Home Ambiente TECNOLOGIA 5G, SECONDO ARPA PUGLIA ” PUBBLICATO RAPPORTO ARPA PUGLIA

TECNOLOGIA 5G, SECONDO ARPA PUGLIA ” PUBBLICATO RAPPORTO ARPA PUGLIA

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BARI- “In base alle attuali conoscenze  sia essa 2G, 3G, 4G, 5G, radio e tv, la tecnologia trasmissiva non cambia e dunque non comporterebbe diversi impatti sulla salute della popolazione esposta”.  E’ questo la conclusione alla quale perviene l’Arpa (Agenzia regionale protezione Ambientale) della Puglia  nel suo rapporto sulla tecnologia 5G pubblicato nei giorni scorsi.

La “quinta generazione”, che segue le precedenti 2G, 3G e 4G, è la tecnologia di connessione che utilizzeremo con i nostri smartphone, ma anche e soprattutto con i tanti dispositivi wireless, come ad esempio elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, orologi, sistemi di sicurezza, apparecchiature mediche che comunicheranno tra loro (IoT, Internet of things) grazie a questi processi innovativi.

Una delle caratteristiche principali di questa rete è, infatti, proprio quella di permettere molte più connessioni in contemporanea, con una più alta velocità e tempi di risposta molto più rapidi.

Si aprono così nuovi scenari in molti settori, con  tempi di risposta al comando dato all’oggetto connesso, molto più veloce e personalizzato.

I veri cambiamenti per le persone, però, non saranno solo relativi alla velocità e alle prestazioni dei loro dispositivi, quanto ai potenziali nuovi servizi possibili in grado di aumentare la qualità della vita.

La possibilità di rischi per la salute a lungo termine, connessi alle esposizioni ai campi elettromagnetici a radiofrequenza a livelli inferiori a quelli raccomandati dagli standard internazionali di protezione, è stata, e continua ad essere, oggetto di numerosissimi studi scientifici, sia di tipo osservazionale direttamente sugli esseri umani (studi epidemiologici), sia di tipo sperimentale su animali in vivo e su cellule in vitro.

Come si legge in un documento divulgativo dell’ISS (Istituto superiore di Sanità), l’insieme degli studi disponibili è stato esaminato da diverse Commissioni nazionali e internazionali di esperti, nel corso degli anni, al fine di valutare se l’esposizione ai campi elettromagnetici provochi danni alla salute umana. In particolare, tra le altre, anche l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha valutato i campi elettromagnetici a radiofrequenza emessi dai vari dispositivi ed ha concluso che gli studi esaminati non supportano l’ipotesi di cancerogenicità dei campi elettromagnetici.

In conclusione, in base alle attuali conoscenze, i dati disponibili, analizzati dal Centro Nazionale per la Protezione dalle Radiazioni e Fisica Computazionale dell’Istituto Superiore di Sanità, non fanno ipotizzare particolari problemi per la salute della popolazione connessi all’introduzione del 5G.

A proposito della necessità di un attento monitoraggio dei livelli di esposizione, Arpa conferma che questa nuova tecnologia ha già dei protocolli per le installazioni che si basano su accertamenti strumentali e controlli preventivi della misurazione dei campi elettrici. L’iter autorizzativo per gli impianti che utilizzano il 5G è lo stesso previsto per l’installazione di qualsiasi nuovo impianto esistente e deve rispettare i parametri previsti dal 4G. Arpa Puglia  rilascia, infatti,  parere preventivo che accerta i livelli di campo elettromagnetico dovuti sia alle emissioni del nuovo impianto che a quelle di tutti gli altri impianti già presenti in quella zona.

La normativa italiana, fra le più restrittive in Europa, fissa limiti/valori di attenzione per i livelli di campo elettromagnetico nella gamma di frequenza tra 100kHz – 300GHz, anche qui, indipendentemente dalla tecnologia di rete utilizzata, e le tre bande di frequenza utilizzate dal 5G (700 MHz, 3.7 GHz e 26 GHz) ricadono all’interno del suddetto intervallo.

In base alle attuali conoscenze quindi – conclude il rapporto di Arpa Puglia -“la tecnologia trasmissiva, non cambia, sia essa 2G, 3G, 4G, 5G, Radio e TV, e non comporterebbe diversi impatti sulla salute della popolazione esposta

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