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    Agricoltura al Femminile

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    La donna e l’agricoltura, qual è il loro rapporto?

    Nell’arte sin dall’antichità l’agricoltura, le divinità delle messi e la terra che produce, sono sempre state rappresentate con figure femminili. La figura femminile è da sempre stato l’emblema della fertilità, fecondità e abbondanza. Nonostante ciò, il lavoro nei campi è stato da sempre considerato un lavoro da uomini, da veri uomini, relegando alla figura femminile solo attività marginali, eseguite vicino al focolare domestico come ad esempio la cernita dei legumi, la nettatura delle verdure, la cura delle bestie, l’essiccazione al sole di alcuni prodotti quali mandorle, fichi, pomodori, peperoni, compresa la successiva lavorazione degli stessi per la conservazione invernale. A margine di tutto ciò, alcune volte la donna arrivava nei campi solo al momento della raccolta, quale la mietitura, la vendemmia e la raccolta di mandorle ed olive, ma anche qui spesso il suo compito era relegato alla preparazione dei pasti, alla distribuzione dell’acqua ai lavoratori.

    Con l’avvento della meccanizzazione e sino ai nostri giorni, la presenza femminile, soprattutto nel nostro sud ha perso il suo ruolo marginale e antico ed ha assunto un impiego importante, dove la cura e l’attenzione della donna unite alla grande pazienza, la rendono molto più valida dell’operatore maschile. Infatti tutte le operazioni che richiedono pazienza ed abilità (acinellatura, selezione dei grappoli, confezionamento e packaging), sono affidati alle abili mani delle donne, ciò nonostante, il loro prezioso apporto lavorativo è messo comunque ai margini.

    Con l’arrivo del nuovo millennio le donne sono scese in campo in modo differente, usando un termine calcistico si potrebbe dire a “gamba tesa”, non più elemosinando un lavoro sempre a margine, ma realizzando piccole aziende agrarie ed agroindustriali che, forti della freschezza di chi vuole riscattare un ruolo di spicco, hanno incassato il successo del mondo economico prima e di quell’agrario un po’ più tardi. Un esempio fra tutti anche la specializzazione tecnica acquisita fra i banchi degli istituti agrari, un tempo frequentato da soli maschi, oggi vede studentesse molto motivate, che con coraggio hanno abbattuto un antico muro del preconcetto maschile.

    Secondo l’ AIC (Associazione Italiana Coltivatori), L’aumento delle imprese agricole condotte da donne è ormai un fatto consolidato. Al sud le regioni Campania e Sicilia in particolare, presentano un numero considerevole di aziende agricole gestite da donne. Mentre in Italia la media è del 34/35%,  Campania e Sicilia oltrepassano il 40%. 

    A questi dati ufficiali bisogna aggiungere due considerazioni, la prima amara considerazione è che nel nostro territorio queste percentuali sono molto lontane dall’essere raggiunte, ma la soddisfazione maggiore viene dal fatto che queste aziende agricole “ROSA”, riescono ad ottenere più successi delle imprese maschili. Molti sono convinti che questo successo deriva dalla capacità di interpretare il pensiero del consumatore, visto che tra gli scaffali dei supermercati a scegliere i prodotti sono sempre e comunque donne.

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