di Nunzia Mallardo
Quello della “Matìne de la chiazze” è stato per tutti noi coratini un appuntamento fisso per moltissimi anni. Ogni paese, si sa, ha le sue tradizioni e a Corato, la mattina del 24 dicembre ci si recava in Piazza di Vagno ( a tutti noi conosciuta come ex “piazza del pesce”) per acquistare tutto ciò che serviva per la cena della vigilia di Natale o semplicemente per passeggiare tra le bancarelle di frutta e verdura, pesce e panettoni, insieme ai propri figli.
Anche per i giovani, la Matine de la chiazze è stato un evento da non perdere.
All’alba, dopo aver trascorso la famosa “nottata”insieme agli amici, cenando e giocando a carte o a tombola, si andava in piazza dove c’era musica, gente, allegria.
Per i ragazzi, questa è stata anche un’occasione per far tardi con gli amici, senza dover discutere con i propri genitori! E adesso? Dove è finita questa splendida tradizione coratina?
Da diversi anni infatti, piazza di Vagno non ospita più questo evento, soprattutto dopo la chiusura del mercato del pesce. Con l’inaugurazione poi della nuova Piazza di Vagno, avvenuta nel luglio 2018, si pensava di poter riprendere tale tradizione. Tutto ciò , un po’ per inerzia, un po’ per dimenticanza, non è accaduto.
Per questo motivo il signor Francesco Marzolla della macelleria “Marzolla” (Strigno) sita proprio in questa piazza, ha deciso di farci sapere cosa pensa e cosa ha fatto a riguardo. “Da buon coratino e amante delle tradizioni della mia città – spiega il signor Francesco – desideravo che queste usanze venissero riprese in Piazza di Vagno, e speravo che, con la riapertura della piazza, ci potesse essere un cambiamento.
Il centro storico ormai è privo di negozi di prima necessità e anche questo, secondo me, ha contribuito al suo declino. Ho provato a coinvolgere i gestori delle attività commerciali della zona con l’obiettivo di organizzare qualcosa di carino per la mattina della Vigilia, ma nessuno ha dato la propria adesione.
Mi sono rivolto sia al presidente della Pro Loco sia al Segretario Generale del nostro Comune ma anche loro non hanno preso a cuore la mia iniziativa e cioè quella di riproporre in piazza una situazione simile a quella che c’era in passato, con mercatini, prodotti tipici alimentari, musica.
Mi sono accorto, però, che a pochi interessa recuperare questa tradizione; come dice un famoso proverbio LONTANO DAGLI OCCHI, LONTANO DAL CUORE…ma è davvero finita così?
Davvero questa nostra bella tradizione è stata dimenticata? Basti pensare alla vicina Ruvo di Puglia che ,durante il periodo natalizio con il programma Luci e Suoni d’artista nel centro storico, ha attirato moltissima gente, soprattutto dai paesi limitrofi.
Per questo vorrei rivolgere un appello ai politici della città affinché si impegnino a non far perdere alla nostra Corato la sua identità, perché, sia chiaro, l’identità di una città è fatta anche di tradizioni.
Chissà se questo 2019 sarà l’anno della svolta e se sarà possibile di nuovo vivere non solo il clima delle vecchie tradizioni ma riavere anche un fermento commerciale che, tra gente che preferisce spostarsi fuori per le proprie spese, continui cantieri aperti che intralciano le attività, crisi economica e quant’altro sta sempre più scemando.