Quella che segue è la testimonianza di Marialaura Fanfulla, studentessa della VA del Liceo Oriani, di ritorno dall’esperienza de IL TRENO DELLA MEMORIA
Il Silenzio delle Anime Perdute
“C’è un silenzio che urla, un’assenza che pesa più di qualsiasi presenza. Auschwitz e Birkenau non sono luoghi, ma abissi, fenditure dell’anima dove il senso stesso dell’umano è stato strappato, frantumato. Camminare in quegli spazi significa incontrare la voce che non c’è più, un’eco smorzata, dispersa nel vento freddo, intrappolata tra le baracche e i fili spinati. Ogni passo è un colpo di martello su un cuore già incrinato, ogni sguardo è un grido muto che attraversa il tempo. I piedi, gelati e pesanti, non sono più semplicemente strumenti di viaggio ma simboli di fatica e sopravvivenza. Ci si trascina su quelle terre impregnate di dolore, dove ogni centimetro racconta di vite spezzate, di sogni mai nati, di dignità calpestate da chi ha scelto di tradire la propria umanità, trasformandosi in qualcosa di peggiore di una bestia.
È un’esperienza che ti toglie la pelle, ti spoglia delle tue sicurezze, ti mette di fronte alla verità cruda: qui, la follia del potere e l’indifferenza hanno trovato il loro apice. Qui, uomini, donne e bambini hanno smesso di sentirsi umani, ridotti a numeri, a corpi, a ombre. Eppure, tra la cenere e il gelo, resta una fiamma, un testimone incorruttibile: la memoria.
Dedico queste parole a chi non si è più sentito umano, a chi ha sofferto, a chi è stato annullato. La loro voce, persa e dispersa, vive in chi ricorda, in chi cammina oggi con piedi liberi ma cuori gravati dal peso della storia. Abbiamo il dovere di non dimenticare, perché in quel ricordo si trova il fragile seme della speranza, un richiamo all’umanità che non deve mai, mai più essere tradita.”
Marialaura Fanfulla
LA STUDENTESSA RIVOLGE IL SEGUENTE PENSIERO A CHI IN FUTURO VIVRA’ L’ESPERIENZA DEL TRENO…
“Ai viaggiatori del futuro,
custodi della memoria,
scrivo a voi, anime pronte a salire su quel treno che non è un semplice mezzo di trasporto, ma un ponte fra ciò che è stato e ciò che sarà. Il Treno della Memoria non vi conduce solo verso una destinazione geografica, ma verso un abisso di emozioni, domande e consapevolezze. È un viaggio nel tempo, un pellegrinaggio nelle profondità della storia, un incontro con l’umanità più pura e la disumanità più feroce.
Quando le ruote di ferro inizieranno a scorrere sui binari, sappiate che non state solo lasciando una città o una terra, ma state entrando in una dimensione sospesa, dove le voci di chi non c’è più sembrano sussurrare tra i venti. Vi sembrerà di essere trasportati non solo nello spazio, ma in un vortice di pensieri che interrogheranno la vostra anima. Arriverete in luoghi che sembrano muti, ma che in realtà gridano. Grideranno di dolore, di speranza spezzata, di vite rubate. Entrerete in quei cancelli che hanno rinchiuso il peggiore incubo dell’umanità. Sentirete il gelo non solo dell’aria, ma della perdita e del silenzio di milioni di voci soffocate. Ogni passo sarà un confronto con la fragilità umana, con la banalità del male, ma anche con la resistenza e il coraggio di chi ha trovato un barlume di luce nell’oscurità più nera. Non temete le lacrime che scorreranno, né la stretta al cuore che proverete, esse sono il segno che siete vivi, che siete umani…accoglietele come un dono, poiché attraverso di esse comprenderete il valore immenso della dignità e della libertà. Ma non fermatevi solo al dolore: osservate, ascoltate, riflettete. Il Treno della Memoria non è solo un viaggio verso il passato, è un atto di responsabilità verso il futuro; siete voi, con i vostri occhi che si aprono alla verità e le vostre menti che si interrogano, i nuovi custodi di quella memoria. È il vostro compito portarla avanti, trasformarla in azione, in consapevolezza, in un impegno quotidiano affinché l’odio, l’ignoranza e l’indifferenza non trovino più terreno fertile.
Tornando, vi accorgerete che non sarete più gli stessi, viaggerete con un bagaglio invisibile ma prezioso, fatto di immagini, sensazioni e promesse silenziose. Promesse di non dimenticare, di lottare per un mondo più giusto, di essere vigili sentinelle della pace.
Andate, dunque, con cuore aperto e mente pronta. Siate gli occhi che vedono per chi non può più vedere, le mani che agiscono per chi non può più agire, la voce che racconta per chi è stato ridotto al silenzio. E ricordate: non è solo un viaggio, è un lascito, un’eredità che vi chiede di essere vivi, pienamente e consapevolmente.
Con fiducia e speranza,
Una viaggiatrice che non ha mai smesso di ricordare.”