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La proposta di un parrucchiere coratino residente a Milano – “In cosa differiamo noi che lavoriamo nei nostri saloni da quelli della tv?”

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La proposta è quella di un coratino che da molti anni vive a Milano, anche lui come tanti titolari di altre attività è stato costretto, a causa del coronavirus, a chiudere il proprio salone di parrucchiere; un appello alle istituzioni per far sì che possa riprendere il suo lavoro è il messaggio pubblicato attraverso un post sul suo profilo fb che il Corriere della Sera ha subito accolto e pubblicato sul quotidiano di oggi.

Articolo apparso sul Corriere della Sera

Buongiorno, sono un barbiere di Milano. Vorrei sottoporvi le mie considerazioni riguardo al Coronavirus e la categoria lavorativa a cui appartengo.

Siamo arrivati oramai alla seconda settimana di chiusura e ancora la situazione non è chiara: quando potremo riaprire?

Stando alle direttive del governo, non se ne parla se non per la fine di aprile. Vorrei proporre allo Stato e alle nostre associazioni di categoria una proposta: apertura straordinaria della attività garantendo ai nostri clienti le necessarie condizioni di sicurezza.

Questo proteggendoci con mascherine, guanti e occhiali e incontrando i nostri clienti solo su appuntamento, servendo un solo cliente per volta e cercando di limitare la sua permanenza in salone per lo stretto necessario.

Dopodiché, si procederebbe all’igienizzazione della postazione prima di accogliere il cliente successivo.

Dopotutto, truccatori e parrucchieri, in tv, per consentire la messa in onda dei vari programmi televisivi, stanno continuando a eseguire regolarmente il loro lavoro.

In cosa differiamo noi barbieri-parrucchieri che lavoriamo in negozio?

Luigi Varesano

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