Contro ogni previsione al ballottaggio alle comunali andranno due candidati sindaci di due forze che a Roma sono al Governo, che a Bari, in regione, potrebbero andare nella stanza dei bottoni o nelle vicinanze, e che ad Andria potrebbero dare origine ad un laboratorio, ad un esperimento di convivenza anche a livello amministrativo. Il 4 e 5 ottobre si misureranno infatti Giovanna Bruno (centrosinistra) e Michele Coratella (M5S), la prima con il 38,1%, cioè 20.037 voti, il doppio dei 10.096 (il 20,74%) ottenuti dal secondo, che ha visto riconfermato i numeri del 2015 quando sfidò – sull’onda della novità assoluta dei 5Stelle – il sindaco uscente, Nicola Giorgino.
In queste due settimane potrebbe accadere di tutto: Bruno e Coratella disegnano prima i contorni di una intesa di coalizione del dopo, se vince l’una o l’altro; accettano o respingono o cercano avance presso qualche orfano del centro destra uscito con le ossa spezzate dal voto; fanno un appello al voto libero e senza appartenenze in nome del salvataggio della città, affogata nei debiti. Difficile prevederlo: Bruno parte in netto vantaggio con in più però l’amarezza di non aver raggiunto la soglia del 40% – per una manciata di voti – utile per il premio di maggioranza del 60% dei 32 seggi del prossimo Consiglio. Ma Coratella è avversario insidioso e determinato. Se al ballottaggio dovesse prevalere la Bruno, la sua maggioranza potrebbe contare su 8 consiglieri del Pd, 5 di Andria Bene in Comune, 5 Andria Lab, e 2 di Futura Rete Civica Popolare. All’opposizione oltre ai candidati Scamarcio, Marmo e Coratella, andrebbero, con 1 seggio,le liste Scamarcio Sindaco, Lega, FdI, Movimento Pugliese e 4 al M5S. Se vincerà Coratella, la maggioranza sarebbe composta da 20 consiglieri del M5S, oltre ai 12 della minoranza (candidati sindaci Bruno, Marmo e Scamarcio e 1 per le liste Scamarcio Sindaco, FdI, Lega, Movimento Pugliese, 2 al Pd, 1 ad Andria Bene in Comune, Andria Lab e Futura Rete Civica Popolare). Non entra in Consiglio la lista Andria+, quella ispirata, formata e costruita, pezzo pezzo, da PierPaolo Matera, l’assessore uscente della prima giunta Giorgino con delega ai Lavori Pubblici delle tante opere pubbliche completate, inaugurate e rimaste chiuse, e poi con delega alla Polizia Urbana nella seconda giunta Giorgino, prima dello scioglimento. Il Matera è stato azzerato politicamente, al pari di altri altri esponenti più o meno in vista del cdx andriese che dovranno fare a meno delle stanze del potere per un bel pò. O non rivederle proprio e far crescere una generazione diversa di militanti di centro destra, orfano di una intera classe dirigente. Fuori Giorgino (alle regionali per la Lega ha ottenuto un risultato scadente segno che il tracollo di Andria ha pesato sulla sua reputazione politica),fuori Marmo, fuori Matera, fuori Scamarcio, il candidato improvvisato che ha però fatto tutto il possibile per raddrizzare le sorti di un polo spaccato in due. Ma la sua dichiarazione ……”raccolgo l’eredità politica del passato” è un misto di ingenuità e vocazione al suicidio. Ricostruire il centro destra, unirne i cocci è compito di altri giovani militanti di centro destra di belle speranze: quelli che hanno tentato di salvarsi a questo giro sono quasi tutti in pensione.