato nel
campo dell’Urbanistica/Edilizia e dei Lavori Pubblici.
Le considerazioni che seguono derivano in gran parte dalla risposta che il Sindaco di
Corato ha dato in un suo post in riscontro alle considerazioni dell’associazione degli
imprenditori coratini AIC.
In questa risposta il Sindaco passa in rassegna le attività svolte dalla sua
amministrazione comunale a favore delle imprese e che per la leggibilità dell’articolo ci piace richiamare:
Attività edilizia: il Sindaco parla di sblocco di pratiche autorizzative: PdC, SCIA, CILA, SCAgi – FRAZ/MAPP e per dimostrare la produttività, ricorda che gli oneri di costruzione sono passati da 820.167 € del 2017 ad oltre 1.000.000 di oggi.
Ma forse dimentica di dire le fonti di questi importi se ad es. si tratta di recupero di soldi coperti da fidejussioni assicurativi, se si è tenuto conto dell’adeguamento degli oneri agli indici ISAT, se provengono dalle monetizzazioni di aree a servizi Fi non cedute. Come pure dimentica che ci sono state lamentele anche importanti dei tecnici di Corato proprio per lo sblocco delle pratiche edilizie. Senza dimenticare inoltre il problema del mancato rilascio dei certificati di destinazione urbanistica che è atto indispensabile per il trasferimento degli immobili.

• Settore urbanistico: per il Sindaco sono stati varati strumenti urbanistici, che languivano da decenni:
– nel 2022, il Regolamento Edilizio Comunale (REC), la cui precedente redazione risaliva al 1967.
Peccato che detto REC, tanto decantato, in realtà non ha valenza alcuna in quanto non è adeguato alle norme regionali che richiedono un coordinamento delle definizioni del vigente Piano regolatore Generale (PRG) alle stesse definizioni del REC al fine di rispettare il dimensionamento del PRG (v. mio articolo pubblicato il 15 febbraio 2023).
L’adeguamento è stato riconosciuto necessario dalla stessa Amministrazione, ma siamo ancora in attesa a distanza di quasi un anno (=> variabile tempo);

– nel 2022, è stato “commissionato” il Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana (DPRU), in corso di redazione, con l’indirizzo, dato dall’Amministrazione, di attenzionare la zona industriale, in funzione della sua riqualificazione, considerato che il DPRU si struttura per ambiti.
Ma il Sindaco dimentica che il DPRU va semplicemento aggiornato con l’inserimento degli ambiti zona Industriale e Cr.
Ma se leggesse le norme si renderebbe conto che il DPRU per essere approvato deve essere preceduto dalla consultazione/partecipazione degli stakeolders e della città cosa che a tutt’oggi non è avvenuta.
Senza dimenticare che stante la deternina d’incarico il progettista avrebbe dovuto consegnare entro 120 gg. (il 15 aprile c.a.) gli elaborati, in realtà sono passati inutilmente circa altri 210 giorni e niente si vede all’orizzonte (=> variabile tempo).
Non va dimenticato che, a proposito della partecipazione, la Consulta per lo Sviluppo Economico, di cui sono parte, ha molto tempo fa proceduto alla consultazione degli operatori delle zone industriali proponendo un questionario proprio nell’ottica della relativa propedeuticità al DPRU.
Ma l’evento e relativi risultati sono stati semplicemente ignorati dall’Ammistrazione;

– nel 2023, è stato definitivamente approvato il Piano integrato di Rigenerazione Urbana (PIRU), che languiva da 15 anni e che, adesso, sblocca il recupero del centro antico.
In realtà sblocca semplicemente la possibile applicazione dell’intervento “Ripristino Tipologico” che, almeno secondo chi scrive non è il massimo, nel momento in cui nel Centro Storico rende possibile l’edificazione di fabbricati alti anche oltre 15,00 m. in corrispondenza dei vuoti rivenienti da crolli di vecchissima data (anche secoli). Dimenticando che secondo il PRG questi vuoti sono inspensabili per creare delle isole verdi, di cui l’Ammistrazione si fa vanto e per i quali dice di avere particolare
sensibilità.

È inoltre in fase di definitiva redazione e conseguente adozione il Piano particolareggiato della zona PIP, anch’esso rimasto, fino ad oggi, inattuato.
Per quanto riguarda il PIP qui occorrerebbe che il Sindaco dica
tutta la verità, ossia che:
Il piano della zona industriale di via Trani, ex PIP nell’amministrazione Perrone, è stato dettato dalla esegenza di reperire l’area dell’estensione di circa 30.000,00 mq rischiesti dalla Città Metropolitana per la realizzazione del nuovo Istituto
Professionale per il Commercio (IPC);
– Che è stato dato incarico al progettista di redigere un Piano di Lottizzazione d’Ufficio (PdLU) NON ABLATIVO ossia un piano esecutivo in cui i legittimi proprietari delle aree industriali si sarebbero obbligati a cedere le aree gratuitamente (in base a quale titolo di legge?);
– Poi ci si è accorti che quel tipo di procedura non era attuabile e che il piano esecutivo doveva essere un Piano Particilareggiato e non un P.d.L.U. e neanche un PIP e che quindi è stato necessario ricorrere all’esproprio dell’area. Ma per questo hanno tranquillamente acconsentito ai desiderata del progettista di interpellare l’Agenzia
delle Entrate (=> altri oneri) onde determinasse il prezzo unitario d’esproprio dell’area, ma dopo tante vicende (=> variabile tempo) siamo ancora in attesa;
– Inoltre a tutt’oggi dimenticano che occorre attuare una variante al PRG in quanto la scuola IPC è una scuola di secondo grado che non può essere realizzata nelle aree Fi di quartiere.

Infine per quanto concerne il Documento strategico per il Commercio e le ZES il
Sindaco dimentica l’impulso e l’impegno che la Consulta per lo Sviluppo Economico e per il Lavoro ha posto alla base delle due problematiche e che per lo meno sono state di stimolo per la stessa Amministrazione.

Il Sindaco ancora dimentica (volutamente ?) di parlare:
– del Permesso di costruire Convenzionato della zona B2 di v.le Cadorna prima
bocciato e poi approvato in barba a tutte le norme del PRG e alla decantata necessità
delle aree a servizi;
– della divisione in due parti del comparto di via Lago Baione anche in questo caso
con la monetizzazione delle aree a standars.

Per finire evidenziamo che il Sindaco non fa alcun cenno al Piano Urbanistico
Generale (P.U.G.) che pure era al primo posto del programma politico per cui è stato eletto e che potrebbe risolvere molti problemi urbanistici.
In particolare potrebbe concretizzare finalmente il reperimento delle aree a standards “Fi” di cui dicono esserci estremo bisogno ma che a distanza di oltre tre anni dall’insediamento non conoscono neanche quelle in proprietà comunale.

Lavori Pubblici

In questo campo stendo un velo pietoso ricordando ad es. le vicende “Scuole Oriani-
Tandoi” ed il così detto “ECO-Estramurale”

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