Home Approfondimento Evoluzione demografica a Corato: c’è da preoccuparsi!

Evoluzione demografica a Corato: c’è da preoccuparsi!

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Di Carmine Patruno

Ho letto con grande interesse l’articolo a firma del ing. Amorese “Coratini: una specie in via di estinzione” di cui condivido appieno il contenuto; vorrei provare ad andare oltre e dare uno sguardo al futuro, grazie alle previsioni demografiche comunali che ISTAT ha appena pubblicato.

Fare previsioni è importantissimo, lo sa bene l’ing. Amorese, uomo d’azienda; esse quanto più sono accurate, tanto più consentono di prendere decisioni, strategiche o tattiche, vincenti.
Queste previsioni demografiche tengono conto di tutti i fattori: nascite, morti, emigrati, immigrati ed hanno lo scopo di tracciare il probabile futuro di una popolazione in termini di dimensione totale e di componenti strutturali; probabile, non certo al 100%, perché interventi e/o eventi di grande portata potrebbero mutare lo scenario in modo significativo.
Questo genere di previsione trova (o dovrebbe trovare) impiego tra gli amministratori come strumento di conoscenza per valutare le tendenze della composizione della popolazione e dei relativi fabbisogni.
Gli usi possibili delle previsioni sono infatti molteplici e variano dal campo urbanistico a quello energetico-ambientale, dall’organizzazione delle strutture scolastiche alla rete dei trasporti, dalla sanità al fabbisogno di RSA e di attività e servizi dedicati agli anziani.
Ma vediamo che cosa è previsto per Corato; il quadro, se proprio non vogliamo considerarlo allarmante, è perlomeno tale da dover far riflettere chi ci amministra.
Le previsioni demografiche ISTAT  arrivano fino al 2042, ma ho preferito fermarmi al 2034, un orizzonte temporale che credo sia significativo e sul quale si potrebbe intervenire.

Fonte: ISTAT, previsioni comunali sulla popolazione, Ottobre 2023 https://demo.istat.it/app/?i=PPC&l=it

Dalla tabella si evince che entro il 2034 Corato passerà da 47.117 a 45.392 abitanti; 1.725 abitanti in meno, pari ad un calo del 3.66%; fin qui nulla di straordinario.

Se, però, esaminiamo le fasce di età, i dati sono sì preoccupanti:
• nei dodici anni considerati, la popolazione in età dal nido alle medie (0-14 anni) calerà del  19.56% passando da 6.422 a 5.166 unità, 1.256 in meno: È UNA INTERA SCUOLA, FORSE DUE, DESTINATA/E A SCOMPARIRE, con le ovvie ripercussioni sui livelli occupazionali di chi (dirigenti, docenti, ATA) nella scuola ci lavora.
• La fascia dai 15 ai 64 anni perderà il 10.58% dei suoi componenti, passando da 31.187 a 27.886 abitanti, ben 3.301 in meno: questa è la fascia di età in cui si è “produttivi” e anche, passatemi il termine, “riproduttivi”; un calo così importante conferma le preoccupazioni espresse dall’ing. Amorese; meno persone che lavorano, consumano, pagano tasse, fanno figli eccetera.
• La fascia dai 65 ai 79 anni, al contrario, vedrà crescere la sua consistenza del 26.83%, passando dagli attuali 6.954 a 8.820 abitanti, 1.866 in più: qui ci sono persone generalmente in pensione e con qualche problema di salute, che cominciano ad avere aspettative da Servizi Sociali (definizione generica che include una molteplicità di servizi ed iniziative tese a migliorare la qualità della vita).
• Finiamo con gli ultraottantenni: cresceranno del 37.82%, passando da 2.554 abitanti a 3.520, ovvero nel 2034 avremo 966 ultraottantenni  in più, molti dei quali avranno bisogno di tanti servizi, dal combattere la solitudine alle cure domiciliari, dalla badante alla RSA, dalle pulizie di casa alla spesa, ai trasporti pubblici e ad altro ancora.

CHE COSA SI PUÓ FARE?

A livello nazionale:
• La cosa più semplice e facile che viene in mente, specialmente da sinistra, è favorire l’ingresso indiscriminato di immigrati extra-comunitari; sono giovani, fanno tanti figli, e così pareggiamo I conti. Dubito che sia una soluzione, o almeno non lo è per come avviene oggi il fenomeno migratorio. Certamente gli immigrati extra-comunitari possono essere importanti, ma è necessario che ci sia una immigrazione REGOLARE, con flussi controllati, con persone che arrivano con voli e traghetti di linea, non sui barconi, prede e vittime delle mafie e di ogni sfruttamento sia per il trasporto sia quando si sono stabiliti in Italia. Una immigrazione di questo tipo vedrebbe arrivare persone che non hanno, o hanno bisogno per poco tempo di essere assistiti, persone che troverebbero facilmente un lavoro (non solo di quei lavori “che gli italiani non vogliono più fare”), persone da agevolare con corsi di  lingua, con l’aiuto nella  ricerca di una abitazione eccetera.
• Ci vorrebbe una seria, robusta politica per la famiglia e per le donne che lavorano, con servizi efficaci per l’infanzia; mamma/papà  e lavoratore/trice non dovrebbero più essere condizioni difficilmente conciliabili.
• Rendere l’Italia nuovamente appetibile per tanti, tantissimi “cervelli” che solo all’estero hanno visto riconosciute, apprezzate ed ADEGUATAMENTE RETRIBUITE le loro capacità.

A livello locale:
Migliorare i servizi per la prima infanzia: il nuovo asilo nido speriamo giunga presto in porto; bisogna però fare in modo che i costi siano sostenibili dalle famiglie; così come sono oggi sono spesso proibitivi. Corato non ha l’obbligo di una percentuale minima di copertura delle spese, cioè non dobbiamo per forza far pagare alle famiglie quote così alte, serve solo la volontà politica di fare qualche spettacolo in meno e ridurre le quote a carico delle famiglie di questo e di altri servizi, come mensa e trasporto scolastico. Quanto a scuole elementari e medie, tocca prendere atto che avremo sempre meno alunni, e invece che difendere ad oltranza le situazioni in essere, gli attuali accorpamenti, organizzarsi per tempo.
Quanto alle attività produttive, favorire i nuovi insediamenti e tutelare quelli esistenti con una sensibile riduzione della pressione fiscale locale e favorire la crescita delle produzioni tipiche locali con programmi di largo respiro e non con iniziative spot, realizzare un Documento Strategico del Commercio credibile e commisurato alla realtà cittadina.
Per gli anziani, poi, tocca prendere atto che saranno sempre di più, e anche in questo caso prevedere per tempo organizzazione e risorse per far fronte ai bisogni che ho descritto sopra.
Certo, a nessuna amministrazione si può chiedere di dotarsi di bacchetta magica e di zecca per coniare soldi, ma credo sia indispensabile prendere atto del trend ed iniziare subito con gli interventi possibili senza aspettare trovarsi impreparati dall’evoluzione demografica.

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