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L’intervista a Sara Rutigliano, un’artista coratina di fama internazionale

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Sara Rutigliano, un’artista coratina di fama internazionale, i cui quadri sono presenti in buona parte delle case di Corato, ma che Corato conosce più per il passaparola che per la sua carriera. I suoi quadri sono quotati dai 900 ai 6.000 euro e di lei parla la rivista di settore L’Elite.

Abbiamo incontrato questa celebre concittadina nella sua casa, in cui ogni angolo parla della sua vita divisa armoniosamente tra arte e famiglia.

Nata nel 1948, si è diplomata all’Istituto d’Arte. Ha tenuto personali a Milano, Torino, Barletta, Trani e Corato (1990, Centro Studi A. Moro; 1992, Ex Ospedale Umberto 1°; 1997, Centro Arte e Caffè; 1998 e 2005, Palazzo di Città).

Com’è nata la passione per la pittura?

Da piccola amavo tanto disegnare. Era un qualcosa che mi riusciva bene spontaneamente. Ricordo che in seconda elementare il direttore ci chiese di fare dei disegni a piacere e io disegnai il Duomo di Milano che avevo visto solo in cartolina: mi aveva colpito perché da piccola sognavo di visitare le grandi città. Un altro ricordo risale alle festività, quando ognuna disegnava  il suo bigliettino di auguri. Nella mia classe eravamo 43 bambine e io disegnavo 43 bigliettini di auguri! Poi ho frequentato l’Istituto d’Arte sezione ceramica e lì ho perfezionato il disegno.

Ha creato una nuova tecnica di pittura. Di cosa si tratta?

Ho iniziato a dipingere con l’olio su tela preferendo i colori scuri, ispirata dal mio professore Tullio. Verso il 1988 sentì la necessità di creare qualcosa di mio, che mi distinguesse e pensai di utilizzare sempre la tela ma con la tecnica dell’affresco, utilizzando la tempera ed alcuni accorgimenti per la preparazione della tela e il fissaggio.

C’è un artista a cui si ispira?

 No, ma mi è sempre piaciuto molto Botticelli. Invece lo scrittore Franco leone, in una recensione, scrisse che secondo lui i volti dei miei quadri assomigliano a quelli di Leonardo.

Nei suoi quadri vediamo sempre volti femminili o fiori, eppure ha due figli maschi. Ha mai fatto un ritratto maschile?

A loro no. In realtà preferisco dipingere i volti femminili, forse per la figlia femmina che non ho avuto e quindi la immagino e rappresento nei miei quadri. Ma dipingo anche paesaggi e nature morte, perché la natura mi piace molto. Invece su commissione faccio di tutto anche ritratti maschili e ho dipinto su qualsiasi superficie: stoffe, tende, porte e anche su una tegola!

Le donne che lei raffigura sono ritratti o frutto di immaginazione?

E’ solo immaginazione. Io vedo la donna bella nella sua semplicità. Infatti non hanno mai orpelli o collane. Ho fatto anche nudi casti,senza ostentazione, senza volgarità. Così vedo le donne: senza atteggiamenti eccessivi.

C’è un quadro a cui è più legata?

 No, non c’è un quadro a cui sono più legata, perché sono come dei figli, non si può scegliere. Da qualche anno cerco di non vendere più i quadri che vincono dei premi.

È riuscita a trasmettere la sua passione ai suoi figli?

I miei figli (un medico e un ufficiale militare) amano molto la musica, passione trasmessa dal papà. Però mio figlio Gigi è bravo nel disegno e un giorno mi fece commuovere con un messaggio pubblicato su Facebook “la mia passione per il bello credo sia iniziata guardando mia madre dipingere…lo faccio da quando sono nato”. Invece l’altro figlio Alfonso è molto critico, ma non disegna.

Il più bel complimento ricevuto?

L’eleganza delle figure.

Qualche critica negativa?

Le critiche possono essere costruttive. Invece la cosa più brutta è la concorrenza sleale tra colleghi durante le mostre. Fanno male quando servono solo a screditare un pittore più bravo, ma danno la carica per fare sempre meglio.

In Italia l’arte è solo un hobby o può essere un lavoro?

 Per me è un lavoro. Senza volermi paragonare ai grandi del passato, dico sempre: loro come vivevano? Avevano i loro mecenati e vendevano i loro lavori su commissione o presentandoli nelle mostre. Alcuni vedono in modo negativo la commissione di un quadro. Io, invece, la vedo come una sfida. Un cliente conosce il mio modo di dipingere, i miei lavori, mi sceglie e io realizzo.

C’è stato un quadro realizzato su commissione che avrebbe voluto tenere?

Se dipingo un quadro e lo consegno subito non ci sono problemi. Se invece rimane con me, non viene ritirato subito, si crea un legame e quando va via mi dispiace.

A Corato vengono dati i giusti spazi e fatti i giusti investimenti per l’arte?

Come spazi abbiamo il chiostro del Palazzo di Città e l’ex Chiesa San Francesco. Ultimamente, forse per i vari problemi amministrativi, Corato sta dedicando meno tempo all’arte e non c’è più un referente. Anche l’organizzazione deve migliorare: non si può chiudere una mostra alle ore 20.00 perché il chiostro del Comune chiude! La sera, si sa che c’è maggiore affluenza.

Il coratino partecipa a questi eventi?

Dipende da quando si organizza, solitamente c’è più affluenza prima dell’estate, in autunno e in prossimità delle festività natalizie. Poi c’è chi viene perché appassionato o su invito, chi si trova per caso e  chi guarda ma non vede. Un aneddoto divertente è capitato durante la Fiera di San Cataldo dove avevano riservato un’area all’esposizione di quadri. Due signore, dopo aver girato per i vari stands, si affacciarono nel nostro ed esclamarono “andiamo, qui non c’è niente”. Noi scoppiammo a ridere, ma questo episodio fa capire come il pubblico coratino sia vario.

Premi vinti?

Nel 1998, 2° assoluto al Conc. Città di Milano, 2° premio speciale a Cortemaggiore ed al Conc. Int. Città di Mantova; 1997, Targa Leone di S. Marco al Premio Biennale di Venezia e 2° premio al Natale dell’Artista a S. Polo d’Enza; 1999, 4° premio al Conc. Arte e Poesia a Barletta; 2002, Trofeo Azurenne a Montecarlo e Premio E. Cirese a Roma; 2008, Premio Int. Michelangelo a Roma; 2011, England Award Int. a Manchester. Recensita da A. Oberti, E. Corti, S. Perdicaro e C. Leone. Le mie opere sono esposte in collezioni pubbliche e private in Italia, Germania, Canada, Stati Uniti e nel Comune di Corato. Ho partecipato a rassegne a Firenze, Nizza, Riccione, Bari (Expo Levante, La Donna nell’Arte, Bari Città Metropolitana 2015), Giovinazzo e Martina Franca (I colori dell’Arte per nutrire il pianeta 2015), Corato (Il Pendio e Maggio in Fiore), Giovinazzo (Rass. Artestate e Rass. Amart-Gallery 2017), Napoli (Autunno in Cappella), Barletta (Teatro Curci), Corato (Chiostro Palazzo di Città), Bari (I colori dell’alleanza, Università di Bari). Ho partecipato anche ad una mostra organizzata da Vittorio Sgarbi a Spoleto a cui sono stata invitata. Non mi sono mai classificata al primo posto.

Un consiglio ai giovani pittori che vorrebbero emergere?

Vedo tanti ragazzi che alle prime esperienze vogliono già il successo. Non bisogna forzare i tempi. Bisogna farsi conoscere, partecipare alle mostre, prendere porte in faccia e non demordere. Alla base ci vuole molta umiltà. E poi bisogna trovare il modo di differenziarsi.

 

 

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