A cura di Damiana Dorotea Sgaramella
Le dichiarazioni dell’oncologo andriese tra i fondatori dell’AssociazioneIl messaggio è inequivocabile. Tra coloro che domani scenderanno in piazza per sensibilizzare l’opinione pubblica all’annoso tema dell’inquinamento ambientale, anche il medico oncologo andriese Dino Leonetti, uno dei fondatori dell’ Associazione “Onda d’Urto – Uniti contro il cancro ONLUS”, risponde presente.
“Siamo chiamati ad essere “sentinelle del creato” e per far questo basta essere cittadini consapevoli e capaci di assumere una responsabilità. L’aria, l’acqua, la terra e i suoi frutti ci fanno vivere. Ma anche ammalare, qualora non fossero salubri”, scrive il Dr. Leonetti in una nota ufficiale.
“Questo è il pericolo che la comunità andriese sta percependo in maniera sempre più forte. I motivi per credere che la nostra città sia malata sono tanti. Ma quanti si impegnano nella consapevolezza e nella responsabilità? L’aria in molte strade della città e in alcune ore della giornata è irrespirabile – chiosa il medico andriese -. L’acqua dei pozzi artesiani è risultata inquinata da sostanze cancerogene, la filiera alimentare dei frutti della terra è sottoposta ad avvelenamento per le ricadute di inquinanti aerodispersi e di quelli provenienti da acqua non idonea per lo scopo irriguo”.
Che fare? “ Da anni abbiamo dato l’allarme. Ora gli interlocutori istituzionali sono cambiati e vogliamo provare a riproporre le stesse questioni al Commissario Prefettizio, scuotere la coscienza dei cittadini, in modo da rendere ciascuno responsabile di quanto sta accadendo in città – continua il Dr. Leonetti -. Per questo scendiamo in piazza. Non per protestare e neppure per chiedere ragioni, ma per dire a tutti che noialtri siamo svegli e chiediamo che ciascun cittadino lo sia al par nostro”.
Non è solo uno slogan, e neppure un invito, è una constatazione. Andria non è dormiente. “Sarebbe bello che in piazza e lungo le strade ci fossero i cittadini che di tutto questo sono consapevoli e pronti a porre correttivi – conclude -. Possiamo farcela, anzi, ce la faremo”.