Domenica 11 giugno 2017 alle ore 9,00 viene rinvenuto il cadavere dell’anziana Di Palma Teresa.
Le indagini si orientano subito sull’ipotesi di morte violenta, a causa della presenza di alcune lesioni sul volto dell’anziana donna.
Viene espletata l’autopsia, che conferma il sospetto: Di Palma Teresa è stata uccisa, con un’azione di soffocamento probabilmente provocato applicando con forza un cuscino sul volto della donna. La morte viene collocata in una possibile fascia oraria molto ampia, dalle ore 19 del sabato 10 giugno fino alle ore 4 del mattino successivo.
Lenzuola, cuscino, pigiama, recano abbondanti tracce organiche, ma nel corso delle indagini il materiale organico viene repertato ma non analizzato.
La porta e le porte finestre dell’appartamento (via Marzabotto n 45, primo piano) non recano alcun segno di effrazione, sicchè gli investigatori ipotizzano che l’anziana sia stata uccisa da un congiunto.
I tre figli della vittima vengono sottoposti ad ispezione corporale molto approfondita per verificare l’eventuale presenza di ferite o altri segni di colluttazione; nessun riscontro emerge.
I sospetti tuttavia ricadono subito su di uno dei figli della donna, Carlo, in quanto ultima persona di cui si avesse certezza che aveva visto l’anziana donna.
La fase delle indagini si conclude con elementi puramente indiziari, senza alcuna evidenza probatoria del coinvolgimento del figlio Carlo o dei suoi fratelli, Giuseppe e Vincenzo, e tuttavia Carlo già indagato viene poi imputato del reato di omicidio volontario pluriaggravato e rischia l’ergastolo
Carlo protesta da subito la propria totale estraneità ai fatti, sentendo su di sé solo il peso investigativo della circostanza obiettiva che egli stesso, ogni sera, si recava presso la madre per portarle da mangiare e prestarle la necessaria assistenza, senza poi trattenersi nelle ore notturne.
Il processo, in piena fase istruttoria dinanzi alla Corte di Assise di Trani, vive un momento clamoroso quando viene eseguita l’analisi delle tracce organiche repertate sul luogo del delitto e si scopre che esse appartengono tutte all’anziana e al figlio Giuseppe, mai formalmente indagato per l’omicidio.
Il processo prosegue tuttavia secondo il solco ed i ruoli tracciati dalle indagini e dal rinvio a giudizio: Carlo imputato per omicidio, il fratello Giuseppe parte civile, costituito contro il fratello.
Fino all’ultima udienza tenutasi il 17 gennaio scorso sono stati già sentiti quasi tutti i testimoni del pubblico ministero, i quali hanno riferito in ordine alle abitudini dell’anziana vittima ed ai suoi rapporti con i figli, nonché alle burrascose relazioni tra i fratelli.
E’ emersa in particolare una notevole acrimonia tra Giuseppe Strippoli ed il fratello Carlo, avente ad oggetto la donazione di un appartamento da parte della Di Palma Teresa in favore di Carlo e di sua moglie, con impegno da parte loro all’assistenza in favore della donante.
Ulteriore punto critico dei rapporti familiari era costituito dal fatto che la Di Palma alcuni anni prima aveva cacciato di casa il figlio Giuseppe con l’intervento della Polizia di Stato, in quanto pressata da lui affinchè vendesse l’appartamento ove viveva. In quegli anni Giuseppe risultava disoccupato.
Solo da pochissimi mesi prima dell’omicidio la Di Palma, peraltro affetta da ingravescente demenza senile, aveva consentito a Giuseppe di ritornare a visitarla presso la propria abitazione, e da quel momento la presenza di Giuseppe era pressochè costante, dal mattino al pomeriggio inoltrato.
Quale dunque il possibile movente?
Possibili ipotesi:
- Giuseppe voleva forse acquisire il titolo di erede per poter contestare la donazione dell’unico bene (l’appartamento) fatta dalla madre al figlio Carlo ed alla nuora? Questo possibile movente è avallato dal fatto che effettivamente tale contestazione è stata prontamente fatta, poco dopo la morte dell’anziana donna.
- Carlo voleva forse liberarsi degli oneri di assistenza della madre?
Non appaiono, allo stato, ulteriori credibili moventi. La vicenda resta avvolta da un cupo mistero, e solo il prosieguo dell’attività istruttoria ci dirà se sarà possibile scoprire la verità su questo giallo.
All’udienza prossima, fissata al 13 marzo, sarà sentito l’imputato Carlo Strippoli. Abbiamo chiesto all’avv. Renato Bucci, che lo difende insieme all’avv. Luisa Addario, se per quell’udienza dobbiamo attenderci novità di rilievo.
“La posizione di Carlo Strippoli è chiarissima, e non credo che emergeranno circostanze sorprendenti. Carlo Strippoli ha sempre curato amorevolmente la propria madre, e senza alcun morboso accanimento. E’ una persona molto equilibrata, e fino a quando ha potuto esercitare l’assistenza senza l’interferenza di altri congiunti la situazione della Di Palma, e dell’intero contesto familiare che ruotava intorno a lei, era sostanzialmente serena. Il 10 giugno 2017 egli salutò la propria madre poco dopo le 21, e non ha più fatto ritorno nell’appartamento fino al mattino successivo. Chiunque, dopo il suo allontanamento, avrebbe potuto farsi aprire dalla Di Palma e compiere l’efferato delitto; è emerso infatti che la Di Palma, benchè in precarie condizioni intellettive, aveva l’abitudine di rispondere al citofono ed aprire regolarmente il portone e la porta della sua abitazione”.
La redazione del Quarto Potere vi terrà aggiornati sull’evolversi della misteriosa vicenda, dentro la quale ogni singolo riquadro si intinge di quel velo di omertà tipico dei nostri territori.