Il Natale dei TREE’S CHILDREN: rinascita interiore ma anche terrena (e sociale…)
Realizzato ed esposto un vero e proprio plastico riproducente il Largo Abbazia desiderato dai bambini
Ancora all’ opera i bambini dell’albero Sentinello, coloro che in ottobre scorso, assieme a genitori e ad un gruppo di amorevoli amici, tra cui un’insegnante, hanno piantumato un leccio nei pressi della fontana ubicata in Largo Abbazia dando un forte messaggio di desiderio di dare nuova alla piazza e al centro storico.
Hub-bazia!, il nome del laboratorio urbano che si è svolto nei locali che Luigi Mallardo ha messo a disposizione e che saranno disponibili ancora affinché i passanti possano ammirare l’opera durante tutto il periodo natalizio. Infatti tali locali sono collocati proprio di fronte l’arco Abbazia e dalla vetrina è possibile ammirare il frutto dell’impegnativo lavoro svoltosi in circa 8 appuntamenti in novembre e dicembre nel tardo pomeriggio del martedì e nelle mattine del sabato.
La presentazione del lavoro finito, sabato 21 dicembre dalle 9,30, ha entusiasmato i bambini e le famiglie che insieme hanno poi festeggiato, e hanno auspicato che i “Bambini dell’albero” portino ancora idee e testimonianze di senso civico che viene dal basso, anzi direi, dai piccoli che hanno da insegnare tanto agli adulti.
Il Natale è simbolo di rinnovamento, di rinascita spirituale ma anche terrena in quanto Dio, amando il mondo, affida agli uomini il compito di salvaguardarlo e viverlo creando bellezza e armonia. Gli uomini, consapevoli delle loro risorse e potenzialità, devono promuovere un cambiamento e quindi delle trasformazioni.
Aver individuato il largo Abbazia come luogo simbolo della possibilità di rinnovamento poiché nel centro storico della città, nel cuore della città del cuore, e aver collocato il laboratorio proprio in loco, ha consentito agli “apprendisti (e non solo apprendisti) architetti e ingegneri” di “lavorare nel contesto” contribuendo al buon fine dell’iniziativa.
Il largo Abbazia, pur essendo stato riqualificato da soli due anni, è ancora oggi uno spazio senza volto, senza voci e senza “allegria “, l’allegria dei bambini che vorrebbero arrivare in piazza con le biciclette, giocare, leggere all’ ombra degli alberi, coltivare ortaggi, tra edifici colorati e non grigi e diroccati.
Regalare un presepe speciale alla città con una nuova immagine di spazio pubblico con l’utilizzo di materiali di riciclo, lavorando sul tema dell’ambiente e della sostenibilità ambientale e’ stata la sfida che ha coinvolto i bambini che, dopo una fase iniziale di realizzazione del modello in scala 1:50, ha portato ad un plastico finale delle dimensioni di m.1,50 x1,50. Le varie fasi hanno previsto anche i disegni delle facciate degli edifici privati e il riempimento degli spazi pubblici ora vuoti, a seconda dei desideri e delle esigenze di gioco di libertà dei bambini stessi.
Sollecitati dalle nostre domande, essi hanno espresso la grande gioia che hanno provato nel disegnare e colorare, nell’esprimere la loro fantasia nel realizzare arredi urbani e rendere pieno di colori e vivacità ciò che ora sentono freddo e quasi un po’ pericoloso. Ma soprattutto hanno espresso la grande voglia di stare insieme al di fuori dell’ambito scolastico, così come i genitori, che hanno apprezzato questa iniziativa perché hanno imparato la bellezza di trascorrere più tempo insieme con e per i loro figli, mettendosi in gioco e in campo le loro competenze e professionalità. Sono sorte allora idee di cooperative, di nuovi spazi di laboratori anche per le donne, che potrebbero finalmente potenziare i loro talenti a volte nascosti dalla quotidianità e crearne posti di lavoro.
Spunti, stimoli, da iniziative di piccoli, che amano l’ambiente, il territorio, che lo vorrebbero a misura di bambino con orari dedicati.
Entusiasmo, divertimento contagiosi che hanno coinvolto le famiglie che hanno raccontato i tempi in cui giocavano nelle piazze e che non erano meta di atti vandalici o episodi di cronaca, ma luogo privilegiato per incontrarsi, stare insieme e crescere lontano dalla tecnologia sovrastante oggi. Tali emozioni le ha percepite anche Nicola Carerina, studente al quarto anno di Architettura che ha sottolineato ai presenti la fortuna che i Bambini dell’Albero hanno avuto: creare uno spazio tridimensionale come un gioco con la sensibilizzazione al rispetto per l’ambiente soprattutto per l’opportunità di lavorare nell’ambiente oggetto del lavoro stesso.
Quindi cogliamo anche noi il messaggio di attenzione e amore al nostro territorio, di maggior senso civico, soffermandoci ad ascoltare le voci dei nostri piccoli e il lavoro delle loro mani frutto della loro costruttiva fantasia.